domenica 30 gennaio 2011

il blog di Gianluca

segnaliamo a tutti gli amici di seguire anche il blog "un anno senza inverno - Ama e fa' ciò che vuoi…da Cochabamba!" che scrive Gianluca, un ragazzo di Salerno che da ottobre è nella nostra casetta

sabato 29 gennaio 2011

un piccolo pensiero per oggi



Quattro anni fa, quando ci trasferimmo a vivere in questa casa, c'era solamente una grande estensione di terreno coltivato a granoturco e, in mezzo, due case. Ora di case ne abbiamo seminate un po' dappertutto, anche se cerchiamo di mantenere tanti spazi verdi. Dentro queste nostre casette sono spuntati tanti bimbi che giocano felici, insieme, nel verde.


Io credo che noi siamo molto fortunati proprio perchè circondati da tanti bimbi.


E allora dobbiamo guardare con dolcezza e attenzione questi nostri bimbi perchè, come dice Gesù: I loro Angeli vedono sempre il volto di Dio nel Cielo.


Sta qui la nostra ricchezza!


Non sono le case, le conquiste, i successi, i programmi, il futuro...
La nostra fortuna sono i nostri bimbi.


Li vedo dalla finestra giocare fuori nel prato. Li vedo pure quando fanno capricci. Ma vorrei sempre tener presente che i loro Angeli vedono il volto di Dio nel Cielo, sempre.


Mi chiedo: cosa significano queste parole?
Ognuno di noi potrà dare la propria interpretazione.


A me fa bene pensare che questa ricchezza di bimbi che abbiamo attorno si moltiplica per due perchè oltre ai bimbi ci sono anche i loro Angeli, Angeli che vedono il volto di Dio mentre li accompagnano. Per cui, oltre ai 150 bimbi che abbiamo qui, la nostra cittadella conta anche con 150 Angeli!


Che vengano altri bimbi, dunque, a vivere con noi!


Possiamo dire che la nostra cittadella, la nostra famiglia, il nostro paese, ogni luogo dove crescono bimbi non sono solo spazi che incontriamo o in cui ci muoviamo quotidianamente.


Sono un pezzo di Paradiso, di quel giardino bello e curato che Dio, dall'inizio, ha pensato per noi se siamo come bambini: un pezzo di Cielo seminato di Angeli, di chi “come dice la parola- va in giro a comunicare cose buone.


E poi, se riusciamo a guardare bene, se solleviamo il nostro sguardo, se cominciamo a renderci conto del tesoro che ci è stato affidato, anche noi potremo essere come angeli per i nostri bimbi: un bacio in fronte, un tratto stringendoci per mano, un sorriso regalato e ricevuto sono un annuncio denso del bene che ci avvolge e ci accomuna.


Così aumenta all'infinito la nostra ricchezza.

domenica 23 gennaio 2011

Da queste parti sembra che il Natale non finisca mai

Da queste parti sembra che il Natale non finisca mai. In questo senso, consiglio a tutti di leggere i bellissimi e simpaticissimi aggiornamenti sui Natali1,2,3,4,5 scritti da Gianluca (l’amico di Salerno che –con Alessandra- da tre mesi è qui con noi per portare avanti la casa dei bambini) nel blog: “unannosenzainverno.com”.


Giovedì scorso abbiamo festeggiato il Natale n° 6 con gli amici di Karpani, a 4.000 metri, prima non era stato possibile per via del maltempo e contrattempi vari.


Un Natale a Karpani –anche se con grande ritardo- è un’esperienza che sarebbe bello fare insieme. Una giornata semplicissima, con una cinquantina di amici timidi, di poche parole, che aspettano sempre con affetto –e con vestiti da festa- la nostra visita.


Anche questa volta, le donne e le bimbe non erano tutte presenti perchè fuori, nei prati, a pascolare le pecore che devono mangiare anche il “giorno di Natale”. Celestina, furbetta, si è portata da casa le pecore fino al luogo dell’incontro per cui non si è certo persa il nostro arrivo, lei che è come una figlia speciale per noi. E così abbiamo potuto riabbracciarla.


Spero che le cose simpatiche di questo Natale le metta per iscritto Gianluca.


Io vorrei soffermarmi un poco solo su un piccolo particolare. Quando, alla fine del pranzo, ci siamo diretti su, verso la macchina, per distribuire i regali, ero accompagnato dai bambini. Loro non fanno fatica a camminare a quelle altezze per cui mi hanno superato facilmente. Lo sforzo della salita, invece, mi ha obbligato a piegare lo sguardo verso il basso perchè non ce la facevo proprio a tenere la testa ritta anche se il cielo, in quel momento, e le rocce attorno erano affascinanti.


E allora sono rimasto nuovamente sorpreso dai sandali dei bambini, quelli stessi di cui scrissi due anni fa quando arrivò Celestina alla nostra casa. La stanchezza mi permetteva vedere solamente una rassegna di sandali neri, tirati fuori con maestria dai copertoni delle gomme, e i piedini duri come cortecce di quei bimbi. Senza quei sandali poverissimi, riciclo dell’opulenza e degli sprechi, nessuno di loro potrebbe camminare sicuro su quei sentieri, o rincorrere veloce le pecore nei prati. Anche nella nostra cittadella tanti amici portano ancora quei sandali, segno della loro provenienza e simbolo della loro storia, di gente povera, pur con una casa nuova.


I bimbi di Karpani cresceranno con quei sandali ai piedi: sono il loro legame con la terra, una terra dura, piena di sassi e di sofferenze ma a cui loro sanno sorridere perchè hanno imparato ad essere riconoscenti del poco ricevuto ma che per loro è tutto: un fazzoletto di terra che produce a stento patate e grano e che, nei mesi di pioggia, riesce a dare un poco d’erba a pecore e lama.


Ma se ci pensiamo bene, quei sandali sono anche il loro legame con il cielo. Ho capito, infatti, che tutti noi appoggiamo la suola delle nostre scarpe sulla terra ma da lì in su, da nostri piedi in su, tutto il nostro essere si muove nel cielo. Ho capito che quando camminiamo, con il sudore in fronte o con il sorriso sul volto, noi siamo più in cielo che in terra, o meglio, facciamo dei passi fra terra e cielo.


Quei sandali neri mi hanno rimesso nel cuore la semplicità della vita, dello scorrere dei nostri giorni nella dimensione dell’infinito e dell’essenziale, nel regno della riconoscenza e della fratellanza.


Grazie alla generosità dei tanti amici nostri, anche di tanti bambini, abbiamo restituito qualcosa –come regalo- ai bimbi e alle famiglie di Karpani. Siamo sicuri che hanno assaporato la gioia del Natale vissuto in amicizia.


Con quei loro sandalini neri, i bimbi di Karpani non lo sanno, ma hanno fatto un salto verso tutti noi regalandoci l’emozione di un abbraccio tra cielo e terra.



mercoledì 19 gennaio 2011

riprendiamo insieme il nuovo anno, il 2011

Fa una certa impressione rimettersi davanti al computer dopo quasi tre mesi..., ma sono contento di farlo perché sono stati troppo belli i mesi trascorsi insieme in Italia e allora riprendiamo a scriverci per vivere in sintonia l'avventura della Casa de los Niños. Sono stati mesi belli e normali, belli e quotidiani, belli e casalinghi, mesi con tanto freddo fuori, ma con tanto caldo dentro. Lo faccio, innanzitutto, rileggendo insieme alcuni pensieri del primo dell'anno 2010 perché mi sembra interessante fare un breve bilancio dell?anno trascorso. Ecco il testo in corsivo:


"Cosa vorremmo vedere dalla nostra finestra?"


Tante cose le abbiamo già viste, molte di più di quelle che speravamo o avevamo programmato.


Mi piacerebbe vedere atterrare nel nostro campo da calcio un boing 747 o 858, non so, il più grande che ci sia!, pieno di tutti voi che state leggendo questi messaggi. Non stiamo mica sognando o delirando: qui tutto può succedere! Vedervi scendere felici e impressionati, con una valigetta da viaggio, e potervi abbracciare uno ad uno, e mostravi orgoglioso il posto dove alloggiarvi, tanto qui di posto ce n?è tanto e ci arrangeremmo per poterci stare tutti. E ritrovarci ogni sera ? per un mese almeno- a farvi conoscere tutti e a fare due chiacchiere, a cantare, a ballare, a giocare a nascondino, a raccontarci dei nostri sogni e a prendere insieme una tazza di latte con i biscotti visto che qui non c'è lambrusco. Mi immagino la faccia dei nostri bimbi al vedervi scendere dall?aereo, qui fuori...


Mi piacerebbe riabbracciare ognuno di quelli che sono già stati qui, in questi anni, e che siete tanti!, e rivederci diversi e uguali allo stesso tempo, magari con un figlio in più, e che rivedeste i nostri bimbi, i vostri bimbi, che pure loro sono cresciuti. Alcuni non ci sono più, fisicamente, ma sono presentissimi e un giorno torneranno su un arcobaleno di pace, coi loro volti luminosi a giocare e a sorridere con gli altri bimbi...


Mi piacerebbe vedere crescere in fretta tanti alberi qui attorno, e che tutto sia pieno di verde e degli schiamazzi di tanti uccelli, e che ci si possa sdraiare a contemplare il cielo sopra di noi, all?ombra di un grande albero, e sentirlo amico pure lui.


Mi piacerebbe vedere crescere in fretta anche le altre case che ci mancano per poter ospitare presto proprio tutte le famiglie amiche e bisognose, e condividere con tutti la nostra bella avventura di bene, e salutarci al mattino, quando si va a comprare il pane e il latte, e darci la buona notte la sera con una musica che diffonda le sue note per tutta la cittadella: la sinfonia della cittadella arcobaleno, o un rap dei sognatori, o non so proprio che altro pensare visto che non sono un gran conoscitore di musica. Ma che ognuno possa scegliere la sua ogni sera, a turno a suo piacere.


Mi piacerebbe che ci abbracciassimo così come siamo, coi nostri difetti e con le nostre cose buone, fregandocene altamente delle contrarietà, dei disappunti, dei problemi, delle difficoltà, delle diversità, puntando a una grande simpatia reciproca.


Mi piacerebbe che il piedino di Manuel si raddrizzasse una volta per tutte, e che lo vedessimo correre a perdifiato per i nostri giardini, incontro alla sua mamma e ai suoi fratellini. Poverino, lui che in questi giorni è mogio mogio perché gli fa male il piede ingessato: ?Me duele, me duele?, si lamenta spesso con la sua vocina.


Mi piacerebbe che Sebastián trovasse pure lui la sua famiglia, finalmente.


Mi piacerebbe vedere il piccolo David in piedi, dare i suoi primi passi, e ridere a squarciagola...


Mi piacerebbe rivedere Celestina felice, ora che la sappiamo triste mentre pascola le sue pecore sui monti.


Mi piacerebbe che anche Jhonatan trovasse una sua famiglia ora che la famiglia di Gustavo è venuta a vivere qui da noi.


Mi piacerebbe che il Padre José fosse accompagnato da altri anziani qui nella nostra cittadella perché gli anziani sono preziosi per la vita, perché gli anni e il dolore li hanno resi forti e saggi, e qui abbiamo bisogno di esempi forti e saggi e abbiamo bisogno di fermarci ad ascoltare pure gli anziani e non solo i bambini.


Mi piacerebbe ospitare altri mille bimbi ammalati o soli, e per ognuno sognare il bene e vederlo realizzato in fretta perché insieme così lo abbiamo pensato.


Mi piacerebbe che ognuno di noi pensasse che tutto ciò è possibile ed è possibile l?impossibile e che non manchi mai la serenità per ognuno e che non ci spaventi niente, che non ci freni niente, che niente ci faccia diventare tristi.


Mi piacerebbe pensare che questo è l'anno più bello per la vita di ognuno di noi e ce lo gustiamo poco a poco ogni giorno, ogni istante, e ce lo auguriamo reciprocamente, e ci aiutiamo a costruirlo così, a vederlo così, a realizzarlo così.


Mi piacerebbe... , mi piacerebbe... , mi piacerebbe sentire il ?mi piacerebbe? di ognuno di voi...


Mi piacerebbe riuscire a ringraziare ognuno, ma questo desiderio lo metto sul davanzale della nostra finestra: qualcuno lo consegnerà come si deve?.


... mi emoziona pensare che tante delle cose scritte un anno fa si sono realizzate, magari con sfumature diverse, o non proprio così com'era stato scritto, e che forse non sempre siamo riusciti a vivere serenamente, ma...


Tanti alberi sono stati piantati e crescono bene, così pure le nuove casette.


Celestina è felice a casa sua.


Jhonatan grande ha trovato una famiglia, la nostra, e ne è orgoglioso.


Sebastián vive con la sua famiglia, finalmente!, anche se proprio stasera i suoi sono in giro e lui dorme qui da noi.


David ride a squarciagola, anche se ancora non cammina. Manuel scappa già di casa, anche se barcolla sempre sui suoi deboli piedini.


Abbiamo come ospite anche un'altra persona anziana anche se magari tanto originale e diversa dal Padre José, ma che porta proprio il nome di José.


E poi è vero che ci siamo incontrati e abbracciati con quasi tutti, non solo per un mese!


Ed abbiamo la nostra musica, non serale ma mattutina. L'altra mattina, infatti, il primo giorno dopo il rientro in Bolivia, mi ha svegliato la musica che esce dalla casa di doña Betty, la mamma di Jhonatan piccolo , musica che fa da sveglia ogni giorno a tutta la cittadella. Ecco le parole: Quiero tener un millón de amigos y así más fuerte poder cantar?.


Voglio avere un milione di amici e così più forte poter cantare. Mi è sembrato un regalo, questa canzone, proprio all'arrivo in Bolivia, sintesi dei due mesi trascorsi in Italia e programma per questo nuovo anno. La sinfonia dell'amicizia e la sinfonia della fratellanza che ci unisce, che abbiamo sperimentato e che speriamo sperimentare d?ora in poi ogni giorno per poter cantare con rinnovata forza il bene dei bimbi, delle persone sole e ammalate, delle persone che incontreremo e che formano parte della nostra famiglia. Ma ci vogliamo proprio tutti per poter rendere viva questa canzone e far fronte al grande desiderio di bene che qualcuno ha messo dentro il nostro cuore.


... siamo andati all'ospedale, stasera, insieme a Pablo. Lui voleva rivedere i suoi amici di degenza. Nella stanza vicina a quella dov'era lui, ora c?è un altro amico nostro, della tribú degli Yuqui. Ha 30 anni e sta molto male. Fa fatica a respirare. Gli abbiamo stretto forte la mano, mentre nel corridoio un'infermiera guardava stupita Pablo e commentava: Non è possibile che tu stia così bene. Questo è troppo! E? inconcepibile!? Noi non siamo medici e spesso non possiamo far niente per chi è ammalato, ma stringergli la mano quello lo possiamo fare sempre.


Giovedì mattina, abbiamo visitato tutte le nostre famiglie per un abbraccio e una stretta di mano con la commozione nel cuore per il rincontro...


Difficile descrivere a parole i fremiti di gioia di David, la corsa giù dalle scale di casa sua di María René, il sorriso sdentato di Sebastián, l'abbraccio di Evita, le grida di Jacki, lo slancio di Manuel, la ritrosia di Dennis..., e dietro di loro tutti i bimbi della cittadella.


?Quiero tener un millón de amigos y así más fuerte poder cantar?.


Senza tanti ragionamenti, abbiamo qui il programma per il 2011.