martedì 29 maggio 2007

abbiamo già fatto il cielo

"Abbiamo giá fatto il cielo!"

E' stato il grido di gioia di Betty quando stasera ho aperto la nuova stanza giochi dei bambini, stanza che lei sta disegnando e pitturando insieme a Pino. E bisogna tener presente che lo fanno nei momenti liberi della giornata.

Sono rimasto impressionato da questa semplice frase mentre contemplavo con ammirazione e soddisfazione le volute di azzurro che ora fanno da sfondo alle quattro pareti della stanza.
"Abbiamo già fatto il cielo". Ritrovo in questa semplice frase il senso profondo di ammirazione che traspare dai primi capitoli della Bibbia quando Dio, al termine di ogni giornata del suo lavoro, diceva a se stesso che tutto quanto aveva creato quel giorno "era buono".

Mi viene come da dire che qui, in questa casetta dei bambini, possiamo fare persino il cielo o, detto in un altro modo, possiamo farci avvolgere dal cielo. Il contatto quotidiano con i bambini, con questi bambini un po' speciali, toccati dalla malattia, segnati da tante situazioni drammatiche, ma che ti abbracciano, ti baciano, che corrono o "miagolano" per farsi coccolare, ci fa sperimentare una protezione speciale del cielo, ci trascina in una dimensione che ha il sapore del divino.

"Abbiamo già fatto il cielo". E' un pezzo di casetta che si è costruito oggi, una pennellata di bellezza che rimane a sigillare il contributo di ognuno di noi che crediamo in questo sogno. Sì, perché insieme a chi fa il cielo c'è pure chi fa i cappelletti, chi fa i disegni, chi fa le commedie, chi fa il postino, chi fa il tifo, chi fa i progetti, chi fa la blog, chi fa le mandorle atterrate, chi si scervella per trovare sponsor, chi cuce, chi soffre in silenzio, chi dona il proprio tempo, chi...

Presto manderemo le foto del cielo, dei prati, dei ruscelli, degli animaletti che sorridono e dei nostri bimbi stupiti che potranno godere di questo paradiso...

lunedì 28 maggio 2007

festa della mamma

Hola!

In questi giorni si festeggia la festa della mamma. E allora? Anche da noi! Qui peró é un’altra cosa. Innanzitutto, come tutte le feste boliviane (compleanni, anniversari, morti, nascite, ecc.) durano 3 giorni. Qui alla casa l’abbiamo festeggiata sabato con le mamme dei bambini che frequentano la casa per il doposcuola. Ieri c’era festa dappertutto, nelle case, negli angoli delle strade; e oggi l’abbiamo festeggiata alla scuola di Evita e Giovanna. Evita giá la conoscete e Giovanna é una ragazzina yuqui di cui vi parleró prossimamente. Nessuna delle due ha la mamma cosí io e Pino siamo andati a scuola a farne le veci. Sí, tutti e due a fare le mamme!

E’ stata una bella festa organizzata con giochi e varie attivitá. All’inizio é stato veramente simpatico quando l’insegnante ha detto di disegnare quando eravamo “embarazados”, cioé incinta. Vi lascio immaginare la faccia di Pino che continuava a chiedersi: “Dunque, quando io ero incinta...”, con le altre mamme presenti che se la ridevano. Poi c’é stata una specie di corsa coi sacchi ed altri giochi, e insieme ai bimbi si é realizzato un angioletto. Alla fine, una merenda. E’ stata una bella giornata se non fosse successo un incidente di cui abbiamo saputo al nostro ritorno a casa. Una signora, che appartiene ad una delle famiglie seguite, era uscita con i due nipotini per andare a cercare casa, visto che dalla sua era stata appena sfrattata.

Un’auto impazzita per lo scoppio di una gomma li ha investiti. La donna é morta, una bambina di 9 anni é gravissima, l’unico salvo é il bambino di 4 anni. Pochi giorni dopo il nostro arrivo avevamo incrociato quella mamma che si era avvicinata quasi piangendo per dire ad Ari che doveva andarsene e voleva aiuto per trovare una casetta per lei, i suoi figli e i tre nipotini.

L’avevamo tranquillizzata dicendo che presto pure la sua famiglia avrebbe avuto una casa propria. Ma la pressione del padrone di casa l’ha obbligata a cercare in fretta una sistemazione provvisoria, conducendola peró a una morte tragica.

Ed é proprio a proposito di questa necessitá di case per le famiglie dei bambini che frequentano la nostra casetta che avevamo intenzione di parlarvi oggi. Partiamo dall’inizio.

Coi soldi raccolti dalla Associazione “Casa de los niños”, ed altre donazioni, sono stati acquistati, alla fine dello scorso anno, 48.000 metri quadrati di terreno con la casa, che é quella che stiamo abitando, la scuoletta e il meraviglioso giardino. Restano comunque liberi 4 ettari di terreno su cui dovrebbe nascere il “villaggio arcobaleno”, un “progetto ambizioso”, ma sorretto da tante buone idee e soprattutto dalla voglia di fare realmente qualcosa di concreto e definitivo per tante persone.

Si tratta di tante piccole casette, un centinaio, di 60 metri quadrati ciascuna, da dare alle famiglie piú bisognose che non hanno casa e si spostano continuamente da un luogo all’altro; per loro non c’é mai nessuna sicurezza. Per qualcuno sará la prima volta che avranno una casa dove nessuno li mandará via. Sará un piccolo paesino con le case, i laboratori, la scuola, i campi giochi e l’orto per ogni famiglia. L’idea di fondo é quella di aver vicino a questo centro dove abitiamo attualmente noi, tutte le famiglie dei bambini, in modo che loro si sentano piú appoggiate e possano essere seguite adeguatamente.

Le case sono piccoline se si pensa dovranno ospitare una media di 8 persone. Ma se teniamo presente che tali persone vivono ora in stanzette di 15 metri quadrati, senza servizi, si tratta senza dubbio di un bel passo in avanti; infatti, qui avranno le loro stanze, la cucina e il bagno. Per le famiglie piú numerose, si é pensato di appaiare due casette.

Per la costruzione é stata interpellata una Istituzione che al costo di 3.700 US (circa 3.000 euro) consegnerebbe ogni casetta, che non é un prefabbricato, ma ha una struttura in muratura, giá abitabile provvista di luce ed acqua. Il costo é cosí basso perché ogni famiglia deve partecipare con due persone alla costruzione. Stiamo pensando che sia opportuno aggiungere un po’ di arredamento per rendere piú dignitosa la casetta: letti, tavolo e sedie, cucina a gas, per cui ci sará una spesa ulteriore di circa 200 euro. E’ da tener presente che ogni famiglia dovrá contruibuire con una quota simbolica mensile e dopo 5 anni sará praticamente padrona della propria casetta.

Ne vorremmo costruire subito una quindicina per le situazioni piú gravi. La cosa interessante é che in un mese di lavoro ci verrebbero consegnate tutte queste casette proprio prima dell’arrivo dell’inverno, stagione che preoccupa anche qui per la situazione precaria in cui vivono tante famiglie. Proprio oggi, infatti, siamo stati a trovarne una che vive in un cantiere aperto, protetta solo da lastre di lamiere. Potrete immaginare come vivono 5 persone lí dentro, soprattutto i bambini, quando di notte la temperatura scende fino a 5 o 6 gradi.

C’é giá un fondo per partire, grazie alle offerte precedenti, ma servono ancora circa 30.000 euro per cominciare a dare vita a questo progetto di solidarietá e speranza. Da qui ne vediamo ogni giorno l’urgenza e la necessitá!

Betty e Pino

P.S. Salutoni a tutti i Rotegliesi

domenica 27 maggio 2007

betty e pino

¿Hola, que tal? Qui sempre tutto bene.

Pino ha trapiantato tutte le piante grasse del giardino e ha fatto un angolino molto bello; abbiamo finito di tinteggiare di bianco la stanza de giochi dei bambini e ho appena finito di fare i disegni, presto penseremo al colori.Con i bambini il rapporto si consolida sempre piu'. Sono cosi' affettuosi!!Evita, per esempio, ha preso l'abitudine di farsi abbracciare la sera piu' volte da me, che la preparo, poi da Pino che a porta a letto.

E' una bambina piccola, minuta. Fa una strana impressione, la guardi e pensi: una bambina di due anni, poi la osservi come parla, come si muove , tutte le cose che vuole fare da sola e ti rendi conto che di anni ne ha quattro. Va alla scuola materna e parte con il suo zainetto tutta impettita. Dovevate vederla il giorno che le abbiamo regalato la tutina nuova e le scarpe! Anche lei, come tutti i bambini che sono qui, ha una brutta storia alle spalle.

Abitava in un paese, Vaccas, a 43 Km da Cochabamba. Di lei si sa che non ha genitori ed era affidata alla nonna. Viveva con un asino, in condizioni molto precarie. Qualcuno dice che forse e' scoppiato un incendio e l'asino per la paura ha sfondato la porta. Evita si e' lanciata fuori ed e' corsa in piazza. Qualcuno l'ha notata e l'ha portata alle suore del paese. Aveva e ha tuttora una bruciatura a diverse cicatrici sul volto.Ora sta cominciando a prendere peso, ma quando e' arrivata qui era denutrita, pochi capelli e i denti tutti rovinati. Le suore l'hanno mandata lontano dal paese per evitare che incontrasse di nuovo i parenti. Qui e' serena e ha trovato tante persone che si occupano di lei e le vogliono bene.Speriamo che presto trovi anche una famiglia.

Oggi vorremmo parlarvi di alcuni aspetti caratteristici di questo luogo, cosi'diverso dal nostro mondo, eppure cosi' simile a quello che siamo stati...

Il mercato per esempio, la "cancha" una citta' nella citta'.E' un dedalo di viuzze dove si aprono dei "negozietti" tutti appiccicati con buona parte della mercanzia esposta all'esterno : riso, pasta sfusa, carne, frutta scatolame e poi ogni genere di articoli: abbigliamento, utensileria, mobili...Il tutto in settori abbastanza separati, per cui quando si attraversa il "reparto" per esempio, frutta si viene invasi da un profumo dolce e penetrante, ma vi lasciamo immaginare gli odori, anzi la puzza del reparto carne:manzo, interiora, pezzi di pollo, che qui vendono in quantita' industriali e che ciascuno sceglie da se'.

Qua e la' nella cancha, come sui marciapiedi, numerose donne vendono, esposte su degli stracci, poche cose, per lo piu' frutta e verdura:un mucchietto di patate,un po' di peperoni, qualche pomodoro...E poi ci sono quello con le cariole che si muovono sperando di vendere qualcosa. Pino dice che il primo investimento per una attivita' commerciale sta proprio nella cariola, che comunque e' un po' piu' in alto dello stare a terra.

E poi c'e il cambiavalute, l'ometto dei gelati sfusi, con il suo carrettino, quelli che vendono spremute e quelli che, sempre per strada, friggono o grigliano a tutte le ore. Ci pare di avere capito che qui non c'e' orario per mangiare, basta che ci sia, poi il luogo e il tempo non contano.C'e' sempre una moltitudine di persone che si muove dentro e intorno alla cancha: chi compra, chi vende, ma anche tanti bambini che passano li' la loro giornata, insieme alla madri, che dormono, mangiano e giocano su questi stracci.

Per oggi e' tutto. Alla prossima. Betty e pino

sabato 19 maggio 2007

tutto procede bene

Hola,qui dalla Bolivia tutto procede bene.Le giornata sono cosi intense che appena iniziate sono gia' finite e nonostante i buoni propositi di scrivere spesso il piu' delle volte il sonno e la stanchezza hanno il sopravvento. Le nostre mail sono "appunti di viaggio" che scriviamo man mano che abbiamo un po' di tempo tra le mille cose da fare.

Qualche giorno fa siamo andati a fare visita ad alcune famiglie. Una e' quella di Edwin, un ragazzino di 13 anni colpito da sclerosi multipla.Lui e la sua famiglia vivono in una stanza con una cucina a gas, un tavolo e alcuni sacchi di patate. Gli abbiamo portato una carrozzina a rotelle che potra' usare in casa, specialmente per i suoi bisogni,senza che la mamma debba ogni volta sollevarlo.

Poco distante abita un'altra famiglia, umile ma ordinata (ci hanno offerto un "refresco" di mele Buono!) La mamma e' stata operata da poco da un medico italiano che conosce Ari, ma non sta proprio bene, forse un'infezione. Le hanno consigliato una medicina, un "remedio",ma non puo' comprarlo (qui non esiste il Servizio Sanitario Nazionale!), ma la provvidenza,( Ari in boliviano) se ne fara' carico.

Qualche Km piu' lontano un'altra famiglia e un altro problema. Il piccolino di casa, gia' nato prematuro, ha un'ernia inguinale e in piu' una tosse insistente e secca. Anche qui la provvidenza ha lasciato il nome del medico a cui rivolgersi all'ospedale infantile, naturalmente a suo nome e con le spese a suo carico. A tutte le famiglie abbiamo ´portato un po' di viveri, e noi se ne siamo tornati con le orecchie e il cuore pieni di "gracias"

Giovedi' sera abbiamo partecipato alla distribuzione dei panini e delle bevande calde alle persone che vivono per strada. Prima ci siamo accordati con le ragazze della comunita' sul percorso da seguire, poi con Ari e Antonio, il nostro ragazzino di cui vi parlero' prossimanente, siamo partiti per la distribuzione dalla via piu' importante di Cochabamba. Li' alcune donne con i loro bambini vivono vendendo qualche sigaretta e alcuni dolciumi, il tutto esposto in un cestino. Vengono anche da paesi lontani e restano li' fino a notte fonda fra l'indifferenza totale dei passanti. Fanno compassione con quelle poche cose da vendere in una strada piena di negozi, bar, birrerie.

Niente in confronto a quello che abbiamo visto poco dopo su un ponte del fiume. Due ragazzini di strada si sono avvicinati appena hanno sentito la parola "pan". Ari ha chiesto quanti erano a vivere li' sotto e di chiamare gli altri. In un attimo sono spuntati una ventina di ragazzi sporchi,spettinati, con indosso qualsiasi cosa potesse coprirli.Con due balzi erano da noi. Un panino era poco "per favor, un amigo" mi dicevano con occhi che sembravano saltare da quel viso impastato di fango. Ho dato tutti i panini che avevo, due, tre a ciascuno con un misto di compassione e di paura. Poi ne ho visto uno mangiare...un panino in bocca quasi senza masticarlo da mandare giu' a fatica e lo sguardo sull'altro. Avrei voluto avere cento, mille panini da dargli per lui e i suoi compagni.

Da Cochabamba e' tutto. Un saluto ai Rotegliesi e un grazie a chi ci risponde.
betty e pino

domenica 13 maggio 2007

saluti dalla bolivia

Hola,qui tutto procede bene. Le persone sono cordiali, sorridono e ti fanno sentire a casa.Non c'e' nessuno che entri o esca di casa senza salutare. L'educazione, almeno per quanto riguarda le persone che frequentano la casa, e' qualcosa di naturale.Anche i bambini che vengono per il pranzo, stanno seduti a tavola, parlano sottovoce, si alzano solo quando hanno finito e se vogliano qualcosa in piu' chiedono sempre " por favor" e "gracias" quando hanno ricevuto qualcosa.

E poi ci sono i piccoli di casa : M.Rene', Evita, Sebastian e J.Manuel.Sono come tutti i bambini, a volte píangono e fanno i capricci, ma hanno della buone abitudini, dettate dal fatto che vivono insieme e le proprie esigenze , per quanto possibile, fanno allineate con quelle degli altri:orari stabiliti per mangiare, andare sul vasino, la nanna ...e i bambini le vivono con serenita', come qualcosa che da' loro sicurezza e guai a sbagliare qualcosa a cui loro sono abituati, ti riprendono subito!

Oggi voglio parlare del bambino piu' buono del mondo:J.Manuel.Ha 15 mesi, ha i piedini deformi e passa il suo tempo nel box con i suoi giocattoli. Non si lamenta mai, adesso, per esempio, sta mettendo dei dentini, morde tutto, ma il massimo che fa e' qualche brontolio. Ha un sorriso meraviglioso con quale mette in mostra gli incisivi. E' piccolino, un passerotto, anzi un colibri', come lo chiama Ari. Ha un "leccatina "nei capelli che fa si' gli stiano dritti sulla fronte. Ogni volta gli lo guardiamo pensiamo a come sarebbe stata la sua vita che non avesse trovato questa casa, lui cosi' indifeso. Ha la TCB e appena avra' terminato la cura sara' sottoposto all'operazione per sistemare i piedini.

Mercoledi' siamo andati sull'altipiano per portare latte e frutta al villaggio di Karpani. E' stata una bella esperienza.l paesaggio e' straordinario: arido, con qualche macchia coltivata e tanta roccia che e' una cartella -colori per tutte le tonalita' di marrone che si possono vedere dal beige al bruno , passando dall'ocra al rosso .. Lassu' in mezzo alle montagne vivono queste comunita' di una ventina di famiglie che coltivano la terra: patate e qualche cereale. Sono fuori dal mondo, isolati dalla civilta' con pochissimi mezzi, freddo e tante montagna intorno.

In compenso loro indossano abiti coloratisssimi e finemente decorati. I primi abitanti di Karpani si abbiamo incontrati prima del villaggio sulla "mulattiera". Appena hanno sentito il clacson della macchina si sono "arrampicati" con una velocita' incredibile dal campo alla strada. Il villaggio e' composto da poche case molte con il tetto in paglia e 2 o 3 con mattoni e una copertura piu' stabile, una piccola scuola e una chiesetta.

La gente si scalda con sterpaglie, usa i muli come mezzo di trasporto e vive con poco , patate e un po' di zucchero e olio che compra con quel po' di denaro che ricava vendendo i cereali. Non sono denutriti, ma mal nutriti, mancano di vitamine, di ferro...Mentre si distribuiva il latte e la frutta, Tania, la ragazza che aiuta Ari, spiegava come utilizzare le medicine: creme,sciroppi... E' gente povera, che vive veramente con poco, ma ha una sua dignita' che si rispecchia anche nel villaggio ordinato ,niente a che vedere con le persone conosciute in citta' che vivono in mezzo alle immondizie. Si puo' essere diversi anche nella poverta' .Sono le 23,30 vado a letto come tutti gli altri, anche perche domani, domenica ci aspetta una giornata intensa ( veramente qui le giornate sono sempre intense!!)

Bacioni a tutti e alla prossima. betty e pino

mercoledì 9 maggio 2007

Hola dalla Bolivia

Hola,siamo sempre noi dalla Bolivia. Qui tutto procede bene, nel senso che le giornate sono cosi' intense e imprevedibili che non si ha il tempo di pensare a nient'altro. Ci sono i bambini da alzare, da cambiare. da dar loro da mangiare e tante, tantissime cose da fare in casa e fuori. Oltre ai nove bambini che vivono qui, ogni giorno vengono a pranzo un'altra ventina che provengono da famiglie povere, che poi si fermano nel pomeriggio per la scuola.

In casa c'e il necessario per vivere, il cibo per tutti, i vestitini, magari non proprio di misura e non stirati, ma puliti e poi le medicine e un po' di giocattoli e soprattutto c'e un'aria serena. Ogni bambino della casa porta con se una storia di sofferenza o di malattia o di fame, ma qui ha trovato le cure e l'affetto di cui aveva bisogno. Ma questo non e tutto.

Ari si preoccupa anche della famiglie dei bambini e di altre molto bisognose.Sono due giorni che appena c'e un po' di tempo si passa da queste famiglie per la distribuzioni di un cartone di latte. E' difficile descrivere cio' che si vede e cio che ci prova.Ieri abbiamo visitato la famiglia di J.Manuel,( il colibri come lo chiama Ari) il bimbo che dovra' essere operato ai piedini. Sono sette persone in pochi metri, in quella che non puo' essere neanche chiamata casa, senza pavimento, con mucchi di immordizia intorno.

C'era pure la mamma di una bambina di un anno morta domenica a causa di una infezione non curata. Non dimenticheremo lo sguardo della sua mamma e la stanza dove avevano deposto la bara : un tavolo rovesciato con una coperta e sotto un biberon , un piatto con un po di cibo, un giocattolino e una candela accesa: le sue cose che lei dovrebbe tornare a riprendere. Di fronte a tanto squallore e a tanta poverta' ti chiedi se e' vero che la morte mette tutti sullo stesso piano, no, non e' vero la morte e' peggio per i poveri, molto peggio! E questa e' solo una delle tante famiglie che vivono nella periferia di Cochabamba e che si sta cercando di aiutare, ma serve tempo, disponibilita' e denaro,non quello che serve" a tutti "per accaparrarsi quello che la vita offre di meglio, ma quello che serve per il minimo, a vivere dignitosamente.
Per oggi e' tutto. Un abbraccio
betty e pino

sabato 5 maggio 2007

lavori in corso

Foto dei lavori. Non ne ho fatte molte. Volevo pure dirvi che stiamo mettendo su le finestre nei corridoi delle due case perché si avvicina l'inverno e gli enormi corridoi rappresentano una grande corrente d'aria. Si tratta di finestre grandi, ma necessarie, anche perché entrano molte zanzare in questo periodo. Inoltre, stiamo sistemando il giardino per creare piú spazi verdi accessibili ai bambini. Nella casa vecchia stiamo rifacendo alcune parti di pareti visto che sono di fango e soffrono l'umiditá. Poi vedremo di sistemare pure i bagni e creare un ambiente nuovo per le docce dei bambini che vengono alla scuoletta.


Ora abbiamo assunto fisso il papá di Antonietta (e di Marcelita e di Alejandrita e di Chiara). Cosí ha un lavoro sicuro e lo teniamo sotto controllo. Lui é un bravo muratore e sa fare un po' di tutto. E poi da domani arriva pure Pino e cosí si faranno compagnia nell'affrontare i diversi lavori, visto che ne abbiamo tanti!


Oggi c'era il presidente Morales a Cochabamba ma era di fretta. Lui sa giá dell'intervista che vogliamo avere con lui, ma forse dovremo andare a noi a La Paz in udienza. Tutto va bene, importante che ci diano una mano.


Abbiamo creato una sala giochi per i bambini nella stanza grande dove prima c'era la cappellina, nella casa vecchia, e i bambini ne sono molto contenti! Ora possono saltare liberamente su tutti i materassi!


Nella casa nuova, quella piú piccola, abbiamo trasferito le aule scolastiche dove si fa scuola tutti i pomeriggi cosí cominciamo a dividere gli spazi e a capire come gestirli al meglio. Lunedí abbiamo un appuntamento con un signore di qua che ci vuol dare una mano. E' quello che ci ha fatto sapere che puó pagarci due persone fisse per i lavori di manuntenzione della casa e del giardino. Anche lí siamo in aspettativa.
Ci sentiamo presto!

martedì 1 maggio 2007

gita del 1 maggio

Ciao!

Da giorni sto pensando che mi piacerebbe raccontare qualcosa di piú di ognuno dei bambini, dei piccolini. Sarebbe proprio bello farli conoscere come noi li vediamo ogni giorno. Oggi siamo stati con loro a fare alcuni giretti in macchina, approfittando del giorno di festa. Erano molto felici e su di giri! Nel fondo, ci fa bene vivere nella normalitá, come una famigliola. Al mattino siamo andati in cerca della famiglia di Juan Manuel,e fortunatamente l'abbiamo trovata.

Vive in condizioni veramente miserabili.

Non so come faremo a farlo rientrare a casa, dopo la sua operazioni ai piedini... All'andata siamo passati di fianco all'aeroporto e proprio inquel momento c'era un aereo che stava decollando cosí i bambini hanno visto per la prima volta questo spettacolo e ne sono rimasti affascinati: graaaande!!! Nel pomeriggio, dopo il meritato pisolino, siamo stati a un laghetto fuori cittá a fare un giro sulle barchette a pedali e a mangiare un po' di pesce fresco.

Peccato che non avevamo la macchina fotografica per riprendere i volti cosí contenti dei bambini... Ora loro sono su che dormono, stanchi quasi quanto me. Fortunati loro che dormono giá, alcuni con il biberón in bocca, a metá Juan Manuel ha un anno e 5 mesi. Dice una sola parola: "Hola", ciao, ma si fa capire. Il 21 maggio finirá il trattamento contro la tubercolosi e dopo potrá essere operato ai piedi. Il suo sviluppo non corrisponde all'etá che ha, ma speriamo che si riprenda. Si muove come un colibrí, con le mani e le gambe che svolazzano su e giú con frenesia. Ora ha imparato a piangere e a fare capriccini, ma é adorabile, con il suo faccino e il suo corpicino cosí fragili. E' come un fuscello quando li si prende in braccio. E sorride con gusto! Afferra i suoi giochi con una forza incredibile, come se avesse mani di acciaio. Peró, quando cerchiamo di avvicinargli qualsiasi bambolina, strilla come un forsennato e la getta il piú lontano possibile. Qualcuno che conosce di psicologia infantile cerchi di spiegarmi questo atteggiamento che a me fa sorridere tanto.

Quando, invece, viene sua madre a visitarlo, piange di gioia. E' un buon segno. Mi commuove molto vedere un bambino cosí fragile qui tra noi. Fa bene anche agli altri bambini tenerlo tra noi. Gli vogliono molto bene, cosí piccolo com'é: chiquitito, come dice María René.

Johan Sebastian compirá 3 anni il 2 giugno. Pure lui non dice una parola. A dire il vero, ripete quello che ascolta dagli altri bambini, persino con la stessa intonazione di voce. E' aumentato di oltre 2 chili in questo mese e mezzo che é con noi. Quando sente qualche rumore sospetto in cucina,prende il suo tovagliolo e si mette a sedere a tavola ed aspetta con pazienza il turno del pranzo. Divora tutto quello che gli si mette davanti e mangerebbe sempre. Ha un debole per i latte, pure lui. Lo chiama "ce, ce (leche, in spagnolo)". Le prime settimane non voleva usare il vasino, ma ora é bravo e sa che appena mangiato deve andarsi a sedere e da solo lo fa, trotterellando, perché non cammina ancora bene. Quando sente una musica, si mette a ballare tutto felice. Ha il ritmo sudamericano nel sangue! Non gli piacciono le canzoni sdolcinate.

La mamma é venuta 3 volte a trovarlo e pure lui si mette a piangere ogni volta che la vede arrivare o partire. Il papá non si é fatto vivo... Nel fondo é un bambino pacioccone che si fa voler bene da tutti con la sua simpatia. Solo con María René ha qualche problema, per via della gelosia. E' difficile che passi un'ora senza che litighino persino per chi deve prendere per primo le medicine. Ma sono bravini perché le prendono senza mai fare storie. E' totalmente sdentato nella parte superiore del palato e dovremo portarlo dal dentista. Per il resto, sta molto bene di salute anche se i suoi esami rispetto al HIV non sono molto buoni.

MRené é la nostra favorita, ma da quando sono arrivati gli altri bambini, è diventata molto piú capricciosa e piange spesso senza motivo. Il giorno 4 festeggeremo un anno dal suo arrivo tra noi. Quanti cambiamenti in questo tempo e quanta gioia ci ha portato! Quanta tenerezza nelle sue espressioni! Al mattino si sveglia e prega davanti al piccolo crocifisso della sua stanzetta ricordando il nome di ognuno. E se per caso ci si dimentica di qualcuno, lei lo fa notare. Non dice ancora frasi complete, ma sa i nomi di tante cose. In questo periodo ha visto alcune scene della Passione e da allora ripete con un tono patetico che il povero Gesú é stato crocifisso e che gli hanno messo i chiodi nelle sue mani e una corona di spine in testa. E lo dice con tanta pena come se volesse farlo rivivere a noi. Anche lei diventa matta per i cibi e non riesce a resistere davanti a qualsiasi piatto.

Eva é la piú grande perché ha 4 anni, ma é la piú piccolina di statura e corporatura, anche se mangia normalmente. Fa impressione, in questo senso, vederla rientrare a casa dall'asilo, quando arriva insieme agli altri bambini che vengono a pranzo da noi, in fila indiana e con lo zainetto in spalla. E' cosí minuscola rispetto agli altri che sembra un giocattolino. Misura 85 cm, molto poco rispetto all'etá. E' una bimba dal carattere d'oro. Sa parlare benino e persino insegna a Sebastian a ripetere le parole: "Dici: pello, pello (devi dire, perro, perro, cioé, cane)". E Sebastian ripete: "Pello, pello". Lei gioca con gusto con le sue bamboline, e lo fa con molta serietá, fino a riempire di vero cibo le loro bocchine. Chissá cosa penserá quando vengono i genitori degli altri bambini qui a casa... Lei praticamente non ha nessuno e di questo deve rendersi conto e chissá quanto soffrirá... Dobbiamo vedere in fretta il tema del suo futuro, ora che sta bene di salute.

Sono cosí stanco che non riesco a mettere giú piú niente cosí vado a letto pure io.
Buona notte!!!
Ari