mercoledì 24 dicembre 2008

Casa de los Niños, Bolivia, Natale 2008

Carissimi Amici! Carissime Amiche! Questo Natale sarà molto speciale per noi. Difatti, è la prima volta che lo festeggeremo insieme qui, nella nostra grande famiglia, nella cittadella Arcobaleno, con quasi 100 persone che vivono con noi. A mezzanotte ci troveremo tutti per la messa di ringraziamento nell'abbraccio di adorazione a Gesù che viene a farci il regalo più bello per le nostre vite.

Sarà un momento bello anche per noi e il sigillo di un sogno realizzato. E' il bene che trionfa e che ci fa fratelli e sorelle di tanti proprio come frutto della venuta di Gesù, un bimbo povero come quelli che conosciamo noi, che ha sofferto sin dall'inizio la mancanza di un tetto.

Questo sogno non sarebbe stato possibile senza l'aiuto concreto, il sostegno, la vicinanza, la preghiera, l'amore e l'amicizia di tutti voi che, pur da lontano, condividete l'appartenenza a questa bella e straordinaria famiglia. A nome di tutti, ringrazio ognuno, e ognuno ricorderemo in modo speciale stasera nella Santa Messa.

Auguri di cuore!
Ari e bimbi

martedì 9 dicembre 2008

Ho riletto in questi giorni quanto avevo scritto al conoscere María René

Ho riletto in questi giorni quanto avevo scritto al conoscere María René, nel 2006. Te lo mando perché mi sembra interessante rileggerlo dopo due anni e mezzo e vedere come sono andate le cose...

Casetta dei bambini, Cochabamba, 12 marzo 2006

Ciao!

All’inizio di questa settimana mi faccio vivo per dirvi qualcosa di noi e della nostra casetta.
In questo ultimo tempo siamo stati molto preoccupati per la vita di María René...
In ospedale ce la facevano vedere solo attraverso la porta a vetri della sua stanzetta di isolamento. Sono stati giorni duri, in cui abbiamo capito che la sua vita era appesa ai tanti tubi e alle sonde che martoriavano il suo corpicino e ci mantenevano col fiato sospeso... Non riusciva né a mangiare, né a parlare per diverse infezioni prese, ma quello che più ci commuoveva era il suo volto spento. Da due settimane non vediamo l’accenno di un sorriso sulle sue labbra. Fa male costatare questo, in una bambina che compirà un anno domenica prossima e che ha un viso bellissimo, anche se pallido come la luna...
Abbiamo chiesto il miracolo per lei.

Oggi pomeriggio, al termine della attività con i bambini della scuoletta,sono stato sulla soglia della sua stanza a pregare con calma il Rosario e María René non ha mai tolto lo sguardo da me. Sembrava avesse paura di rimanere da sola e controllava che non mi muovessi. Non aveva più né tubi né sonde, solo il suo biberón vuoto ben stretto tra le manine. Poi si è addormentata.

Oggi mi hanno detto che se continua così, nei prossimi giorni María René potrà venire a casa da noi. Non ci sembra vero! Stasera sono particolarmente contento per questa notizia... Spero che la nostra piccola potrà tornare a sorridere, anche se la sua vita sarà sempre dura e difficile. Ma qui tutti le vogliamo un bene grande anche se la conosciamo da poco. Ci affidiamo a Dio e insieme affidiamo a Dio la sua vita... Certo, anche noi ci chiediamo il perché di tanto dolore in una piccola innocente... E non abbiamo risposte... Comunque, c’è tanta attesa qui, tra tutti gli/le amici/amiche, per l’arrivo di María René nella nostra casetta.
Tutti e tutte si sono offerti per venire a turno a prendersene cura...


Volevo pure ringraziare ciascuno per l’enorme generosità e il grande affetto con cui ci seguite. Sapete -più o meno-, che abbiamo intenzione di costruire case per le famiglie dei nostri bambini. Un centinaio di case, visto che le nostre famiglie sono tante: un sogno grande, ma non impossibile. Non ci preoccupano i tempi nè i soldi. Solo l’amicizia per i nostri bambini ci spinge a sognare in grande. Alcuni di voi ci hanno mandato un bel progetto di case con il nome simpatico di "Residence Arcobaleno". Qui stiamo conversando da tempo con persone conosciute che sarebbero disposte a finanziare la costruzione delle casette (o appartamentini). Ci manca il terreno, che deve essere abbastanza grande e localizzato in questa zona dove attualmente risediamo. Purtroppo, qui i terreni costano tantissimo, non c’è proporzione nemmeno con l’Italia.

I soldi (soprattutto vostri!), che abbiamo messo insieme in questo periodo, raggiungono quasi i 100.000 dollari e serviranno essenzialmente per poter realizzare questo sogno. Mi sembra giusto che siate al corrente di tutto, anche di questi aspetti più pratici ed economici, perché così condiviamo veramente tutto e il nostro cuore può battere all’unisono per una vita bella sognata per tanti.

Volevo pure dirvi che oggi sono arrivate le medicine tramite i medici di Ravenna che si fermeranno in Bolivia fino alla fine di marzo. Sono tante e importanti. Ringrazio di cuore a nome delle persone che le hanno richieste!

Vi auguro una buonissima settimana e non lavorate tanto!
Sappiate che vi vogliamo tanto bene!

Ari

lunedì 8 dicembre 2008

Casa de los Niños, 8 dicembre 2008

Le nostre casette sono piene di finestre: piccole, grandi, di tutte e dimensioni. Ci piace che entri tanta luce nelle stanze e che siano inondate dai riflessi del cielo e dal calore del sole.

Nella casetta dei bambini, quella dove viviamo noi, ce n’è una che non so se sia frutto della mia fantasia o esista davvero. La chiamo: la finestra dei sogni, o anche, dei sogni realizzati.

Da quella finestra io vedo scorrere la vita attorno e la contemplo con stupore e spesso con commozione. Infatti, a volte mi metto alla finestra, in silenzio, senza farmi vedere, per godere o riflettere su quando accade nel palcoscenico della vita in cui siamo immersi.

Da lì, per esempio, vedo María René che prende la mano della mamma Cristina, e insieme passeggiano felici in giardino. La bimba guarda la mamma dal basso in alto, e le chiacchiera, le sorride, e poi si lancia a dirle: “Mami, ti voglio bene!”. E alla mamma Cristina, che è seria e composta, cominciano ad illuminarsi gli occhi, e poi la solleva e la spinge sull’altalena.

Quattro anni fa, María René era stata sottratta alla mamma perché era considerata incapace di darle le cure necessarie per far fronte alla sua malattia. E la bimba fu affidata agli zii, prima di entrare in ospedale. Due anni e mezzo fa, quando noi conoscemmo la bimba, proprio in ospedale, l’Ente locale per i minorenni decise che –superata la fase critica della malattia- María René doveva entrare in un orfanatrofio, pensando sempre nell’incapacità della madre di farsene carico. Lí sarebbe rimasta fino alla maggior età. E la madre avrebbe potuto vederla solo durante i fine settimana, con un permesso scritto. Fu allora quando noi offrimmo la nostra disponibilità affinché la bimba fosse ospite della nostra casetta e la madre potesse vivere vicino a lei. I giudici accettarono la nostra proposta e il giovedì 4 maggio 2006 María René varcó le soglie di casa nostra!

Che emozione quel giorno! Anche l’altra sorella di María René era stata sottratta alla mamma e così, arrivati nella nuova casa, all’inizio dell’anno scorso, usufruendo di spazi più ampi, mamma e figlie vennero a formar parte delle nostra casetta, anche se i medici ci chiesero di continuare ad avere un occhio speciale per la salute di María René. La bimba, infatti, dormiva nelle stanzette con gli altri bimbi della casetta in modo da poterle somministrare noi, alle ore indicate, anche di notte, le medicine necessarie per frenare gli attacchi del suo virus.

In questi ultimi tempi, siamo riusciti a sistemare alcuni ambienti più adatti e questa sera, María René si è trasferita definitivamente, anche a dormire, con la mamma e la sorella maggiore. Non è mica andata lontano, semplicemente nella casa qui di fronte, e possiamo controllare in ogni istante il suo stato di salute.

Stasera si è ricomposta, anche negli spazi fisici, la famiglia di María René. Questo avevamo pensato e sognato per lei e per la sua mamma sin dal primo momento e questo si è realizzato oggi. Dalla mia finestra dei sogni vedo una bimba allontanarsi un po’ da me, e non posso negare la mia commozione perché lei è un frutto bello e speciale della nostra casetta, e l’abbiamo sentita sin dall’inizio come una figlioletta. Con commozione ricordo quando quel primo giovedì di maggio del 2006 la ricevemmo a casa insieme a Luciana, appena arrivata in Bolivia per darci una mano. O quando, all’inizio di agosto dello stesso anno, quasi per
scherzo, Tania e Ilenia mi chiamarono in corridoio per mostarmi una sorpresa, e tolsero improvvisamente le loro mani che sostenevano María René e lei incominció a camminare.
Oggi dalla mia finestra contemplo commosso il distacco di questa bimba dalla nostra casetta. Noi l’abbiamo portata per mano il tempo che Dio ha voluto. Ora sembra che sia lei che porta per mano la sua mamma, considerata sempre incapace e sottovalutata, e sogniamo che insieme potranno continuare a camminare felici nel giardino della vita.

Dalla famosa finestra dei sogni, noi continueremo a seguirle con occhi attenti e premurosi, pensando e sognando ció che è bene per loro. Dalla finestra dei sogni, in questi giorni vedo pure Evita che si muove come una trottola per il giardino. Lei é sempre piena di energie e
questo suo scodinzolare frettoloso non dovrebbe stupirmi piú di tanto. Ma anche per lei si sta realizzando un sogno. Domenica prossima arriverá la sua mamma a prenderla per portarsela con sé... E Evita sa di questo arrivo e non vede l’ora di incontrarsi con la sua mamma, che lei non ha mai visto...

Abbiamo preparato una festa speciale per questo giorno. Ci sará, infatti, l’inaugurazione della casetta dei 7 nani, cosí chiamiamo la casetta che abbiamo costruito qui fuori in giardino, con dimensioni e spazi adatti per i bimbi, su due piani, e che avrá la funzione di asilo il prossimo anno scolastico, e che servirá pure come luogo di gioco al coperto per i nostri bimbi piú piccoli in tempo di piogge. In queste settimane gli amici della Comunitá l’hanno sistemata a puntino e dipinta come una piccola nave, con tanto di mare, pesci, timone e vele dentro. Spero che dalle foto si possa vedere quanto é bella e simpatica! Domenica pomeriggio, Evita sará invitata a entrare da sola in questa casetta, per inaugurarla, e dentro troverá un regalo: ci sará la sua mamma ad abbracciarla, senza che lei se lo aspetti. Quell’abbraccio sará tra loro due sole... E poi faremo una grande festa di saluto per la nostra Evita, arrivata qui a casa, denutrita e col volto spento e bruciato, il primo marzo dell’anno scorso. Ed ora é cosí bella e vispa!

Ma anche Evita non se andrá troppo lontano da noi. Per lei, la sua mamma i suoi nonni é giá pronta una casetta di due piani nella nostra cittadella a 4 passi da qui. Dalla nostra finestra dei sogni godremo commossi le passeggiate per la cittadella di un’altra famiglia ricomposta. E’ proprio bella e speciale la nostra finestra dei sogni realizzati!

... Questo fine settimana, come si sa, sono venuti a farci visita i vicini, preoccupati e spesso contrariati per i supposti misteri che circondano la nostra casetta... I bimbi, i ragazzi, i giovani e le nostre famiglie hanno preparato una bella festa per loro, con balli tipici e racconti di esperienze di vita. Poi la visita guidata agli ambienti della casa, ai progetti in corso, e alla cittadella. Alla fine, un senso profondo di meraviglia, stupore e incredulitá oltre che di ringraziamento per quanto sta nascendo qui attorno e di cui si beneficeranno anche i bimbi poveri del quartiere.

Da parte mia, un altrettanto profondo ringraziamento alle ragazze e ai giovani della Comunitá che sono qui con noi a lavorare sodo, con idee,visioni di bene e proposte concrete che ogni giorno prendono corpo, econvertono i cuori increduli. Ieri pomeriggio sono venuti pure Anna e Maurizio, coppia amica di Udine in visita alla figlia sposata qui a Cochabamba, con cui abbiamo avuto la fortuna di conoscerci anni fa. Arrivati alla cancellata della cittadella pure loro hanno contemplato commossi il sorgere delle casette e l’animarsi della vita, con una infinitá di panni stessi attorno alle case, e grida di bimbi. Abbiamo in archivio una foto fatta insieme dallo stesso angolo, quando vennero a trovarci in settembre dell’anno scorso: non c’era niente, solo una grande distesa di campi coltivati a granoturco.
Dalla finestra dei sogni della nostra casetta, sempre con tanta commozione e gratitudine, riesco pure a vedere e a riconoscere i nomi e quasi tutti i volti degli amici e delle amiche, sparsi in tanti angoli del mondo, che con il loro amore, la loro amicizia, il loro impegno, la loro fiducia, la loro competenza, la loro generositá, i loro suggerimenti, le loro preghiere, gli incoraggiamenti e la vicinanza, rendono possibile, giorno dopo giorno, la realizzazione di questo sogno. Grazie davvero a tutti, grazie di cuore e spero proprio che tanti possano venire qui e vedere.

In queste parole é anche il senso del Natale che si avvicina. E sará il primo Natale che passeremo con le nostre famiglie, e i nostri bimbi, quinella cittadella arcobaleno. Vediamo, infatti, il volto di Gesú, povero e piccolo, che viene tra noi, e a cui abbiamo cercato di dare ospitalitá e calore, condividendo la nostra vita e i nostri sogni. Noi siamo contenti e ci sentiamo veramente fortunati al poter riceverlo, nella sua casetta, nella sua cittadella!

giovedì 4 dicembre 2008

Casa de los Niños, 4 dicembre 2008

Nel pomeriggio di oggi, mentre passeggiavo per il giardino, si sono avvicinati due giovani, che stavano curiosando dentro la nostra proprietà attraverso il cancello.

Chiedendo scusa, si sono presentati. Uno di loro è un tenente che forma parte delle guardie del corpo del Signor Presidente della Repubblica Boliviana, Evo Morales. Il Presidente, infatti, è in visita alla nostra Regione e le sue guardie del corpo, mentre lui riposa, sono in libera uscita.

Guarda caso, questo nostro tenentino, aveva sentito parlare della nostra casa da William, l'amico, allenatore della Nazionale, durante un viaggio ufficiale in Argentina, qualche mese fa. E, guarda caso nuovamente, da ragazzino lui viveva con gli zii a un isolato da casa nostra, per cui oggi ne ha approfittato per tornare a dare un'occhiata al settore dove è cresciuto e per venire a fare un sopralluogo al nostro terreno. E così abbiamo fatto due chiacchiere amichevoli e un giretto per le casette e le altre costruzioni in corso.

Molto contento di quello che stiamo facendo, ci ha raccontato che, da piccolo, entrava di nascosto insieme a compagni discoli come lui- nella proprietà per rubare la frutta delle suore, ma che quando li sorprendevano, via di corsa a scansare le randellate delle suore più focose.

Un particolare veramente simpatico che ci fa dire che il mondo è veramente piccolo e che gli amici possono spuntare da qualsiasi angolo...

Anticipi un sogno che preferirei rimandare a domani: abbiamo chiesto il favore, a questo tenentino, di far atterrare un attimo, domani pomeriggio, l'elicottero presidenziale sul nostro futuro campo da calcio. Lui ci ha detto che farà tutto ciò che è nelle sue possibilità...

Sabato pomeriggio abbiamo in programma una piccola festa per tutti i vicini, che sono stati invitati con una bella letterina preparata dalle nostre ragazze e consegnata dai nostri bimbi. Ci saranno balli, giochi e scenette, oltre ad alcuni sfornati preparati dalle mamme della cittadella. Durante questa festa, che ha lo scopo di avvicinare quanti ci sono contrari, presenteremo gli sviluppi della cittadella, con i vari centri, e con i servizi di cui potranno beneficiarsi anche i vicini: scuola, ambulatorio, piscina, campo da calcio, eccetera. Vedremo se le persone avranno il coraggio di venire e che reazione susciterà la nostra cittadella. Qui tutti si stanno preparando con grande impegno!

giovedì 13 novembre 2008

Hei, ragazzi, ci siamo ancora!

Quando la stanchezza vuol prendere il sopravvento, quando i nemici attaccano con forza, quando le bugie trascinano folle ignoranti, quando verrebbe voglia di gettare la spugna, ecco i nostri occhi incrociare il volto di David e allora tutto rientra dentro l’orizzonte della speranza e del bene da costruire insieme e con pazienza.

David è tutto malattia, ma è anche tutto sorriso.

David è dato per spacciato dai medici con quel suo cervello funzionante al 0.5 %, ma guai a lasciare qualcosa alla portata dei suoi piedini: lui non sbaglia mai un bersaglio. Ditelo alla sua minestra di stasera! Buffon arrossirebbe se se lo trovasse davanti ai rigori!

David sgambetta come un ciclista forsennato come a dirci che noi dobbiamo dare calci ai falsi problemi, alla stanchezza e alle preoccupazioni. Bisogna vederlo come afferra il suo biberon con i piedini e lo lancia con forza centrando improvvisamente la sua bocchina sdentata.

David è un pezzo di cielo che è piovuto da due mesi sulla nostra casetta, immergendoci sempre di più nel magico incanto del nostro sogno.

David non chiede mai niente per sé, neppure l’attenzione di chi passa accanto alla sua culla. Può stare un giorno intero a rivoltare tra le mani una brettella di tela rossa. E’ affascinato dal color rosso. Avrà qualche tendenza politica nascosta? O avrà ambizione a diventare cardinale? Rosso è il primo colore dei tetti delle nostre casette che dall’alto fanno proprio un bell' effetto.

David offre sempre la sua manina per applaudire insieme a chi gli si avvicina. Con lui applaudiamo alla vita e alla vittoria del bene sulla stupidaggine.

David è nostro e noi siamo con David, spettatori di ogni suo istante di vita che questa casetta ci fa il dono di condividere.

David è anche un po’ hippie per i suoi capelli lunghi e per il suo rifiuto a lavarsi, ma se non avesse qualche difettuccio, pure gli Angeli farebbero brutta figura davanti a lui.

Ieri i vicini ci hanno mandato improvvisamente ispettori del servizio per i minorenni della Regione con la chiara intenzione di far chiudere il nostro centro. Il giorno precedente, sempre i cari vicini, ci avevano mandato gli ispettori del Comune per far sospendere i lavori di costruzione,o, caso contrario, la demolizione delle casette. Ma noi, testardi, come reggiani e montanari, avanti! E al pomeriggio sono arrivate le macchine del Comune ma per portarci pietre da costruzione. I vicini non sono stati informati...

Gli ispettori della Regione, come prevedibile e come il giorno prima gli ispettori del Comune, non hanno trovato niente in regola. A mo’ della Finanza in Italia, hanno scrutato con lente di ingrandimento ogni angolo delle casette, facendo domande provocatorie a ogni famiglia, a ogni bimbo. Noi non abbiamo nascosto niente, anzi, eravamo contenti che si mettessero in luce le nostre mancanze per poter, una volta per tutte, trovare la strada di un ordine necessario. Quando si è trovata davanti al sorriso di David, la faccia burbera dell’ispettrice si è illuminata commossa al conoscere la sua storia. Si è seduta a tavola con noi per prendere un caffè e redigere la relazione che avrebbe dovuto essere di rifiuto totale, con grave sanzione per le nostre attività. Siamo stati oltre un’ora ad ascoltarla con David che scalciava contro la parete della sua culla. Alla fine la relazione informativa per i suoi Superiori è stata essenzialmente di appoggio per il nostro Centro e di pieno discredito per i nostri vicini, classificati invidiosi e per niente interessati al bene dei bimbi. Poi siamo stati ben orientati su come mettere in ordine tutto per
poter funzionare adeguatamente. L’ispettrice verrà stasera –venerdì- all’incontro settimanale con le nostre famiglie per dare indicazioni sulla gestione di una casa e di una famiglia e vuole continuare ad accompagnarci perché tutto sia veramente per il bene di tutti noi qui. E ci ha promesso l’appoggio delle Istituzioni Pubbliche. Ma i vicini non lo sanno...

E’ vero di nuovo quello che avevamo capito ultimamente: che ciò che succede è per un bene maggiore, anche se magari prendiamo spavento ogni volta che suonano il campanello di casa nostra.

Ci pensa David a scalciare via i veri e i falsi problemi!

sabato 27 settembre 2008

3 mesi dalla partenza di Antonio

Da tempo desidero mettere giú qualche pensiero su Antonio, ma non sono mai riuscito a terminare una pagina intera. Sono troppi gli aspetti di questi anni condivisi insieme, e troppa l’angoscia che mi attanaglia ancora.

C’é una foto di Antonio che é rimasta nella nostra cucina e c’é una foto di lui nella nostra cappellina. C’é il ricordo dei suoi passi furtivi, in ogni angolo della nostra casa. Lui sempre desiderava una casa di due piani, chissá perché..., e qui aveva la sua stanzetta al secondo piano, contento, forse a ricordo dei suoi anni trascorsi sugli alberi del centro della cittá o in quella grande cisterna di acqua, vuota, che campeggiava di fianco a un giardino e da cui poteva dominare il panorama della cittá ai suoi piedi. In quella cisterna, una volta, trovai un pezzo intero di formaggio grana, scomparso misteriosamente dal frigorifero di casa...
Riprendo alcune stralci scritti a suo tempo.

22 giugno: i segreti di Antonio…
Prima di tutto vorrei ringraziare ognuno per il grande affetto dimostrato nei confronti nostri e di Antonio. Ringrazio anche perché –grazie alle parole e al ricordo vostro- sono stato aiutato a ricordare, cioé a “rimettere nel cuore” tanti aspetti ed episodi della vita di Toño che hanno segnato il suo passaggio tra di noi in questi anni. Lui é stato presente in ognuna delle nostre casette e ha visto lo svilupparsi del nostro sogno...

In questi giorni sto mettendo in ordine la sua stanza, a dire il vero, non sono corrette le parole “mettere in ordine” perché come sanno tutti quelli che l’hanno conosciuto, non c’era bambino/ragazzino piú ordinato di lui. Dovrei imparare pure io da lui e dovrebbero vedere la sua stanza Jhonatan e Gustavo... come a suo tempo indicavamo a Giovanna e Roxana... Non c’é cosa fuori posto.

... disfare il suo letto..., tirar fuori dall’armadio i suoi vestiti..., scoprire i suoi tesori che tanto hanno contraddistinto la sua personalitá cosí contraddittoria...

Cerco di leggere nella sua stanza la sintesi di una vita breve, dura, misteriosa ma tanto interessante... Forse si potrá incluso leggere quanto scrissi su di lui nei primi tempi del suo arrivo. Vedere le sue foto, dal suo arrivo sino ad ora, anche se lui si é sempre dimostrato schivo nel farsi fotografare... Tanti cambiamenti che hanno segnato questi quasi 5 anni che abbiamo condiviso insieme.

15 luglio
Ho messo in ordine le sue cose e ho liberato la sua stanza, finalmente. C’é la maglia del Milan e c’é pure quella dell’Italia campione del mondo, che sono state regalate da voi e dagli amici di Massa, e che lui portava con tanto orgoglio. Sperava, un giorno, conoscere l’Italia...

Ci sono le foto e le letterine che riceveva da Ivana, che fu la prima che volle farsene carico, insieme alla mamma Alba. C’é un puzzle, intatto, che gli regaló una nostra amica il giorno del suo compleanno, con 300 pezzi, che lui riusciva a mettere insieme anche al rovescio. Ci sono i suoi libri da disegno che ogni anno voi gli mandavate e che lui tirava fuori nei
momenti di maggior serenitá, e che dipingeva con una precisione impressionante, e mi teneva lí ore e ore perché gli indicassi bene a quale colore corrispondeva ogni disegnino. Ho trovato pure le riviste italiane che metteva insieme ad ogni viaggio degli amici di Tressano: in un anno ha finito di leggere in italiano “4 Ruote” e ad ogni parola che non comprendeva, veniva giú a chiedermene il significato. C’é il suo quaderno di scuola, senza una sbavatura, senza un errore di grammatica... Ci sono le scarpe da ginnastica nuove regalategli a Natale da Luciana, Grazia e famiglia, con ancora dentro il cartoccio per mantenerne la forma e che lui non voleva spianare per non sporcarle... Infatti, quando si metteva un paio di scarpe nuove, camminava in punta di piedi per non alzare polvere dal suolo. Ci sono i suoi vestiti, le sue famose giacche piene di tasche, tutto piegato a modo e sistemato a dovere negli attacapanni e nei cassetti. C’é il suo maialino/salvadanaio, pieno di monetine, che invano cercavano di rubargli Jhonatan e Gustavo, perché ben custodito, lontano da mani avide. Lo regalaremo alla sua sorellina Sonia. Ci sono i suoi legnetti, intarsiati ed incisi, con i nomi di tanti amici, con il nome della nostra casetta, il suo traforo, i suoi colori, i regali di compleanno, ancora incartati, accumulati anno dopo anno nell’armadio, i palloni sotto il letto, le sue radioline, due ruote di pattini con cui giocava con i bambini piccoli ai giardini pubblici. Ci sono gli orologi e le calcolatrici, il suo diario, comprato con i risparmi dei sui lavoretti. Ci sono le foglie secce di jacarandá, su cui disegnava con estrema bravura, con le lenti di ingrandimento, i nomi di tutti noi...
Di tutti questi tesori segreti potremo un giorno farne un piccolo museo, per ricordare per sempre la sua vita tra di noi.

19 settembre
Nella sua stanza c’é lui, che si addormentava alla 8 di sera e voleva essere svegliato alle 7 di mattina in punto. Ricordo adesso, i primi mesi, dal suo arrivo, quando voleva essere preso per mano, quando andvamo insieme in cittá...

Prenderci per mano, nonostante i nostri caratteri schivi, mi fa pensare alla nostra vita, all’esperienza della nostra casetta che é un prenderci per mano, che é un prendere per mano chi ci é stato affidato finché un giorno ci ritroveremo tutti a darci la mano per giocare a “giro giro tondo”, nel Cielo.

Toño ci prenda per mano in questa avventura -grande, bella, dura, faticosa, affascinante, assurda, incoscente- della costruzione di questa cittadella arcobaleno –con al cuore la casetta dei bambini- che vuole essere un sogno di bene per tanti, per tanti a cui vogliamo dare la nostra mano per camminare insieme e accompagnarci in questo sogno un po’ pazzo di una fraternità vera e umile.

Grazie ancora, Toño, e scusaci se tante volte ti abbiamo fatto arrabbiare, ma tanto tu sapevi che ti volevamo bene lo stesso!

mercoledì 17 settembre 2008

David é proprio un angioletto regalatoci da Cielo

David é proprio un angioletto regalatoci da Cielo come gioiello per la nostra casetta.
La culla é il suo mondo, di giorno e di notte. Lui non si lamenta mai. Piange solamente quando dobbiamo portarlo con la macchina all'ospedale, per gli esami medici. Probabilmente la valvola che ha dietro la nuca provoca in lui degli scompensi molto dolorosi e movimenti bruschi o inaspettati sono motivo di molestia.

Lui dorme con me, nella stessa stanza, ed ora riesco a interpretare certi suoi movimenti: il battere ritmato dei piedi contro la culla per dimostrare la sua gioia; il battere del palmo rovesciato della mano sulla bocca, per indicare che il cibo gli piace molto; il rigirarsi nella culla per raggiungere qualche oggetto di suo interesse; lo scuotere della sua testa per mostrare la sua felicitá quando ascolta le canzoni dello Zecchino d'oro...

E' tutta una scoperta la giornata insieme a lui! Siamo proprio felici di averlo con noi!
Oggi siamo riusciti finalmente a fare gli esami medici richiesti dal nuerologo. Aspettiamo i risultati per capire che possibilitá di miglioramento per la sua vita. Ma, in tutti i modi, la sua vita é bella perché lui é sempre contento! Sono parametri difficili da spiegare, per un bimbo dato per spacciato dai medici e abbandonato dalla propria mamma, ma é proprio questa la realtá che viviamo insieme a lui.

Sul fronte delle casette, mi sono venuti in mente alcuni numeri, stasera, mentre lavavo i piatti, e cosí ho pensato di condividerli, tanto per farsi un'idea di come va avanti il nostro sogno:
- 2000 borse di cemento
- 27 bagni completi di accessori, per questa nuova fase
- 2000 mq di mattonelle,
- 60 mila mattoni
- 7 tonnellate di ferro da costruzione
- sabbia e pietre a non finire
- 1200 metri di tubature
- non so quanti metri di fili per impianti elettrici...

Possono sembrare numeri freddi, ma significano protezione per tante famiglie provate dalla vita, e rappresentano anche il frutto di un'amicizia concreta che ci lega con tanti a distanza, fatta di generositá, impegno, sacrificio, fantasia e volontá di bene.

Ci ringraziamo proprio tutti per il dono di questa esperienza che viviamo qui e lí con tanta normalitá.

domenica 14 settembre 2008

una giornata indimenticabile

7 settembre 2008. Festa della primavera nella casetta dei bambini


In queste parti del mondo, settembre significa l'inizio della primavera. La prima domenica di settembre é un giorno verde per cui non circolano le automobili. Noi, qui nella nostra cittadella, anche se di automobili non ce ne sono, ne abbiamo approfittato per lanciare questa festa che vorremmo ripetere ogni anno: la festa della primavera.
A dire il vero, era pure una scusa per offrire un giorno diverso alle nostre famiglie che spesso, il fine settimana, si dedicano al vizio del bere.


Abbiamo parlato di questa idea con le ragazze che aiutano qui in casa, e che formano parte della Comunitá, e venerdí sera, nella riunione con le famiglie, abbiamo proposto questo programma, che é stato accettato da tutti con entusiasmo. Con chiarezza, abbiamo imposto ad ogni famiglia l'obbligo di partecipare, con tutti i membri, a questa festa.
In poche ore, abbiamo preparato i giochi e i premi.


Stamattina, piano piano sono apparse tutte le famiglie praticamente al completo. Una vera sorpresa!


Padre José ha dato l'inizio con la messa e poi noi abbiamo spiegato il senso della giornata. Ad ogni famiglia é stato consegnato un passaporto, con il logo dell'Associazione, tutto ben disegnato e, dentro, la foto della famiglia,fatta da loro disegnini. Ogni famiglia doveva intraprendere un viaggio per diverse isole: l'isola dell'amicizia, l'isola della simpatia, l'isola della pace, eccetera. In ogni isola si dovevano realizzare certe prove, veniva timbrato il passaporto e dato un punteggio.


Prima di iniziare il viaggio, una giuria formata da mamme esterne ha fatto una visita per le casette per vedere il grado di ordine e pulizia. Alla casetta piú ordinata si é destinato un premio speciale. Avevamo dato preavviso di questa prova e difatti, stamattina, tutte le casette -dentro e fuori - erano ordinatissime. Bel segno, che dovremo ripetere!


Alle 10 e mezza si é dato il via al tour per le isole sparse nel nostro giardino. Ogni famiglia si muoveva ben unita ed era uno spettacolo vedere i genitori, tutti tirati a lucido, insieme ai loro figlioletti. Tutti con un gran sorriso sulle labbra.


I giochi erano semplicissimi, adatti sia per i grandi sia per i piccoli.


All'una abbiamo interrotto per il pranzo. Ogni famiglia aveva preparato qualcosa che poi si é condiviso tutti insieme. Eravamo oltre 100 persone, autoinvitatesi a pranzo. Non é rimasto niente, come di consueto!


Nel pomeriggio sono continuati i giochi, conclusisi con la caccia al tesoro. Il tesoro, fatto di dolcetti, era nascosto tra i vestiti stesi ingiardino, e ci é voluto un po' di tempo perché una bimba se ne rendesse conto.


Alla fine, la premiazione, con un regalo speciale per ogni famiglia: un rande cesto di viveri, proprio utili in questo periodo di scarsitá economica. Alla famiglia con la casetta piú ordinata, abbiamo regalato una macchinetta per far la pasta in casa. Poi la foto di gruppo, con lo striscione nostro.


Una breve preghiara per ringraziare Dio e tutti, e poi il ballo finale, aerobics,con grandi e piccoli, prima che si facesse buio.


Una giornata piena e bella, difficile da descrivere a parole, per l'intensitá vissuta insieme, per la gioia che splendeva sui volti di tutti. La richiesta unanime di ripeterla presto ci ha rinfrancati e ci sprona a pensare ad altri programmi domenicali da vivere insieme, qui, in questa nostra cittadella,in questa famiglia grande che oggi ha vissuto un momento fondamentale di crescita.


A sera, abbiamo invitato i ragazzi e le ragazze della Comunitá,stanchissimi per l'impegno profuso durante tutto il giorno, a mangiare una pizza insieme, per ringraziarci reciprocamente per comunicarci i commenti raccolti dalle nostre famiglie. Tutti siamo pienamente d'accordo nel dire che si é trattato di un giorno speciale, che meritava essere vissuto e che speriamo segni l'inizio di un modo diverso di vivere la festa per ognuna
delle nostre famiglie.


Ringraziamo i ragazzi di Roteglia che, con i loro giochi d'estate, ci hanno dato l'idea di ripetere, in piccolo, questa bella iniziativa.


Possiamo, ora, andare a letto felici e stanchi...






lunedì 1 settembre 2008

Io sono come il piccolo David.

Casa de los Niños, una delle piú belle casette del mondo! 28 agosto 2008

David é arrivato alla nostra casetta da appena due giorni. Compirá 4 anni il 23 dicembre. La sua mamma, che fa un brutto mestiere, l’ha abbandonato in ospedale perché é un bimbo “psi”, che vuol dire, con un danno cerebrale irreversibile. La sua testina pesa oltre 10 chili, su un corpo che non raggiunge i 20. Idrocele, credo che cosí si chiami in italiano la sua malattia. I medici che ce lo hanno affidato, perché nessun centro aveva posto per accoglierlo in questo momento, gli danno pochissime speranze di vita. Ma come é abitudine nostra, rispettiamo i medici, e ce ne freghiamo olimpicamente dei pronostici.

David é un nostro bimbo, da sempre. La sua vita sará raccolta in ogni attimo eterno di coccole che sapremo condividere con lui, come tanti ci hanno giá scritto. E vi assicuriamo che non andrá in nessun altro centro certamente piú specializzato del nostro. Rimarrá qui perché cosí lo ha deciso il plenum dell’assemblea dei bimbi della nostra casetta.

Infatti, ieri, alla nostra domanda: “Tu vuoi che David rimanga a vivere con noi?” Evita, la jefa della casa ha risposto: “Ma certo! E che si compia quanto io ho stabilito!” María René, miss capriccio numero uno, ha risposto: “Allora: bien!” Sebastián, che di contrario non ha proprio niente, ed é sempre d’accordo con tutto, soprattutto con Evita, ha ribadito: “D’accordo, mi jefa!” Jhonatan, pur con la sua faccia burbera da eterno scontroso, ha gridato: “Sí. Hip, hip, hurra”!

E finalmente, il piccolo Manuel, che quando vuole, riesce a farsi intendere, ha battuto le sue manine in segno di acconsentimento. Detto fatto, David é il nostro nuovo fratellino. Evviva!
I bimbi dicono che é una sorellina perché ha il visino dolce come una bimba.... Abbiamo un piccolo problema al mattino perché, appena svegli, i bimbi corrono a svegliare David per chiedergli se ha dormito bene, se andrá a scuola pure lui, quando verrá la sua mamma a visitarlo, eccetera...

Io sono sempre stato convinto che David “é nostro”. Quanti erano presenti al mio congedo, in novembre dell’anno scorso, a Roteglia, ricorderanno quanto dissi sul mio desiderio di poter condividere la nostra casetta con bambini gravemente ammalati...

David puó mangiare solo cose liquide o latte, non parlerá mai, non camminerá mai, rimarrá legato alla sua culla e alle cure di quanti avranno la fortuna di volergli bene... La sua vita dipenderá dall’amore altrui. Ma lui sa ricambiare con il centuplo in sorrisi o con lo slancio delle manine rivolte verso il cielo...

... stasera, ho avuto il tempo di giocare con tutti i bimbi, da solo con loro, dopo cena, invece del consueto video pre-nanna. I bimbi sono sempre felicissimi di terminare la giornata nella stanza “de los colchones”, la stanza giochi dei materassi, dipinta su di sopra da Betty, Pino e... Antonio...

E’ stato durante questa oretta di gioco insieme che mi sono reso conto quanto posso imparare e quanto sono simile al piccolo David. Nella stanza dei materassini, i bimbi si liberano, e sguazzano contenti come pesci nell’acqua. Persino Manuelito, con le sue gambine di gesso, riesce a trascinarsi felice da un angolo all’altro, facendo il verso della tigre feroce.

Quando ho portato su, per ultimo, David, e l’ho appoggiato delicatamente su un materassino in disparte, vicino a me, gli altri bimbi si sono avvicinati e hanno chiesto come mai lui non sgattonava come loro... “Perché é ammalato e non puó muoversi bene come voi”, ho risposto con semplicitá. Allora, tutti si sono dati da fare per portagli cuscini, giocattoli e quanto avevano sottomano, riempiendolo di bacini sul suo volto bianco. E poi hanno continuato a giocare sotto la mia sorveglianza.

A un certo punto, David si é girato da solo, appoggiandosi sulle ginocchia e sul palmo delle mani e ha iniziato a muoversi per la stanza, trascinando come un fardello impossibile la sua testina riversa con la fronte a terra. Ed é andato lui stesso a cercarsi i giochi sparsi per la stanza, e a stringerseli al petto, con le poche forze che ha. Quando gli altri bimbi se ne sono accorti, hanno iniziato a urlare di gioia, mentre io mi commuovevo dentro di me e lo lasciavo fare a piacere, senza aiutarlo. E sono venuti tutti a subissarlo di abbracci. Uno sforzo sovraumano, immagino, con quella testa enorme piegata all’ingiú che verrebbe voglia di trapanare affinché una volta per tutte esca il liquido che l’opprime... Ma allo stesso tempo, la gioia della contemplazione della vita, della testardaggine (mai parola sembrerebbe piú appropriata) che fa capaci di andare avanti e di superare gli ostacoli piú difficili.

Dopo la sua quasi-scorribanda, David é tornato da me a farsi coccolare, e io l’ho baciato con tenerezza sulla fronte... E i suoi occhi luccicavano di gioia come i miei...

“ció che é profondamente bello, vero e buono si vede solo con gli occhi del cuore...”

David mi ha insegnato tanto, stasera.

Lui é stato abbandonato dalla sua famiglia. Lui é un bimbo da scansare perché troppo difficile da controllare, con la sua malattia irreversibile. Lui non ce la potrá fare da solo. Ma lui stasera si é alzato sulle sue ginocchia e ha cominciato testardamente a trascinarsi per il pavimento, con una fatica impossibile, e ha raggiunto i suoi giocattoli, il suo obiettivo. E gli altri piccoli che erano accanto a lui, e se ne sono accorti, gli sono andati incontro ad abbracciarlo, felici.

Ho pensato, al vederlo, che tante volte nella vita cercano di lasciarci soli... Ma la nostra vita é per questi bimbi, capricciosi e belli; é per queste famiglie ubriacone e povere; é per tante situazioni di dolore che il mio/nostro cuore é capace di accogliere.

Come David, noi non giudicheremo nessuno e non ci chiederemo il perché di tante cose assurde che vediamo attorno a noi e continueremo a trascinare la nostra testa dura per terra finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo, che é quello stesso di Gesú: “Beati voi poveri, perché vostra é questa cittadella!” “Venite a noi, voi tutti che siete ammalati, sporchi, poveri, ubriaconi e soli perché vostro é questo arcobaleno sotto cui rinfrancare il cuore!”

E poi, non ci sentiamo soli perché, come il piccolo David, c’é un cuore di una famiiglia grande che batte e che dá vita con il sangue del sacrificio e dell’impegno personale, oltre al calore di una amicizia senza confini e senza interesse alcuno.

Ari e David continueranno a trascinare con testardaggine la loro vita per terra, in silenzio, ma con il cuore pieno di gioia per ogni piccolo traguardo raggiunto.

E non giudicheremo mai nessuno, e non scrivermo piú a nessuno perché abbiamo solo il tempo di giocare con i nostri bimbi e di imparare pure da loro.

Grazie, David, per essere arrivato giusto a tempo per insegnarmi/ci a non essere solo/i. Stasera ho imparato un’altra cosa, che magari potrá sembrare troppo dura e troppo sognatrice.La vita di David sará breve ma concluderá il giorno in cui apparirá la sua mamma, qui, e gli dará un bacio col cuore sulla sua fronte bianca. Quel giorno, il piccolo David chiuderá gli occhi e un dolce sorriso sigillerá per sempre il suo splendido volto...

mercoledì 27 agosto 2008

oggi é arrivato Jose' David

Volevo dirvi che oggi é arrivato José David. E' nato il 23 dicembre dl 2004, é idrocefalo, con atrofia cerebrale. Non parla e non cammina, cosa che porterá con sé per tutta la sua breve vita..., ma é sempre sorridente, ed é vispo e sveglio.


I bimbi della casa l'hanno ricevuto con molto entusiasmo e sono lí che gli fanno festa continuamente. E' un piccolo tesoro che siamo contenti di aver ricevuto nella nostra casetta, visto che 'non c'era posto per lui negli altri centri'. Speriamo di rintracciare la madre cosí viene pure lei da noi e se ne prende cura. Lui sta sempre nella sua culla e ci sguazza come un pesciolino, contento e brioso.


Ripeto quello che ho detto altre volte: non ci sentiamo eroi, ma non vogliamo neppure essere indifferenti alle richieste di aiuto che ci vengono sottoposte di volta in volta. Non potremo rispondere a tutte, ma pur con i nostri limiti, cerchiamo di essere una famiglia aperta.


Vedremo come va con il piccolo David (gli abbiamo ridotto il nome perché David per noi ha un significato molto speciale). Intanto ne gioiamo insieme!






Un abbraccio sempre piú grande a tutti!
Ari e piccoli monelli

lunedì 25 agosto 2008

visita della nazionale di calcio boliviana

Hei, ragazzi!
Forse indovinate da soli....
Un po' di invidia non guasta!
Insieme agli amici della nazionale boliviana di calcio. Auguri per la prossima partita!


Non si vedono, peró ci sono gli autografi dei giocatori e degli allenatori nel nostro striscione ed anche nella maglietta dell'associazione!


Non vi sembra bello?


I bimbi hanno giocato a calcio nello stesso campo felici tutto il pomeriggio. Proprio un bel regalo di William!





domenica 3 agosto 2008

notizie dalle Ande

Ciao a tutti

ho un attimo di riposo in attesa di mettere a letto i bimbi, loro hanno gia' mangiato e stanno guardando un cartone animato prima di andare a letto. Questo e' l'unico momento della giornata in cui si ha un po' di tranquillita' perche' sono tutti incantati davanti al video che possono guardare solo dopo cena.

Fra un po' comincia la preparazione per la notte e dopo si accompagnano tutti nelle loro stanze e, credetemi , e' un momento faticoso ma bellissimo, tutti vogliono le coccole, chi chiede una storia, chi una canzone e qualcun' altro vuole ancora giocare e noi elargiamo coccole a piu' non posso perche' sappiamo che sono importanti come il pane e ne hanno tanto bisogno e poi....piace anche a noi, nessuno e' cosi' affettuoso come questi piccoli monelli e facciamo il pieno di baci e abbracci che ci accompagnano poi durante tutto l'anno.

Oggi dovevamo andare nella foresta ma ieri un nuovo dottore che curera' i piedini di Juan Manuel ha deciso di rifargli i gessi, questa dovrebbe essere l'ultima volta, speriamo! E' un bambino dolcissimo che attira i baci da lontano, e' tanto che soffre per il suo problema ai piedi che merita proprio di guarire in fretta.

Venerdi' scorso siamo andati a casa di una famiglia che abita una casetta per una riunione in cui hanno partecipato tutte le famiglie, e' una riunione che si terra' tutti i venerdi' e servira' per essere sempre al corrente di tutti i problemi che possono insorgere fra le famiglie stesse. Quella di venerdi' e' servita sopratutto a farci conoscere e le parole che ognuno di loro ci ha detto ci ripagano di tutto quello che abbiamo fatto e che faremo per loro.

Insomma, e' sempre piu' quello che riceviamo che quello che diamo! Bene, per oggi il tempo e' scaduto, e' il momento della battaglia. Appena posso vi daro' altre notizie

Saluti carissimi
Patty

venerdì 1 agosto 2008

1 agosto

Buon inizio del mese, che significa pure, per voi, buone vacanze! Sono contento che vi possiate riposare un po', visto che ve lo meritate proprio, con il ritmo che avete voi in Italia.

Anch'io sto riposando molto di piú con la presenza degli amici di Tressano! Ogni giorno é molto bello e molto semplice con loro, e anche tutti i bimbi della casa e delle casette sono contenti. Chico é subissato, vuol dire, sommerso continuamente da maree di bambini, ma resiste. Meno male che domani arrivano i rinforzi da Genova!

Oggi abbiamo ingessato Manuelito, di nuovo... Dovrá portare il gesso per 1 mese e mezzo e poi l'apparecchio divaricatore per altri 3 mesi. Siamo arrivati improvvisamente a questa decisione perché con il P. Antonio siamo andati ieri sera da una dottoressa/traumatologa che lo conosceva sin da piccolino e che ci ha detto che se non si interviene prima dei tre anni di etá ci sono seri pericoli per le sue gambette. Dal momento che non é cosí facile fare tutti i documenti richiesti sia qui che in Italia, per un suo eventuale intervento negli ospedali italiani, ci siamo convinti che era meglio prendere questa decisione, per il bene del bambino, anche perché i suoi piedini erano ogni giorno piú storti... La dottoressa é fiduciosa...

Una cosa che non abbiamo detto é che, sin dal primo momento, dall'arrivo dall'aeroporto, la presenza di amici italiani porta alla memoria la mancanza di Antonio qui con noi... Ci troviamo spesso a parlare di lui... Ci aspetteremmo di vederlo apparire di nascosto in cucina, ogni mattina..., facendo sorprendere dalla sue trovate... In tutti ha lasciato un segno profondo...

Per le costruzioni, siamo al primo piano della casetta dei 7 nani e della nuova cucina. Non ho ancora mandato le foto, ma credo che vi piacerenno. Stiamo facendo esperimenti di costi e di materiali, prima di iniziare la nuova fase di costruzione delle case per le famiglie dei nostri bimbi. I mattoni a faccia vista richiedono molta piú mano d'opera, ma minor impiego di materiale. Poi decideremo come proseguire.

Ci salutiamo con tanta gioia nel cuore e il grazie per tutto quello che contempliamo qui attorno.

Ciao!
Ari, bimbi e amici tutti

giovedì 31 luglio 2008

saluti dalla Bolivia

Ciao a tutti,
ho a disposizione solo pochi minuti, qui la giornata e' molto frenetica ma volevo in qualche modo rendervi partecipi di questa grande famiglia che e' la "Casa de los niños. "Siamo arrivati mercoledi' dopo un lungo e massacrante viaggio ma come gia' sapevamo, ne valeva la pena!
Peccato che fosse sera, tutti i bambini erano gia' a letto, abbiamo dovuto aspettare la mattina dopo, per rivedere i "vecchi" e conoscere i "nuovi". Che gioia vederli belli, cresciuti e birichini come ce li ricordavamo. La nostra casa...............


Bene, l'altra sera ho dovuto interrompere la mail, la mia presenza era richiesta altrove, precisamente al cambio dei pannolini per la notte, non vi dico che delirio, nessuno vuole andare a letto, tutti scappano da una parte all'altra e tutti insieme si ride come matti per le varie smorfie o faccette di questi piccoli terremoti, a volte pero' si deve fare anche la voce grossa altrimenti si crea una tale baraonda che non finisce piu'. Le nostre giornate passano veloci, si comincia al mattino, circa alle sette e mezza poi si continua fino alla sera che raggiungiamo cotti e stracotti.


Non e' solo il lavoro che ci stende ma sopratutto i giochi con tutti i bambini che frequentano la casa, che sono tanti, pensate che nelle casette appena finite di costruire per ora abitano 8 famiglie (in qualche casa mancano ancora alcune cose importanti come luce e porte) e queste otto famiglie hanno ben 56 tra ragazzi e bambini, che passano tutto il loro tempo libero nel nostro giardino, potete immaginare......


Ieri siamo andati sull'altopiano (se cosi' si puo' chiamare un'altitudine di 4000 metri) A portare vestiti per i bambini e borsine piene di alimentari alle famiglie dei due villaggi che Aristide e i ragazzi della Comunita' seguono. E' stata come sempre un'emozione fortissima, e' veramente un'altro mondo quello che si trova in mezzo alle Ande, che sembrano infinite.
Vi mando qualche foto cosi' potete meglio capire. I bambini sono educatissimi e aspettano il loro turno con infinita pazienza, hanno avuto un maglione e un paio di pantalocini a testa e tutti si stimavano un sacco. I piu' piccoli hanno avuto qualche indumento che abbiamo portato dall'Italia sopratutto berretti, che portano sotto ai loro tipici cappelli, nelle ora in cui fa' piu' freddo e li' fa veramente freddo..!!!










Domani andremo nella foresta a far visita alla comunita' degli Yuqui e questa avventura ve la raccontero'...... la prossima volta! Ciao a tutti e grazie a nome di tutte le famiglie.
Saluti affettuosi
Patty

giovedì 19 giugno 2008

Toño

19 giugno casa dei bambini....

Carissimi, mi dispiace dover scrivere.... e dover condividere con voi anche questi momenti difficili e di cui non riusciamo ancora a capire il senso profondo e vero....

Stamattina dovevamo portare Toño a una visita medica perché negli ultimi giorni la sua situazione di salute (mentale) era peggiorata e avevamo programmato con i nostri medici una sua degenza in ospedale. Per questo motivo, e anche perché era diventato molto violento nelle ultime settimane, da lunedí era rientrato presso la sua famiglia.

Quando siamo arrivati a casa sua, alle 9, insieme ad Emilio e al Padre Antonio, l'abbiamo trovato a letto immobile... Era andato in Cielo, durante la notte, improvvisamente....
Non so spiegare e non so tirare fuori le parole giuste....

Mi/ci dispiace tanto e non eravamo preparati....

Da quasi 5 anni condividevamo la stessa casa e la stessa vita, con alti e bassi, ma con lo stesso desiderio di bene per lui, scappato dai genitori quando era piccolissimo e cercando di essere per lui una famiglia vera che l'accettava cosí com'era....

Gesú se l'é strappato per sé...

Toño era nel cuore di tutti quanti l'hanno conosciuto proprio per la sua diversitá e originalitá. Tanti di voi avranno un ricordo suo, bello e originale come lui, con il nome stampato sul seme secco dell'albero del nostro giardino...

Conserviamo insieme questo regalo con la certezza di poter riabbracciare Toño, tutti insieme, con gioia, in Cielo.

Vi abbraccio e vi ringrazio, pur con le lacrime agli occhi.
Ari

lunedì 16 giugno 2008

Paola

Ciao, ho scritto le ultime cose su Paola... Anche questo é vita della nostra casetta e ne siamo contenti, nonostante il dolore...

Un abbraccio e un grazie a tutti anche da parte della nostra Paola!

Sussurri nella nostra casetta...

“Ari, puoi venire qui un attimo?”
“Sí, Paola, adesso ti raggiungo! Dimmi.”
“Secondo te, me ne vado?”
“Non lo so, Paola... Certo che il tuo corpo non ti accompagna... Ma non lo so proprio e non so bene cosa risponderti. Ma dove vorresti andare: in Cielo?”
“Sí...”
“Sei pronta?”
“Sí.”
“Sei piú contenta di andare o di restare qui?”
“Voglio andare!”
“E’ perché sei stanca, vero?”
“Sí, sono stanca e mi rendo conto che non sono piú capace di far niente, neanche di curare i miei figli.”
“Non ti preoccupare di questo. Come vedi, a loro ci pensiamo noi. Gesú sará contento di venirti incontro e ti dará un grande abbraccio. Tu sei amica di Gesú?”
“Sí”
“L’hai conosciuto in questo tempo?”
“Sí, l’ho conosciuto e lo sento vicino, anche se faccio fatica a parlargli.”
“Lui ti vuole molto bene perché tu hai amato tanto nella tua vita...! E hai sofferto pure tanto. Ricordi che l’altro giorno ti ho spiegato che la morte non esiste, per cui manteniamo –come possibile- dentro di noi la gioia.”
“Vorrei poter dormire una notte intera e svegliarmi in un posto bello, sana, ma probabilmente si tratta di un sogno impossibile.”
“No, vedrai che sará possibile.”
“Sai, io ho giá perdonato a tutti e ho chiesto perdono di tutto.”
“Questo sí che é bello ed é degno di una vita!”
“Ari, non mi lasciare, rimani qui con me, ti prego.”
“Non ti ho mai lasciato, in queste notti, tu lo sai; magari sto di lá nel letto dell’ infermeria, ma tu mi puoi chiamare quando vuoi. Hai paura?”
“Sí.”
“Ti capisco, ma sai che siamo sempre qui con te e non ti abbiamo mai lasciato, anche se a volte ti sgrido perché vuoi accaparrare tutta l’attenzione per te.”
“Non mi lasciare, ti prego.”
“Cerca di dormire, perché tutti e due abbiamo bisogno di dormire e di giorno ci sono tutti i bimbi da accudire.”
“Non riesco...”
“Cerca di stare tranquilla se no ti sgrido ancora...”
“Portami a fare un giro in macchina.”
“Ma va lá, é mezzanotte e fa freddo fuori. Lasciamo a domani.”
“Ari!”
“Dimmi.”
“Com’é il Cielo?”
“Tu dovrai insegnarlo a me, non credi?”
“Fammi una puntura, ti prego, perché tutto il corpo mi fa male, e sfregami i piedi perché non li sento.”
“E ci vedi?”
“No, da alcuni giorni vedo tutto sfuocato.”
“Quante dita sono, queste?”
“Cinque.”
“Vedi che stai dicendo una bugia.”
“No, non ci vedo bene, anche se riesco a distinguere vagamente da vicino.”
“Dormi, ragazzina nostra.”
“Forse ci riesco se mi fai una puntura.”
“Va bene, ma sará difficile trovare un posto dove farla.”
“Ari, non te ne andare!”
“Come faccio a farti una puntura se non vado a prendere l’iniezione?” .....

Queste notti sono state dure... Il sonno voleva prendere il sopravvento in me ed ogni volta che mi sentivo chiamare da Paola, era uno sforzo incredibile alzarmi dal letto...

Abbiamo passato tre notti di seguito in ospedale, cercando sollievo nei medici anche perché le punture non facevano piú nessun effetto. Ma anche in ospedale non c’era verso di trovare una vena nel corpo di Paola...

I medici sono sempre stati bravissimi, ogni volta che ci vedevano arrivare alle 2 o alle 4 di notte. Mai ci hanno fatto pesare il disturbo, anche se nella grande sala di emergenza arrivavano persone in stato grave e c’era poco personale di servizio.

Paola non voleva fermarsi in ospedale anche se ogni volta i medici le consigliavano un ricovero urgente. Io l’ho sempre capita e suggerivo ai medici di aiutarla con un calmante piú efficace di quelli che potevamo avere noi in casa.

Giovedí sera, Paola non parlava piú. Solo gemiti e sussurri uscivano dalla sua bocca. Da giorni non mangiava niente. Voleva solo la sua bottiglietta d’acqua accanto al lettino. Ma neanche l’acqua riusciva piú a trattenere il suo stomaco... Nella notte sono riuscito a dormicchiare fino alle 4, poi mi sono seduto accanto al letto di Paola, a pregare in silenzio con il rosario che le era stato regalato, cercando di capire come sistemarla alla meglio, ogni 5 minuti, nel letto in modo da alleviarle il dolore. Le avvicinavo la bottiglia d’acqua per rinfrescare le sue labbra secche. Lí ho capito perché Teresa di Calcutta ha fatto mettere nello stipite dei suoi ospedali, per ammalati terminali, la frase di Gesú in croce: .”

Poi mi é venuto in mente di cantarle alcune canzoni di montagna che mi piacciono tanto. Mi sono pure ricordato della ninna nanna che cantava Grazia ai nostri bimbi, nel periodo che é stata qui. E mi sono messo a ninnarla, pensando che nel fondo pure lei era una delle nostre bimbe.

Ho chiesto a Gesú di prendersela con sé, nel sonno, e ho chiamato David e Luciano perché venissero in suo aiuto, e l’accogliessero con loro nel Cielo...

L’ho accarezzata in fronte, sistemando i suoi capelli dietro la nuca e ci siamo addormentati tutti e due...

Piú tardi i bimbi si sono svegliati e, dopo una mezz’oretta li ho portati a scuola, mentre avevo protetto il lettino di Paola affinché i bimbi non si rendessero conto del suo stato di coma.

Al ritorno da scuola, alle 8 e mezza di venerdí mattina, Paola aveva raggiunto il Cielo, senza disturbare nessuno. I bimbi non si sono accorti di niente, per fortuna...

Pensavo portarle la Comunione, come ogni mattina a quell’ora, ma non ce n’è stato bisogno. Lei giá stava vivendo la sua Comunione definitiva con Gesú.

Il suo ultimo sguardo é stato per Tania che era rimasta a casa per poter cambiare il nostro Manuelito. Uno sguardo bello, che ammiccava un sorriso...

Grazie, Paola, per questi 50 giorni che siamo stati insieme e mai avremmo pensato che sarebbero stati cosí intensi e cosí duri... Ma é stato un dono bello per la nostra casetta...

E c’é stata anche tanta dolcezza tra tutti noi, e tanta intesa...
E’ difficile pensarti lontana da noi...

Grazie, Paola, perché ci hai uniti a tanti che ogni giorno –pur senza conoscerti- ti pensavano o scrivevano e ti mandavano un bacio e un abbraccio.

Ti vogliamo bene per sempre, Paola.

giovedì 12 giugno 2008

domenica 8 giugno 2008

villaggio nuovo

Non so se provate quello che provo io al vedere queste foto della NOSTRA CITTADELLA ARCOBALENO....

domenica 1 giugno 2008

notizie di casa

Oggi é un giorno di malattie e di contagi... Evita ha la varicella e probabilmente anche Jhonatan... Gliel'ha contagiata Lidia, che vive qui di fianco. Questi sono i mali del convivere insieme che prima o poi avevamo previsto...

Purtroppo, gli altri bambini non possono prendere la varicella perché non hanno difese per cui abbiamo mandato Teresita e Víctor Manuel dalle zie per alcuni giorni, anche perché la loro mamma da ieri é assopita...

María René ha mal d'orecchi e questo pure é un pericolo per lei... Ha pure un forte raffreddore... Jhonatan ed Evita hanno la febbre alta... E domani parte Anna... Stasera le abbiamo preparato una piccola festa per ringraziarla della sua generositá qui con noi e con i bimbi, che non ha mai abbandonato un momento....

Oggi abbiamo fatto pure la festa di compleanno per Marianita e Sebastian ...4 anni per ognuno e tanta gioia insieme a tutti i bimbi...

Anche questa é una domenica speciale che viviamo qui nella nostra casetta e che la rende davvero unica....

Un abbraccio!

domenica 25 maggio 2008

E noi viviamo dei nostri sogni!

E’ notte fonda e Paola mi ha chiamato perché voleva un brodino di pollo... Ne avevamo uno pronto, fatto nel pomeriggio, con pastina, ma a lei, da buona boliviana, piace solamente il riso. E cosí mi sono messo lí a prepararle il brodo, con la pentola a pressione... Ha appena finito di sorbirselo, tutta soddisfatta, e si é messa serena sotto le coperte. Io le ho detto che vado di sopra con i bimbi ma puó chiamarmi quando vuole, se ha bisogno, e lei mi fatto cenno di sí con la testa...

Da due giorni non mangiava niente a causa della diarrea e del vomito...

Questo pomeriggio guardavo dalla finestra del piano di sopra i bimbi che si avvicinavano correndo, chiassosi, alla seggiola a rotelle del Padre José, per dargli un bacino prima del pisolino pomeridiano. Vedevo lui, vecchietto dai capelli lustri, con i suoi 83 anni appena compiuti, felice di sentirsi nonno, e soprattutto di non sapersi solo, che si piegava per farsi
raggiungere dalle loro smancerie infantili. E immaginavo la sua soddisfazione per l’amore sincero e spontaneo dei nostri piccoli ... Appena un anno fa la sua vita era racchiusa nella solitudine di una stanza del Seminario...

Ieri mi ha scritto una signora dalla Spagna per raccontarmi una cosa bella e semplice. Un bimbo ha fatto la prima comunione domenica scorsa e le ha inviato una busta con scritto: “Per i piccoli amici della Bolivia, con tanto affetto da José Luis e famiglia” e dentro 300 euro.
La signora era molto contenta al vedere la generositá che si moltiplica e contagia fin da piccoli.

Anche noi siamo contenti perché i nostri amici sono tanti, e sono tanti i gesti di bene che ci accompagnano e ci aiutano a non scoraggiarci e a sognare ancora una volta il bene per tanti!

martedì 20 maggio 2008

fotomontaggio

mi sono divertito un po' con il fotomontaggio ed ora me ne vado a dormire.
Buona notte! E buon giorno a voi.

12 sandaletti

Sabato siamo stati al Cristo con i bimbi, cosí pure Anna é uscita un po’ di casa, visto che di tempo libero non ne abbiamo proprio.Siamo andati anche al mercato e abbiamo comprato dodici paia di sandaletti di gomma (qui si vendono le cose per dozzina, come offerta, infatti le dodici paia ci sono costate ben 9 euro! Che spendaccioni! In tutti i modi, i bimbi sono
felicissimi dei loro sandaletti!).

Domenica abbiamo fatto un giretto al parco, rubando sempre un po’ di tempo per le visite in ospedale a Teresita. Giovedí notte ce la siamo vista brutta perché la piccola faceva fatica a
respirare e la febbre andava sempre piú su,inspiegabilmente. Verso le tre di notte, ho preso la macchina e siamo volati in ospedale, quello pubblico.

Ma a quell’ora non ci hanno accolti e cosí sono corso ad un altro ospedale lí vicino. Alle 6, quando siamo rientrati a casa Paola aveva un coltello vicino al letto e aveva cercato di tagliarsi le vene,ma con la poca forza che ha, era riuscita solamente a farsi qualche graffio. Non so come abbia fatto ad arrivare sino in cucina da sola, visto che non sitiene in piedi ... Ma ha approfittato del fatto che non c’era nessuno accanto a lei... Meno male che non é successo niente. Da quel momento, Paola ha ripreso tono...

Per due volte é stata in cucina a darci una mano, é uscita in macchina con noi, ha fatto il bagno, non ha piú vomitato, i suoi pannoloni reggono per tutto il giorno, non si lamenta piú di notte...

Domenica pomeriggio in macchina era tutto uno spettacolo da filmare. Eravamo in 12, dentro. Ci é venuto in mento di far cantare ad ognuno una canzoncina, tanto per far passare il tempo prima dirientrare a casa. E’ stato uno spettacolo, meglio di Sanremo (non ci vuole molto, credo), che non riesco a rendere con le parole! Ogni bambino ha cantato la sua canzoncina: “Ora tocca a me, adesso tocca a me!”, si litigavano. Anche Paola ha cantato, e la si vedeva orgogliosa e felice. Ci siamo resi conto che sa un sacco di canzoncine per bambini, e le ha insegnate ai suoi figli. In un momento che eravamo soli in macchina, mi ha raccontato di suo marito, morto mesi fa, delle corse continue all’ospedale, del rifiuto dei parenti, delle penurie, delle immense sofferenze sofferte insieme, dell’amore che li univa...

Canzoni e silenzio, commozione e gioia, dentro nella nostra infaticabile camionetta 725 PIT (questa é la targa).

E per finire in gloria, domenica sera, una indimenticabile pizza al forno preparata dalla nostra Anna! Che mangiata, anche per i bimbi!

lunedì 19 maggio 2008

cotta e stracotta

Casa de los niños, 19 maggio 2008

Carissimi, sará un messaggio a spezzettoni, visto che é tardi e sono un po' indietro con i lavoretti di casa. A dire il vero, dovrei essere a letto, visto che é quasi mezzanotte, ma siamo soli in casa con Anna, l'amica di Toano che é venuta a darci una mano per un mese, e le faccende sono tante, e non si puó sempre rinviare a domani.

Comincio inviando alcune foto nostre, tanto non credo che vi stanchiate di guardarci in faccia, e poi sono le foto di 'casa', le ultime, che magari sarete contenti di ricevere. Tra una foto e l'altra io ne approfitto per spazzare, mettere su una macchinata di panni sporchi in lavatrice e dare un'occhiata ai nostri pupetti su di sopra. La novitá bella di questo inizio di settimana é che Teresita é tornata a casa dall'ospedale, dopo aver superato una brutta polmonite, che ci aveva spaventati davvero.

Immaginatevi la festa degli altri bimbi quando l'hanno vista arrivare a casa, nel pomeriggio!
Le foto le ha fatte l'Anna, che ringraziamo tanto per la grandissima generositá con cui vive ogni momento qui con noi. Si capisce che alle nove di sera sia cotta e stracotta!

mercoledì 7 maggio 2008

grazie paola

Casa dei bambini, 7 maggio 2008

In questa nostra casa abbiamo sinora accompagnato bambini o ragazzini con il sogno di un futuro bello per loro. Lo esprime molto bene María René al mattino, quando, appena sveglia, mi dice: “Nos hemos despertado alegres esta mañana, no ve? (Ci siamo svegliati contenti questa mattina, vero?)”.

Da oltre una settimana mi sveglio con il dubbio sullo stato di salute di Paola, la mammina di 23 anni che abbiamo accolto insieme ai suoi due piccoli perché lei, ammalata terminale di AIDS, ha voluto stare accanto ai suoi figli, fuori dall’ospedale, per vivere gli ultimi istanti vicino a loro.

In 10 giorni ha perso 8 chili e ora ne pesa 28. Si alza solo una volta al giorno dal suo letto che abbiamo preparato nella stanza di sotto, di fronte al televisore, ma non riesce a tenersi in piedi da sola. Ieri mattina ha ricevuto dal nostro parroco l’olio sacro degli ammalati, e la si vede piú serena, anche se non dice quasi una parola.

Mi incarico di cambiarla e pulirla, oltre a prepararle i brodini di pollo che in qualche modo la sostengono. Ogni mattina riceve la comunione e si fa il segno della croce.

Nel pomeriggio di oggi mi ha stupito perché l’ho sorpresa a cantare in karaoke davanti al televisore. Stasera, invece, era molto sofferente perché lo stare sdraiata le provoca piaghe e forti dolori alla schiena. Mi sono seduto sul suo letto e ho cominciato a massaggiarle le spalle. Tutto é dolore in lei. Il suo sembra il corpo flagellato di Gesú, ma il fatto che qualcuno si sieda accanto e la frizioni, la tiene sollevata, e chiude gli occhi assopita e serena.

Oggi pensavo che la nostra vita, la vita di ognuno di noi, é segnata da cose belle, che sono i sogni, gli atti dettati dall’amore, e da cose meno belle, che sono i dolori, le mancanze, gli errori. Tutti facciamo ogni giorno questa esperienza e, siccome ci tocca sul vivo del nostro essere, dovremmo imparare a non giudicare nessuno perché non siamo migliori di nessuno.

Stasera pensavo che sono fortunato perché Paola mi ricorda, nel suo estremo tentativo di afferrarsi alla vita, nella sua lotta dura per arrivare al Cielo, che non c’é tempo da perdere e che il senso vero del mio essere qui si concentra in quei delicati massaggi sul suo corpo martirizzato dalle piaghe di una malattia crudele.

Grazie, Paola, grazie bimbi!

mercoledì 30 aprile 2008

notte dura e ... sorpresa

Ciao! Stanotte é stata dura... a un certo punto mi é sembrato che la nostra Paola se ne fosse andata e cosí ho chiamato per telefono Tania per avvisarla, alle 3 e mezza... Poi dopo un'oretta si é mossa dalla sua posa: meno male. Oggi é stata un po' meglio e ha ricevuto la visita della mamma e di due fratelli. Ora é lí che dorme. Stanotte viene pure Tania a darmi una mano perché sto crollando dal sonno.


Stamattina abbiamo avuto la sorpresa di andare ad una conferenza con il Presidente della Repubblica. Alla fine siamo riusciti a salutarlo personalmente. Ero insieme a JManuel. Ci ha dato la mano! Il Presidente ha detto che ci riceverá nel suo ufficio a La Paz. Devo vedere bene quando potró andare.


Un abbraccio e buona giornata.


Abbiamo festeggiato il compleanno del Padre José che é rimasto molto contento di essere attorniato da tanti bimbi!

martedì 29 aprile 2008

richiesta di aiuto

Salve a tutti!

Vorremmo che anche oggi la Mail arrivasse dalla Bolivia con il resoconto dei progressi delle casette, delle prime famiglie che le abitano, i racconti sui nostri bambini….., ma questa è una lettera dell’Associazione che, esasperata, rende tutti partecipi di quanto sta accadendo.

Fin dagli inizi tra alcuni di noi ed Aristide, era maturato un grande sogno: costruire un villaggio per dare un tetto e una prospettiva di vita dignitosa alle famiglie dei nostri bimbi ammalati di AIDS e a tante altre famiglie in gravissime difficoltà conosciute in questi anni.
Sapevamo che era un sogno, ma ci piaceva crederci….Poi nel 2006 è successo quello che allora chiamammo un miracolo: una Congregazione di Suore Francescane che vivevano a Cochabamba ci offrirono un terreno di 48000 mq. ad un prezzo che ci sembrò interessante $ 240.000 (che poi diventarono 260.000 in quanto sul terreno ci sono due case un po’ vecchiotte ma perfettamente abitabili). Subito ci siamo fatti prendere dall’euforia, eravamo al “settimo cielo”, lì sarebbe potuto nascere il nostro villaggio, la “Cittadella Arcobaleno”! Ma tutti quei soldi per comperare il terreno non li avevamo.

Ci siamo riuniti, abbiamo discusso e alla fine abbiamo deciso di buttarci in questa “pazzia”, chiediamo alle Suore un anno di tempo per il pagamento, firmiamo il compromesso e iniziamo a lavorare per raccogliere i fondi. Molti di voi sapranno che le iniziative dell’Associazione sono tante e semplici: mercatini, cene di solidarietà, e tutto cio che ci può aiutare per raccogliere un po’ di soldi.

Ma per questa impresa non ce l’avremmo mai fatta senza l’aiuto di tutti voi! Tante aziende del comprensorio, gli amici di Toano, Tressano,Casalgrande, Scandiano, quelli di Levizzano, le Parrocchie e gli amici di Udine, tante persone anonime, i ragazzi di Roteglia coi Giochi d’Estate, tanti sposi che hanno devoluto al nostro progetto le spese delle bomboniere, soprattutto tanti bambini..., insomma ognuno di voi ha contribuito affinché il sogno si andasse via, via concretizzando. E con largo anticipo abbiamo saldato il debito con le suore.

Tutto sembrava fatto, mancava solo la firma nell’atto definitivo.

Ora, a distanza di un anno , passato tra rinvii e nuovi appuntamenti, inaspettatamente per ottenere questa firma, le Suore ci chiedono 1.000.000 di dollari, motivando il fatto che i Vescovi Boliviani non possono dare loro l’autorizzazione per vendere ad un prezzo così basso. ASSURDO!!

Teniamo a precisare che le suore , quel terreno, lo hanno ricevuto in donazione!

La settimana scorsa, sono arrivate al punto di citarci a un giudizio civile, in Bolivia, per dolo. INCREDIBILE!! E hanno delegato il processo ad avvocati pubblicamente conosciuti come poco raccomandabili. E ovvio che il denaro può annebbiare un po’ la mente e far perdere di vista gli insegnamenti di Gesù e gli esempi di San Francesco, di cui loro hanno abbracciato la fede e il carisma.

Noi abbiamo cercato di far loro capire che tutti quei soldi non riusciremo mai a metterli insieme, anche lavorando sodo e che non avremmo mai accettato l’acquisto a queste condizioni se lo avessimo saputo un anno fa.

Ora sul terreno si stanno terminando le prime 16 casette, alcune delle quali gia’ abitate dalle nostre famiglie. A noi non interessa essere proprietari di case o terreni in Bolivia…. Potremmo anche rinunciare a tutto, ma abbiamo preso un impegno con le famiglie , con i nostri bambini e con tutti coloro che con sacrificio ci hanno aiutati. Con quale coraggio possiamo dir loro: “ Scusate, ci siamo sbagliati!!! Dovete tornare a dormire e a morire nei vostri tuguri o per strada…..”

NO! Non è possibile, e soprattutto non è giusto!

Noi siamo decisi a batterci con tutte le nostre forze perché il nostro e il loro sogno possa diventare realtà! Questa storia, come dicevamo, va avanti da un anno e abbiamo sempre sperato di trovare una soluzione che non urtasse nessuno. Ma adesso abbiamo davvero bisogno di voi tutti! Vogliamo tentare con una “pioggia” di e-mail da indirizzare alla Casa Madre delle Suore, in Austria, ai Vescovi e alle Autorità Ecclesiastiche della Bolivia, per denunciare il nostro malcontento, il nostro malessere, la nostra indignazione di fronte a questo comportamento; per chiedere spiegazioni, motivazioni o per esprimere quello che il cuore ci suggerisce.

Un grazie a tutti coloro che vorranno aiutarci in questa penosa ma necessaria battaglia per il bene!

Associazione Casa de los Ninos

debito,