sabato 2 giugno 2007

diario del 1 e 2 giugno

Hola, queste le nuove dalla Bolivia:

il 1 giugno siamo andati a Ñuñumayani, un paesino in montagna a 3500 m per distribuire le giacche a vento.E’ un bel posto coltivato a patate, avena, orzo e una leguminosa dai fiori lilla. C’e’ acqua, pertanto ci sono alberi e il paesaggio e’ meno brullo che a Karpani.

La giornata era piena di sole e la temperatura gradevole, ma di notte si scende a sotto zero. A Cochabamba (2500 m) di giorno il termometro sale a 24-25ma,proprio in questi giorni, e’scesa di notte a 1 grado.E’ stato molto bello, in un attimo si sono radunati 35 bambini di cui una buona parte che proveniva dalla scuola, che dista un’ora dal paese, per chi non e’ abituato a farlo.

E’ incredibile come con un ordine da fare invdia al miglior esercito del mondo, si sono messi in fila, hanno provato e indossato le giacche, si sono fatti fare la foto e, sempre ordinati, sono venuti a prendere i dolci. I genitori e i nonni tutti seduti su un lato con i bambini piu’ piccoli arrivati nel classico sacco a righe che portano sulle spalle.

Siamo rimasti con loro piu’ di due ore, ci hanno regalato tre uova un po’ di patate calde appena “sfornate” ossia cotte nella terra : il rito dell’ ospitalita’ e’ stato rispettato con quanto di meglio potevano offrirci. Anzi, gli uomini si sono preoccupati di sistemare la strada che conduce li’ da loro. In realta’ e’ uno sterrato pieno di buchi e sassi ma per loro che non hanno nessun mezzo a motore, ma solo la forza delle loro gambe, va piu’ che bene.

Noi, per fortuna abbiamo la “camioneta” l’unico mezzo che possa raggiungere questi villaggi sperduti. E’ un pik up che ormai di km e di esperienze ne ha vissute tante. A parte le escursioni ad alta quota ci sono i carichi e i sovraccarichi come camion, c’e’ il servizio bus per tutti i bambini, l’ambulanza per i casi di necessita’ e persino come carro mortuario, si, a volte quando una famiglia non puo’ permettersi le pompe funebri, ci pensa la “provvidenza” e la “camioneta” a risolvere anche questo problema.

Sabato 2 giugno abbiamo festeggiato il compleanno di Sebastian, un bambino adorabile che vive qui e che ha compiuto tre anni.E’ il prototipo del bambno sudamericano: capelli nerissimi e folti, occhi neri e leggermente a mandorla e due ciglia che non finiscono mai. Ha una pelle color latte e cioccolato e gli mancano tutti i dentini davanti.

Il mio “cioccolatino sdentato” gli dico e lui ride e mi abbraccia. Si esprime con” ta, ta mio, mio” e poche altre parole tra cui” tetti e pino”.E’ bravissimo a fare i puzzle e mangia come un lupetto.E’ qui da qualche mese, da quando cioe’ l’ospedale lo ha affdato alla casa, per rispondere a un programma statale che si occupa di bambini malati di AIDS.

Qui infatti, da piu’ di un anno, vive una bambina, Maria Rene’ di cui vi parlero’ una della prossime volte, che ha lo stesso problema. Quando una famiglia per diverse situazioni non puo’ occuparsi dei bambini e seguirli nel programma rigido per le medicine, per loro viene trovata una sistemazione diversa.

E’ il caso di Sebastianche ha una mamma costretta a lavorare perche’ il papa’, come spesso succede in queste situazioni, e’ sparito quando ha saputo di avere portato a casa un bel “regalino” per la moglie e per i due figli. Il piu’ piccolino e’ morto qualche mese fa ed e’ cosi’ che hanno scoperto la malattia anche su Sebastian. E’ un bambino sereno, che ama fare le cose in maniera abitudinaria e si e’ adattato alle regole della casa (mangiare, dormire, lavarsi...)senza eccessiva difficolta’.
Giovedi’ sera siamo tornati a distribuire te’ e panini lungo le strade e le piazze della citta’. Anche questa volta l’emozione e’ stata forte quando abbiamo visto una famiglia che dorme sotto i portici della chiesa. I genitori avrammo 20 anni, sono consumati dalla colla e hanno gia’ perso un bambino, mentre l’ultima, una bambina di appena 10 giorni, era in braccio alla mamma avvolta tra gli stracci.Che tristezza!

Per oggi e’ tutto,alla prossima. Il solito grazie di cuore a tutti coloro che ci sono vicini con le loro email e con le telefonate.

betty e pino

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