venerdì 30 novembre 2007

biciclette, vicini e muratori

Ciao!


Sono le 21 e 57 minuti. La lavatrice é di lá che fa il suo dovere; Padre José é tranquillo nella sua depandance; Antonio sta finendo di asciugare i piatti; i bimbi sono su che dormono pacifici, cosí pure la mamma di María René (che lei è specialista nel creare guerre per motivi inesistenti); stasera siamo soli in casa, anche i due cagnolotti che avevamo preso possesso dei nostri prati sono stati portati al canile municipale; e poi siamo uno in meno perché questo pomeriggio, dopo la festa per il suo compleanno, Roxana é rientrata per una settimana a casa sua, insieme ai suoi genitori e ai suoi fratelli che sono venuti oggi per la festa e per visite mediche d’obbligo; piú fuori le casette crescono nonostante le gentili prepotenze dei vicini e le dispute interne tra i nostri lavoratori; io ho giá preso la mia tazza di latte con ... pankeque, e sono felice di stare qui a fare due chiacchiere a distanza.


Sono appena stato di sopra a vedere i bimbi. Manuelito era un po’ inquieto.E’ che oggi finalmente gli é arrivato il regalo vero di compleanno: una specie di biciclettina alla sua misura, in modo che possa appoggiare bene i suoi piedini e sia obbligato a fare sforzi; potete immaginare la sua gioia! Difficile staccarlo dal suo giocattolo e farlo dormire: forse stava sognando le sue prossime fughe! Non so se l’ho giá detto, ma Manuel ha imparato a dire “cacca”. Non sa ancora dire mamma, ma la nuova parolina gli esce proprio bene, forse per stare in sintonia con le ossessive gare a premi sui vasini che facciamo con gli altri “fratellini/sorelline” qui a casa.


A proposito di bicicletta, stasera ne é capitata una bella che merita essere raccontata. Da alcuni giorni Antonio é –senza motivo alcuno- insopportabile e molto pericoloso: inavvicinabile, quando invece la settimana scora era particolarmente tranquillo e affabile. Siccome stasera eravamo soli in cucina, mi sono avvicinato a lui per parlargli con dolcezza e invitarlo a cenare, offrendogli persino un bicchiere di coca cola di cui lui va matto. Ma non c’é stato verso: si é messo le dita nelle orecchie per non ascoltarmi e ha tirato fuori, con la sua faccia “angelica”, un coltello. Nei giorni scorsi ho preferito non rivolgergli la parola, per evitare tensioni, ma stasera sono tornato a stuzzicarlo, anche se le sue reazioni erano sempre piú negative e ostili. Poi a un certo punto mi sono ricordato della bicicletta e gli ho detto: “Domani pomeriggio, quando torno dall’altipiano, vado al mercato e ti regalo una bicicletta. Sei contento?” Incredibile! Ha sgranato gli occhi, si é alzato dalla seggiola e ha cominciato a balbettare: “Cocoome? Cocoosa?” “Sí una bicicletta tutta per te cosí puoi andare in giro a trovare i tuoi amici e muoverti di qua e di lá come ti pare.” “Ma io non so guidarla e saró sempre in terra? Ce ne sará una adatta alla mia altezza per non sgrugnarmi troppo?” “Certo che la troviamo, e poi se impari a mettere i piedi in terra, vedrai che non cadi e trovi l’equilibrio giusto. Nel giro di una settimana imparerai a stare su da solo.” “Magari domani mi accompagni all’altipiano cosí al ritorno possiamo andare subito al mercato a comprare la bicicletta, e risparmi tempo.” “D’accordo! Ora mangia un po’ e prenditi la tua medicina e, se vuoi, la coca cola”. Stasera possiamo proprio parlare dei miracoli delle biciclette! E siamo particolarmente contenti!


E forse una bicicletta dovró comprarla pure io visto che negli ultimi due giorni mi sono arrivate due avvertenze sulla macchina nuova. Ieri mattina, infatti, é apparsa inspiegabilmente con una gomma bucata. L’unica gomma nuova che c’era su. E stamattina si é sfasciato inspiegabilmente il vetro grande della capota posteriore. C’era stato un diverbio con il rappresentante dei vicini, nei giorni scorsi, e qualche ritorsione me l’aspettavo. Vediamo cosa troveremo domattina. Intanto, oggi siamo dovuti andare di nuovo a scusarci e a dare spiegazioni in Municipio, visto che gli “amabili vicini” ci avevano fatto citare sotto pena di una multa di 1000 euro se non sospendevamo i lavori. Così prima di andare all’appuntamento ho scritto una bella letterina al capo del Municipio in cui, alla fine, citavo gli amici italiani che , “sono particolarmente orgogliosi e grati per tutto l’appoggio offertoci finora dal Comune”. La frase ad effetto ha fatto colpo e così noi possiamo continuare ad avanti giorno dopo giorno con i lavori.


Anche sul lavoro oggi ne è successa una bella. C’è attrito tra i nostri papà che lavorano come muratori perchè c’è qualcuno di loro che si sente un po’ il "galletto" e con il suo atteggiamento crea malessere. Il risultato è che gli altri lo schivano e lui alla fine si apparta e se ne va a bere per giorni interi. Ovviamente: le casette a lui affidate sono indietro, come costruzione. Stamattina, visto che questo papà non si è fatto vivo, gli altri muratori hanno deciso spontaneamente (noi volevamo suggerirlo, ma loro ci hanno anticipati), di mettersi tutti a lavorare nelle sue 4 casette per mettersi alla pari con i lavori. Un gesto veramente nobile, che mi ha dato tanta gioia e mi ha commosso, e che mi fa dire che vale la pena andare avanti con le costruzioni se danno questi frutti di bene.


... un gemito su di sopra. E’ di nuovo Manuelito che ha bisogno di essere sistemato e tranquillizzato nei suoi sogni. La lavatrice ha finito il suo lavoro. Antonio mi ha salutato felice ed è andato a dormire. Io preparo le medicine per i bimbi, dopo aver scritto queste due righette giornaliere, faccio un giretto fuori, tanto la serata è bella, e poi: Buona Notte!


A presto!
Ari e bimbi

biciclette, vicini e muratori

Ciao!

Sono le 21 e 57 minuti. La lavatrice é di lá che fa il suo dovere; Padre José é tranquillo nella sua depandance; Antonio sta finendo di asciugare i piatti; i bimbi sono su che dormono pacifici, cosí pure la mamma di María René (che lei è specialista nel creare guerre per motivi inesistenti); stasera siamo soli in casa, anche i due cagnolotti che avevamo preso possesso dei nostri prati sono stati portati al canile municipale; e poi siamo uno in meno perché questo pomeriggio, dopo la festa per il suo compleanno, Roxana é rientrata per una settimana a casa sua, insieme ai suoi genitori e ai suoi fratelli che sono venuti oggi per la festa e per visite mediche d’obbligo; piú fuori le casette crescono nonostante le gentili prepotenze dei vicini e le dispute interne tra i nostri lavoratori; io ho giá preso la mia tazza di latte con ... pankeque, e sono felice di stare qui a fare due chiacchiere a distanza.

Sono appena stato di sopra a vedere i bimbi. Manuelito era un po’ inquieto.E’ che oggi finalmente gli é arrivato il regalo vero di compleanno: una specie di biciclettina alla sua misura, in modo che possa appoggiare bene i suoi piedini e sia obbligato a fare sforzi; potete immaginare la sua gioia! Difficile staccarlo dal suo giocattolo e farlo dormire: forse stava sognando le sue prossime fughe! Non so se l’ho giá detto, ma Manuel ha imparato a dire “cacca”. Non sa ancora dire mamma, ma la nuova parolina gli esce proprio bene, forse per stare in sintonia con le ossessive gare a premi sui vasini che facciamo con gli altri “fratellini/sorelline” qui a casa.

A proposito di bicicletta, stasera ne é capitata una bella che merita essere raccontata. Da alcuni giorni Antonio é –senza motivo alcuno- insopportabile e molto pericoloso: inavvicinabile, quando invece la settimana scora era particolarmente tranquillo e affabile. Siccome stasera eravamo soli in cucina, mi sono avvicinato a lui per parlargli con dolcezza e invitarlo a cenare, offrendogli persino un bicchiere di coca cola di cui lui va matto. Ma non c’é stato verso: si é messo le dita nelle orecchie per non ascoltarmi e ha tirato fuori, con la sua faccia “angelica”, un coltello. Nei giorni scorsi ho preferito non rivolgergli la parola, per evitare tensioni, ma stasera sono tornato a stuzzicarlo, anche se le sue reazioni erano sempre piú negative e ostili. Poi a un certo punto mi sono ricordato della bicicletta e gli ho detto: “Domani pomeriggio, quando torno dall’altipiano, vado al mercato e ti regalo una bicicletta. Sei contento?” Incredibile! Ha sgranato gli occhi, si é alzato dalla seggiola e ha cominciato a balbettare: “Cocoome? Cocoosa?” “Sí una bicicletta tutta per te cosí puoi andare in giro a trovare i tuoi amici e muoverti di qua e di lá come ti pare.” “Ma io non so guidarla e saró sempre in terra? Ce ne sará una adatta alla mia altezza per non sgrugnarmi troppo?” “Certo che la troviamo, e poi se impari a mettere i piedi in terra, vedrai che non cadi e trovi l’equilibrio giusto. Nel giro di una settimana imparerai a stare su da solo.” “Magari domani mi accompagni all’altipiano cosí al ritorno possiamo andare subito al mercato a comprare la bicicletta, e risparmi tempo.” “D’accordo! Ora mangia un po’ e prenditi la tua medicina e, se vuoi, la coca cola”. Stasera possiamo proprio parlare dei miracoli delle biciclette! E siamo particolarmente contenti!

E forse una bicicletta dovró comprarla pure io visto che negli ultimi due giorni mi sono arrivate due avvertenze sulla macchina nuova. Ieri mattina, infatti, é apparsa inspiegabilmente con una gomma bucata. L’unica gomma nuova che c’era su. E stamattina si é sfasciato inspiegabilmente il vetro grande della capota posteriore. C’era stato un diverbio con il rappresentante dei vicini, nei giorni scorsi, e qualche ritorsione me l’aspettavo. Vediamo cosa troveremo domattina. Intanto, oggi siamo dovuti andare di nuovo a scusarci e a dare spiegazioni in Municipio, visto che gli “amabili vicini” ci avevano fatto citare sotto pena di una multa di 1000 euro se non sospendevamo i lavori. Così prima di andare all’appuntamento ho scritto una bella letterina al capo del Municipio in cui, alla fine, citavo gli amici italiani che , “sono particolarmente orgogliosi e grati per tutto l’appoggio offertoci finora dal Comune”. La frase ad effetto ha fatto colpo e così noi possiamo continuare ad avanti giorno dopo giorno con i lavori.

Anche sul lavoro oggi ne è successa una bella. C’è attrito tra i nostri papà che lavorano come muratori perchè c’è qualcuno di loro che si sente un po’ il "galletto" e con il suo atteggiamento crea malessere. Il risultato è che gli altri lo schivano e lui alla fine si apparta e se ne va a bere per giorni interi. Ovviamente: le casette a lui affidate sono indietro, come costruzione. Stamattina, visto che questo papà non si è fatto vivo, gli altri muratori hanno deciso spontaneamente (noi volevamo suggerirlo, ma loro ci hanno anticipati), di mettersi tutti a lavorare nelle sue 4 casette per mettersi alla pari con i lavori. Un gesto veramente nobile, che mi ha dato tanta gioia e mi ha commosso, e che mi fa dire che vale la pena andare avanti con le costruzioni se danno questi frutti di bene.

... un gemito su di sopra. E’ di nuovo Manuelito che ha bisogno di essere sistemato e tranquillizzato nei suoi sogni. La lavatrice ha finito il suo lavoro. Antonio mi ha salutato felice ed è andato a dormire. Io preparo le medicine per i bimbi, dopo aver scritto queste due righette giornaliere, faccio un giretto fuori, tanto la serata è bella, e poi: Buona Notte!

A presto!
Ari e bimbi

martedì 27 novembre 2007

e' passata una settimana da quando sono partito da Reggio

Ciao!

E’ passata una settimana da quando sono partito da Reggio. Avrei voluto registrare ogni tappa del lungo viaggio di rientro (51 ore da quando sono uscito da casa mia fino all’arrivo qui! e le impressioni commoventi e piene di gioia e stupore dell’incontro con ognuno dei bimbi quando, mercoledí mattina, al risveglio, si sono incrociati con il mio sguardo ed io con il loro... E poi gli amici che qui mi aspettavano, quasi a mezzanotte, con una bella pizza e una composizione di immagini sullo schermo del computer con le foto dei bimbi e un loro cartello di benvenuto, con disegnini e letterine...

Sono stati troppo belli e troppo importanti per me i giorni vissuti in Italia: ho incontrato tanti amici e amiche che vogliono un bene immenso alla nostra casetta e ai suoi bimbi, che seguono con simpatia le loro storie, spesso nell’anonimato. Devo ripassare i volti di ognuno con gli appunti presi alla fine delle giornate per poter veramente non confondere nessuno e associare bene i volti dei nostri bimbi ad ognuno di quei volti.

Una ricchezza, che non si puó dimenticare. Ora posso dire con orgoglio ai nostri bimbi: “Sai, ho incontrato in Italia qualcuno che ti vuole molto bene e ti manda un bacino e un abbraccio forte, forte!”. E i bimbi si stupiscono e si rallegrano. Anche a me si riempie il cuore di gioa per l’affetto sincero e profondo che ci é stato dimostrato, e il sostegno generoso che fa fiorire le casette nuove qui fuori. A qualcuno l’ho giá detto: solamente stamattina presto ho trovato il tempo e la forza per fare un giro a vedere come vanno le costruzioni. Bello e commovente anche qui vedere il profilarsi dei tetti sfavillanti sul fondo delle montagne lavate dalla pioggia. Le casette crescono, nelle prime si sta lavorando all’intonaco delle stanze. In altre siamo un po’ in ritardo per via della pioggia dei giorni scorsi e per via dei lavoratori che ogni tanto spariscono senza preavviso. Oggi ce n’eran solamente 5 a pranzo...

Ma l’impegno da quando sono stato in Italia, é quello di non far vincere lo sconforto, la delusione o la critica. La pace deve regnare sempre, nonostante i problemi, i dolori e le contrarietá. Cerco di prendere un po’ di sana distanza dalle difficoltá, che subito si sono presentate, senza farmi coinvolgere troppo o vincere dal panico. E cosí riesco a passare tanto tempo con i bimbi, giocando con loro nella loro stanzetta. E loro capiscono lo sforzo che si fa e sono molto piú tranquilli, e dormono serenamente, nonostante i raffreddori di stagione. Non mancano gli episodi meno fortunati, come stasera, quando Sebastián si é messo a piangere a
dirotto, per 20 minuti, quando al momento della tazza di latte prima di andare a letto, voleva tutta la ciotola di biscottini che María René, da brava mammina, stava distribuendo in parti uguali ad ognuo dei fratellini/sorelline. Prima una sgridata per lui, e poi doppia razione di biscotti e la pace era giá fatta, con ulteriore premio per aver fatto la cacchina nel vasino. E, simpatico, di fianco a lui, Manuel che si metteva l’indice sul nasino e sulla bocca per indicargli di smetterla.

E proprio per il piccolo Juan Manuel, ieri pomeriggio, abbiamo festeggiato il compleanno . Un festa bella con i bimbi e tanti amici che non nascondono la loro preferenza per il nostro piccolino, che ancora non parla e non cammina (tra l’altro, si sono sbagliati a fargli le scarpine ortopediche), ma sorride che é uno spettacolo. A dire il vero, lui non era molto attirato dal suo compleanno e neanche dalla torta, pur buona. Ma quando é arrivato il regalino, un camioncino da meno di un euro (poi, quando avremo tempo, gli compreremo una bella macchina a pedali), si é afferrato al regalo e non l’ha voluto piú mollare, né per mangiare, né per andare a letto: guai a chi glielo toccava!

Certo, le preoccupazioni ci sono, come quella per la salute del Padre José Heath, il sacerdote di 82 anni che vive con noi, in due stanzette della “depandance”, che é caduto dalla seggiola a rotelle, domenica l’altra, e che ha una forte infezione urinaria. Sabato, il medico che l’ha visto, era molto preoccupato, ed é stato necessario un intervento energico di antibiotici; ma oggi, il Padre sta molto meglio ed é tornato al suo ritmo confortante di patatine e coca cola, da buon nordamericano. Simpatica la sua preoccupata reazione, quando sabato a mezzogiorno, abbiamo sentito il rumore di una ruspa che entrava, senza preavviso, nella nostra proprietá:
“Sono le ruspe del Municipio che vengono a demolire le casette nuove! Ci vogliono cacciare via di qua: dove potremo alloggiare?” Erano, sí, le ruspe del municipio, ma che venivano a continuare i lavori di livellamente del futuro campo da calcio.

Preoccupazione piú seria quella che si vive nel Paese per la difficili situazione sociale di questi giorni, con morti e scontri per motivi veramente banali e che hanno obbligato i nostri due amici di Felina ad anticipare il loro rientro in Italia. Noi non abbiamo televisione per cui non sappiamo bene quello che sta succedendo nelle cittá in cui ci sono scontri.

Preoccupazione meno grave per il pranzo di oggi visto che, per la mancanza di operai al lavoro e a pranzo, era rimasta mezza pentola di cibo inutilizzato che non sapevo come fare a smaltire. Ma verso le otto di sera, suona il campanello ed eccoti una famiglia con tanti bambini che non avevano pronto niente da mangiare e cosí: festa per loro!, con tanto pollo e tanto riso, insieme ad altre buone cosette che ci erano arrivate in sovrappiú proprio nel pomeriggio, dono dell’allenatore della nazionale, venuto a farci visita.

Ora mi preparo per andare a letto e saluto di cuore ognuno e ad ognuno faccio gli auguri per questa settimana. Come ultimo pensiero, le parole del P. José, ieri, a chi gli voleva offrire una sistemazione piú comoda: “Non voglio andarmene da questa casa perché nessuno mi ha mai trattato cosí nella mia lunga vita, e ho sempre qualcuno accanto che mi accompagna”. E’ il nostro decimo bimbo, anche se pesa novanta chili e ci vuole una gru per tirarlo su dal letto... Tra il suo sorriso e quello di Manuel scorre il ritmo sereno della nostra famigliola, semplice e bella, originale e sorprendentemente normale.

Dimentico di dire che siamo molto contenti anche perché Antonio, in questi giorni sta molto bene e questo ci toglie una grossa preoccupazione.
Un abbraccio!
Ari a bimbi, grandi e piccoli