lunedì 31 agosto 2009

Le case...

Di questo mese di agosto che è alla fine, sarebbe bello poter fare una sintesi per poter comunicare e condividere tanti fatterelli che l’hanno reso bello e gratificante...

Qualche settimana fa ricordavamo l’arrivo giocoso delle rondini sul finire dell’inverno che da noi, che siamo con la testa capovolta all’ingiù, per via dell’emisfero sud, si rivela molto mite e soleggiato. Oltre alle rondini, agosto segna spesso l’arrivo di nuovi amici nelle nostre casette e nel nostro villaggio. Difatti, il 26 agosto abbiamo ricordato, senza tanti festeggiamenti, ma con la commozione scritta nel cuore, il primo anno di David tra noi. Nessuno si sarebbe azzardato a prendere un bimbo cerebroleso se non ci avessero pregato a lungo dall’ospedale infantile. Ma David, con il timore che suscitava in noi la sua malattia tremenda, si è rivelato un bimbo straordinario, per la sua giocosità e per la simpatia che genera attorno a sé, lui che passa la maggior parte della giornata in una culla d’oro. E’ d’oro perché è stata pensata apposta per lui e lui ci sguazza dentro muovendosi felice come un forsennato. E’ d’oro perché da lì lui cambia il volto delle persone che gli si affacciano e li trasforma in sorrisi compiaciuti.

Il 28 agosto, quest’anno, è arrivata anche la prima famiglia al completo ammalata di AIDS: il papà Nemesio, la mamma Virginia e la piccola Jazmine di tre anni. La mamma non ha segni evidenti della malattia, il papà e la bimba sono appena usciti dall’ospedale e sono ancora marcati dalla sofferenza. Vengono da un villaggio sperduto della campagna e non capiamo bene come la malattia li abbia avvinghiati... Sono soli, la famiglia di origine non è al corrente del male che li affligge. Non hanno la possibilità di rientrare al loro paesino, e d’altra parte devono stare vicini ad un ospedale pubblico. I medici ce li hanno affidati e noi li abbiamo accolti. Hanno un loro appartamentino indipendente, con bagno, cucina, lettini e sala da pranzo. Possono vivere uniti, pur nel dolore.

Per ogni necessità, fanno due passi e bussano a casa nostra per chiedere aiuto. E tutto è gratis e non chiediamo loro niente a cambio. E loro si stupiscono e pian piano i loro volti si illuminano. Devono trovare il loro modo di avvicinarsi e di muoversi con libertà: nessuno li ha obbligati a venire ma si rendono conto che nessuno lesina loro affetto e simpatia. Noi siamo contenti di considerarli parte della nostra famiglia bella, originale e grande...

In questi giorni ripensavo a quello che tante volte ho sperimentato e scritto: che siamo fortunati a poter condividere con tanti la nostra avventura verso il bene. Ma mi è venuto anche da pensare che ciò non sarebbe possibile senza l’aiuto di chi ci appoggia, di chi ci aiuta concretamente, di chi si dà da fare con mille iniziative, di chi si priva del proprio, di chi vuota il proprio portafoglio, di chi inventa mille strategie e attività, di chi ci offre gratis la propria amicizia, di chi bussa alle porte di altri, di chi mette a fuoco la propria fantasia e inventiva, di chi ci vuole bene gratis. Le case e gli appartamentini che in meno di due anni sono stati messi su nel nostro villaggio non sono qui per far bella posa ma servono per accogliere fratelli e sorelle meno fortunati di noi e che improvvisamente varcano la soglia di casa ed entrano ad arricchire il nostro cuore. Le case e gli appartamentini "fioriti" qui fuori sono il frutto e l’impegno di tanti amici e amiche che credono con noi nel bene oltre ogni interesse personale e ci permettono di essere strumenti di accoglienza e di un sogno di condivisione che ha ridato speranza alla vita di tanti.

Stasera facevo i conti degli abitanti del nostro villaggio arcobaleno e mi sono stupito al constatare che siamo arrivati a duecento (domattina ritorneremo a 199 per la partenza della cara Marcella)! Un bel numero se si pensa che due anni fa, quando mi trasferii qui, eravamo solamente in tre, con María René e con Toño... Ora siamo in 200 a dire grazie a chi ci vuole bene e continua a credere nel nostro sogno.

Le casette che qui fuori si apprestano a spegnere le luci del sonno della notte sono semplici, vere e concrete come l’amore e la fiducia che ci sostengono. Dentro, domani, riprenderà la vita di chi ha potuto fare l’esperienza che i sogni si realizzano e non solo nei film. Anche noi andiamo a letto con il grazie nel cuore. E speriamo svegliarci domani ringraziando di nuovo i nostri tifosi, piccoli e grandi!

Grazie di cuore a ognuno!!!

domenica 23 agosto 2009

Casa de los Ninos, una delle piú belle casette del mondo! 23 agosto 2009

Stamattina mentre cambiavo il pannolino di David mi sono soffermato sulle sue gambine, belle, robuste e diritte. E senza volere mi è venuto un pensiero balordo in testa: perché non fare un trapianto con quelle di Manuel che sono così storte e deboli?!


David scalcia tutto il giorno con le sue gambine contro le pareti della culla, mentre Manuel riesce solamente a trascinarsi come un folletto per terra, nonostante tutte le operazioni che gli abbiamo fatto e l’anno e mezzo di gesso che ha dovuto sopportare...


La vita è strana: probabilmente David non potrà mai usare le sue gambine dritte per reggersi in piedi, mentre Manuel ne avrebbe proprio bisogno per dare sfogo alla sua voglia di muoversi con libertà... Ma era solamente un pensiero balordo...


Cambiato il pannolino ho tirato su i suoi pantaloncini e David ha ripreso il suo movimento forsennato a bicicletta dentro la culla nuova, che gli è stata appena regalata.


Fuori, Manuel, in attesa dei bimbi che vengono per il doposcuola la domenica mattina, ha approfittato di un attimo della nostra disattenzione per scappare in gattoni per il giardino, sporcandosi tutto. E io lo sgrido sempre quando fa così! E lui, con la testa bassa, sgattaiola dentro casa, quatto quatto. Ma non ottengo molto dalle mie sgridate: alla prima svista, lui è di nuovo fuori.


Più tardi l’ho preso su per portarlo in bagno e per cambiare i suoi pantaloncini sudici.


In un attimo di disattenzione -questa volta mia-, ho abbandonato le sue manine e lui si è trovato nel vuoto, sull’erba, e invece di buttarsi per terra, come fa sempre, si é lanciato entusiasta a muovere i suoi primi passi.


“Manuel cammina davvero!”, ho gridato io a tutti gli altri, grandi e piccoli, che erano lì intorno a fare merenda. “Manuel cammina, cammina!”, e tutti hanno cominciato ad applaudire ed anche gli altri che erano in cucina per preparare il pranzo di sono affacciati alle finestre per vedere il miracolo di questo giorno, da tanto atteso: Manuel ha mosso i suoi primi passi da solo.


L’ho lasciato varie volte e sempre Manuel si è retto in piedi da solo e ha camminato.


I ragazzi e le ragazze italiane che sono con noi in questi giorni sono stati testimoni, con le loro macchine fotografiche dell’emozione di questo momento.




Oggi, 23 agosto, Manuel ha vinto sulla sua debolezza. Tra qualche mese compirà 4 anni. Si potrebbe dire che ha impiegato troppo tempo per prendere lo slancio verso l’indipendenza! Ma che importa il tempo! Oggi ha camminato e la gioia e la commozione che sperimentiamo è difficile spiegarla a parole, dopo tanto tempo di sofferenze e attese deluse.


... Questo è successo nel primo pomeriggio: ogni due o tre passi Manuel cadeva in terra, ma poi lo riprendevamo su e lui via di nuovo. felice Verso sera, invece, dopo il pisolino del pomeriggio, non c’è stato più verso di fermarlo: pur con le sue gambine sbilenche si lanciava per tutta la casa a provare il brivido dell’equilibrio che vince sulla gravità. E quasi mai cadeva!


Ai ragazzi italiani che sono qui con noi, Mario della Sardegna, Sara e GianLuca di Salerno, Eleonora di Roma, Elisa di Treviso, Massimo ed Elisa di lá dal Secchia, Lisa di Casina, Marcella di Formigine, oltre alla carissima Giulia di Parma, la soddisfazione di aver visto in diretta un piccolo sogno realizzato qui nella nostra casetta. Mi sono ricordato del mese di agosto di tre anni fa, quando arrivai a casa dall’ospedale. C’erano altri amici italiani quella volta, e proprio Tania e Ilenia mi fecero partecipe di una sorpresa enorme: improvvisamente lasciarono le manine di María René e me la trovai di fronte a camminare per la prima volta. Che commozione pure quella volta!


Mi viene da pensare nella simpatia di incontri con tanti amici e tante amiche che condividono la nostra vita, le nostre gioie e le nostre disavventure, simpatia che ci unisce per sempre e che ci fa spettatori di regali inaspettati e belli.

domenica 9 agosto 2009

sono tornate a volare le rondini nel nostro cielo, qui sopra...

In questo pomeriggio terso di mezzo inverno, sono rimasto colpito dal volo delle rondini sopra i nostri giardini e le nostre case.

Un volo di festa e di gioia, di piroette, di rincorse e di schiamazzi.
Un volo di libertà e di ritorno a casa.
Un annuncio della primavera ormai alle porte qui da noi.

Un volo di speranza per i nostri sogni di bene per i bimbi e le famiglie, un sogno di bene anche per tutti noi che abbiamo bisogno spesso di volgere gli occhi in alto per respirare boccate di infinito e di aria serena.

Le rondini sono arrivate sulla Casa de los Niños como sono arrivati tanti amici: dalla Sardegna, dal Veneto,dalla Campania, dal Lazio e dalla nostra Emilia.
Speriamo che la nostra casa rappresenti un volo verso un orizzonte nuovo e bello per ognuno di loro.

Sembravano felici, le rondini, di tornare a schiamazzare alte sulle nostre teste. Sembrano felici i nostri amici di essere capitati qui nel nostro cielo.

E noi siamo felici di averli come compagni di viaggio in queste settimane.

E siccome siamo tutti made in Italy, li abbiamo accolti con una generosa e succulenta pizza al forno a legna! Molto gradita, ovviamente!

Buona settimana e buone ferie e a chi se le può permettere!