martedì 20 febbraio 2007

E' un'altra volte è notte e suono

Ciao!

Sono qui in compagnia del mio bicchiere di latte ( con i biscotti!) e scrivo. Il buon Francesco direbbe: "E' un'altra volte é notte e suono".

Arrivo a sera e c'é poco tempo (e molta stanchezza!) per riassumere queste giornate. Ogni giorno é cosí pieno di particolari che bisognerebbe avere una telecamera nascosta per poter riprendere tutto e condividerlo a distanza via ADSL. Sono soprattutto particolari di vita.

Nei giorni scorsi, per esempio, siamo stati con Jhonatan a trovare i "vecchi amici" di strada. Quasi nessuno lo ha riconosciuto. Lui si sentiva grande e orgogliosetto, e infatti mi diceva: "Probabilmente, io sono uno dei pochi che ha approfittato l'aiuto ricevuto (per uscire dal giro della strada)". Per fortuna che non é l'unico. Certo che la sua presenza aiuta tanto in questi giorni. C'é un tocco in piú di spensieratezza che fa da buon contrappeso al mio carattere un po' troppo serio e ... pesante! Anche MRené é contenta. Infatti, Jhonatan le ha insegnato il saluto indiano, l'haug, con la mano alzata, e ogni volta che si incontrano, lei alza felice il suo braccino e dice: "Auf". Jhonatan riesce pure a sbollire gli attacchi di bile di Antonio, e questo suona un po' a miracolo! La strada per Santa Cruz é sempre interrotta per cui dovrá fermarsi da noi ancora per qualche giorno, ma intanto lui é contento di perdere la scuola, da poco iniziata.

In casa c'é pure Mario, un bimbo di 9 anni che viene dal Plan tresmil di Santa Cruz. Ce lo manda ogni tanto il Padre Vicente. Era stato per un periodo lungo, 5 anni fa, quando andava all'asilo. Poi sono venute pure le sorelle, in particolare Jazmina. Domani si iscriverá a scuola, nello stesso corso di Anahí, in quarta elementare. Vedremo quando dura qui da noi. La sua famiglia é tutto un dramma..., per cui, per adesso lo teniamo qui.

Antonio anche oggi é stato bene e la cosa nuova é che durante tutto il pomeriggio ha giocato sereno con gli altri bambini e ha detto che era contento.

Qui piove sempre e ci sono tanti problemi nelle case. L'altra sera, tardi, sono arrivati Edson e Gabriel per chiedere zucchero e riso. Purtroppo, anche noi li avevamo finiti, cosí ho dovuto ripiegare su altri viveri.

Sempre quella sera é venuta Maritza, la mamma di Benjamín (Julio) e Zaira. Da tempo non la vedevamo. Anche con lei la storia ha inizio 5 anni fa, quando venne a chiedere aiuto per la sua mamma. In quel tempo aveva due bambini piccoli, Esteban e Andrés, che poi, in poco tempo, sono aumentati a 4. Ora sta arrivando il 5°: questa era la bella notizia che era venuta a darmi! Le ho chiesto quanti anni aveva: 26! Esteban é il figlio piú grande e compirá 10 anni in ottobre, per cui fate voi i conti!

Dopo la conversazioni, visto che pioveva forte ed erano le 10 passate, ho accompagnato Maritza e i suoi figli a casa, nei pressi del mercato (la cancha). Al ritorno, ho visto qualche negozio ancora aperto per cui mi sono infilato per chiedere zucchero (ne volevo comprare un quintale, come scorta). Con mia grande sorpresa sono stato informato che, per l'interruzione della strada a Santa Cruz (capitale della regione agricola della Bolivia), da giorni non arrivano camions né con zucchero né con riso.

Mi sono spaventato e mi sono reso conto della gravitá della situzione. Ho provato in un ultimo negozio e lí c'era una persona che mi ha riconosciuto: "Buona notte, padre, come va?" "Ho bisogno di un quintale di zucchero per i miei bambini". "L'abbiamo finito". "Ma non ne avete neppure un po?" "A dire il vero, ne abbiamo tenuto mezzo quintale da parte, per distribuire ai cliente, e magari gliene posso dare la metá". "Grazie!". E cosí, grazie a Maritza e ai suoi 5 (quasi) figli, mi sono portato a casa 25 chili di zucchero che al mattino seguente abbiamo potuto distruibuire alla famiglie piú vicine. Tornato a casa, la pioggia era cosí violenta che si stava portando via di nuovo il ponte di ingresso a casa, appena ricostruito. Meno male che ho trovato in un angolo un badile e ho potuto aprire un varco per scaricare altrove la pressione dell'acqua.

Anche stasera pioveva forte e cosí, dopo aver messo a letto tutti i bimbi, ho pensato che era opportuno accompagnare a casa in macchina Alejandra e la sua figlioletta Mariana, che erano state da noi per seguire i bimbi in mia assenza. Visto che ero in cittá, e vicino all'ospedale, ne ho approfittato per fare un salto notturno a trovare Alvarito, che da alcuni giorni non vedevo. Sono arrivato nella sua stanza e lui era tutto scoperto e tremante per il freddo e la febbre. L'ho subito coperto. Anche altri due bambinetti piccoli della sua stanza stavano piangendo. Cosí mi sono avvicinato e a tutti ho dato il biberón di latte lasciato dalle infermiere sul comodino al fianco di ogni lettino. E la tranquillitá é tornata nella stanzetta. Certo, vengono tante domande e tanti dubbi sul funzionamento degli ospedali pubblici..., ma é meglio pensare che ora i bimbi dormono felici e satolli.

E ringraziamo pure la pioggia che mi ha portato -fuori programma, di notte- in ospedale.
Sono iniziate le scuole ed ogni giorno vengono i bambini e le mamme a chiedere aiuto per i libri, i quaderni, le biro, eccetera. Sono piú di 200 bambini e non sappiamo bene come fare, fino a che punto si puó aiutare, o é meglio chiedere maggior responsabilitá ai genitori... Ieri mattina sono stato in una banca per vedere se ci davano una mano, ricordandomi che tempo fa mi era stata offerta questa possibilitá. Ho dovuto aspettare un'oretta, e la mia pazienza si stava esaurendo. Alla fine, il responsabile della banca mi ha ricevuto. Gli ho spiegato la situazione. Lui ci ha pensato un po' sopra, e poi mi ha detto: "La banca non puó aiutare direttamente, ma perché non inventiamo qualcosa di diverso e facciamo vedere un volto differente della banca che non solo bussa alle porte di casa per riscuotere crediti, ma che si avvicina alla gente per conoscere le reali necessitá?

Una domenica -lí a casa vostra-, ora che sono iniziate le scuole, allestiamo un mercatino di materiale scolastico (come fate ogni tanto voi per i viveri) e io mando i funzionari della mia sede perché stiano con i bambini e mettano su delle bancarelle in cui si vendono i quaderni, le biro, le gomme, e tutto il resto, cosí i bambini imparano a spendere bene e a fare i conti? Noi ci incarichiamo di mettere insieme tutto il materiale e magari possiamo offrire il pranzo a tutti". Detto fatto e cosí, il giorno 25, giorno in cui avevamo giá programmato l'inizio delle attivitá domenicali con i bambini, il Banco Los Andes verrá a regalarci il materiale e i bambini andranno a comprarlo, divertendosi da matti. Cosí sembrerá che non regaleremo e che ognuno dovrá sforzarzi di spendere bene, secondo le necessitá! Ma alla fine sará un bel regalo per noi, in ogni modo!

María René... Ogni giorno mi verrebbe voglia di raccontarvi di lei... Dei suoi occhi viola per le testate che ha dato in questi giorni, dei suoi pidocchi regalati dalla mamma (e di notte, quando le diamo le medicine, ci prende la mano e vuole che le grattiamo la testina), dei suoi imprevisti: "no, no, no", lei che ci ha sempre abituati ad ascoltare dalla sua bocchina: "Ya, ya, sí, sí"... E' una bimba speciale, come lo sono tutti i bimbi, del resto. Alle 7 del mattino si sveglia e chiama: "Abi, Abi" E quando la prendo su da letto, mi abbraccia forte forte, felice. Alle 8 di sera va a letto e mi dice: "Tate, sentate (siediti)", perché vuole che stia sulla seggiola vicino alla sua culla mentre prende il biberón. E quando fa qualcosa di buono, dice a se stessa: "Bavo, Bavo (bravo!)". O appena sveglia vuole le sue scarpine: "Papato, papato (zapato=scarpe)"... Tutto é commovente in lei, tutto é motivo di gioia e di trepidazione allo stesso tempo... E poi il suo modo di parlare, che é tutto un canto. Non dice semplicemente "ciao", ma: "Ciaaaaaaauuuuuu". Il suo saluto: "Hola", si trasforma in: "Hoooo-lllllaaaaa!!!" che non finisce mai. O quando arriva il sacerdote per la messa, mette le mani giunte e dice: "gius= Gesú". Vivere con lei é una scoperta e una grata sorpresa ogni momento, che abbellisce il giorno e dá forza al cuore. Non riesco ad andare a letto, ogni sera, senza prima passare per la sua stanzina a rimboccare le coperte e ad accarezzarle la testolina... E' quello che faró tra pochi istanti, se riesco a mandare questo messaggio notturno, con cui voglio ringraziare tutti per l'amore e l'affetto che ci unisce.

Buona noooootttteeee!
Ari

giovedì 15 febbraio 2007

Da alcuni giorni é sparito Antonio

Da alcuni giorni é sparito Antonio. Da sabato sera non sappiamo niente di lui. Io sono rientrato martedí sera dal viaggio in Cile e lo sto cercando nei posti che normalmente lui frequentava due anni fa, quando spesso scappava da casa, ma finora non c´é stato verso di trovarlo. E questo é strano perché Antonio, per la sua malattia, é molto metodico. Stasera sono pure andato negli ospedali, ma non ci sono tracce...

Siamo preoccupati...

Domani andró a casa sua, nella speranza di trovarlo lá.

Sabato sera era stato sgridato per certe sue manie che danno un po' fastidio alle persone, soprattutto a quelle nuove, e da quel momento é sparito...

Rimaniamo in contatto e vi faró sapere.
Ciao!
Ari

Anche oggi le ricerche di Antonio sono state infruttuose

Ciao!
Anche oggi le ricerche di Antonio sono state infruttuose... Stiamo pensando che sia andato a casa di qualche suo amico...

Sempre oggi ci hanno chiamato dall'ospedale per chiederci se siamo disposti ad accettare un altro bambino con AIDS, praticamente abbandonato dai genitori.

Si chiama Sebastian ed ha la stessa etá di María René. Ieri sera io ero andato a fargli visita all'ospedale, nella sua stanzetta in isolamento. Mi ha sorriso, con la sua bocchina senza denti di sopra. Gli ho dato un craker e lui era molto contento. Non so se parla..., ma con il suo sguardo senza dubbio che sí. Lunedí uscirá dall'ospedale e verrá qui da noi. Noi siamo contenti di riceverlo perché anche lui é un dono.

Poi ve lo faremo conoscere.
Ciao! Un abbraccio forte.
Ari