sabato 25 aprile 2009

Luciano

Tre anni fa, il martedì 25 aprile del 2006, i medici staccavano il respiratore artificiale e ci restituivano il corpo senza vita del nostro Luciano (si legge: Lusiano). Le ultime ore di quel pomeriggio afoso disegnavano in silenzio la penombra della sala di rianimazione dell'ospedale giapponese di Santa Cruz. Da nove giorni eravamo lì al suo capezzale insieme agli amici della Comunità di Santa Cruz: Lourdes, Max, Javier, Herman, Henri ed altri. La domenica prima erano venuti pure gli amici di Cochabamba a salutare il nostro piccolo: Silvia, Tania, Alejandra e Vladi. Dall'Italia ci chiamavano ogni giorno per sapere come stava; e il martedì seguente sarebbe pure arrivata Luciana per stare con noi...

Luciano è uno dei bimbi a cui abbiamo voluto più bene, un bene che non si spegnerà mai nel nostro cuore.

Avevamo da poco festeggiato la Pasqua, nella nostra casetta di Cochabamba, insieme alla sua famiglia, con una bella zuppa di pesce, come a lui piaceva. Avevamo lottato insieme per rimettere in sesto i suoi polmoni divorati dalla tubercolosi. Avevamo persino inventato il suo compleanno, il 31 marzo, per fare una festa apposta per lui che mai aveva ricevuto una torta e un regalo per quella occasione, lui che viveva nella forestra tropicale, a Bia Recuaté, in mezzo a tanta trascuratezza...

Il suo sorriso e il suo buon umore ci avevano conquistato.

Di notte faceva fatica a dormire per le difficoltà respiratorie per cui, con tenerezza, adagiava la testa sul nostro petto per alleviare il dolore. Ma non l'abbiamo mai visto piangere.

Un abbraccio era il suo modo di ringraziare per l'amicizia che tanti gli avevano offerto. E lui lo faceva notare quando qualcuno da tempo, senza avvisare, non lo visitava: Dove sei stato, perché non sei venuto??.

Avrebbe compiuto 8 anni -davvero- all'inizio di luglio, ma a noi sembrava molto più grande tanto la sofferenza aveva fatto crescere il suo cuore.

I giorni nell'ospedale rimangono per me come un tesoro prezioso, con tanti sprazzi di vita di cielo. Lui che accarezzava me e mi invitava a dormire. Che mi parlava delle scimmie e dei piccoli coccodrilli del suo grande fiume, il río Chimoré.

Ai bimbi è facile voler bene, ma quando uno di loro soffre a morte, come spesso ci è capitato di vedere nei bimbi yuqui, il dolore strazia il cuore. Per questo, dopo quel triste 25 aprile, sono stato in silenzio per oltre 3 mesi...

... Stasera, nel silenzio della nostra casetta, ho rivisto i volti dei bimbi che vivono con noi attualmente: David, Celestina, Matteo, Iver, María René, Anahí, Sebastián, Manuel e pure Marianita. Sono volti che brillano con un sorrio speciale. Un sorriso che sembra dire grazie a Dio e alla nostra casetta.

Dal Cielo, lo sappiamo, Luciano, insieme a Maria e a Gesù, insieme al piccolo David e ai nostri che sono già arrivati, ci accompagnerà sempre con il suo sorriso e il suo buon umore.

Il sorriso dei bimbi è l'atmosfera speciale che sostiene giorno dopo giorno la marcia della nostra casetta.