lunedì 23 dicembre 2013

Il Natale visto con gli occhi del cuore

Ho appena letto questo articoletto sul giornale di oggi, in internet:

“In vista del Natale il Papa ha quindi rivolto un appello a "tutti - persone, autorità ed enti impegnati nel sociale", "a fare di tutto" affinché "ogni famiglia possa avere una casa". Papa Bergoglio ha poi ricordato che "famiglia e casa vanno insieme", spiegando che "è tanto difficile portare avanti una famiglia senza abitare in una casa". "I poveri non possono aspettare - ha ammonito -. Gesù è nato in una stalla, non è nato in una casa. Dopo è dovuto fuggire e andare in Egitto, alla fine è tornato a Nazareth. E io penso oggi a tante famiglie senza casa, sia perchè mai l'hanno avuta sia perchè l'hanno persa per tanti motivi".

Così mi è venuto di pensare che la nostra Cittadella Arcobaleno è nata per dare una casa a chi non ce l’aveva proprio con questo spirito: “è difficile portare avanti una famiglia senza abitare in una casa”, quasi con le stesse parole me lo ripeteva la Luciana, i primi tempi! A dire il vero, con il passare degli anni, ci siamo accorti che la nostra Cittadella è nata soprattutto per dare l’opportunità a tanti bimbi di vivere non in una stalla, non in una stanzetta umile e fredda, ma in una famiglia e la famiglia degnamente in una casa. In questo momento vivono 220 bambini nella nostra Cittadella e 219 di loro vivono accolti in una famiglia, nelle 83 famiglie della Cittadella Arcobaleno. Per questo mi permetto, con rispetto, di rileggere così questo appello: “I bimbi non possono aspettare. Ogni bambino ha diritto a vivere in una famiglia, anche se è povera, anche se non è la migliore, anche se non è la più perfetta. Per questo noi pensiamo oggi a tanti bimbi senza famiglia che l’hanno persa per tanti motivi”.

Oggi è il compleanno di David: compie 9 anni. Lui è ammalato. Lui è stato abbandonato dalla sua famiglia. Ma lui ha oggi la sua famiglia che siamo noi tutti. Per questo lui è sempre felice anche se non parla, anche se si muove su una seggiola a rotelle, anche se devi aiutarlo a mangiare e a vestirsi. Nel suo lettino, al mattino quando si sveglia, ti accoglie sempre con un sorriso che rappresenta il suo ringraziamento per chi ha la fortuna di aiutarlo a sollevarsi dal letto. Ogni mattina è Natale per lui e per noi perché si rinnova l’incanto della gioia, dell’incontro e dell’accoglienza.

Doña A vive in una casetta della nostra Cittadella. Ha tre figli. Il marito da anni è alcolizzato. Alle 9 del mattino già non si regge in piedi. Ma non c’è modo per convincerlo a curarsi. Non gliene vogliamo per questo. Doña A deve mantenere la famiglia lavorando sino a sera facendo le pulizie in varie case della città. Guadagna il minimo per andare avanti con i suoi figli. La vediamo uscire presto al mattino, di corsa, con il suo volto sereno, nonostante la pena nel cuore. Un mese fa, la giudice dei minorenni ha affidato a lei e alla sua famiglia il nostro bimbo Jhon Ademar. Pochi lo conoscono. Jhon Ademar ha appena compiuto 5 anni; è arrivato da noi all’inizio dell’anno, proveniente da un altro Centro in cui era relegato tutto il giorno in un letto. Lui ha una paralisi dovuta probabilmente a denutrizione precoce, a una gestazione difficile e a poca stimolazione. Non sappiamo niente della sua famiglia biologica. Il bimbo vive in una carrozzina, non parla, non cammina, ma va all’asilo e gli piace tanto la musica. E’ capriccioso, ma ha un volto bellissimo, con un sorriso che ti conquista. La nostra fisioterapista dice che in pochi mesi ha fatto molti progressi. Lo vedi felice scarrozzare per la cittadella guidato dalle sue sorelline, scuotendo la testa e muovendo le sue flaccide manine. Non c’è pena per lui ma profonda simpatia e affetto. Vive in una famiglia povera che l’ha accolto di comun accordo, che ha aperto la porta della propria casa, e soprattutto del proprio cuore scegliendolo come figlio e fratello. Tra due giorni festeggerà il suo primo Natale con i suoi fratelli e la sua mamma. Che abbraccio bello!

Doña B non ha ancora 30 anni, ma già 5 figli. Una storia difficile alle spalle. Anche lei vive qui con noi. Ha avuto problemi con il marito che se n’è andato di casa due anni fa. E’ giovane e sta cercando di rifarsi una vita, con fatica e magari a tentoni. Anche a lei, insieme ai suoi figli, la giudice dei minorenni ha affidato la nostra Jacky. Tanti conoscono Jacky che ora ha 15 anni. Ha un problema alla vista, una emiparesi che non le permette il controllo della parte destra degli arti. Ha un ritardo mentale, non sa leggere nè scrivere, ma è una ragazzina dal cuore d’oro che vive di slanci e di abbracci. Che sarà della sua famiglia? Sappiamo ben poco... Jacky vive con noi da oltre 4 anni, ma ora ha spiccato il volo e si è riconquistata una famiglia propria che le vuole bene e che l’ha accolta con affetto sincero. Se uno entra nella sua nuova casa, troverà senza dubbio un caos impressionante: troppi figli piccoli in così poco spazio! Tanti vestiti da lavare e tanti piatti da mettere in ordine! Ma è stato fatto uno spazio per lei in quel caos. Questo vale agli occhi del cuore.

Anche Doña C vive con i suoi figli nella nostra Cittadella. Ha avuto un problema con la giustizia ed è stata condannata a 10 anni di carcere. Noi l’abbiamo conosciuta lì, in carcere, insieme ai suoi 4 figli. Il marito è profugo della giustizia per gli stessi motivi. Scontata la pena, doña C ha chiesto di essere accolta qui da noi. Avevamo spazio e le abbiamo dato una casa, 3 anni fa, senza fare ragionamenti. Doña C fa adesso l’operaia perché è lei che deve mantenere la sua famiglia. Ma insieme ai suoi figli ha scelto liberamente di accogliere nella sua casa la nostra frugoletta Nicol. Anche loro hanno trovato il modo di fare spazio a Nicol che ora ha 4 anni ed è portatrice del sindrome Down: un angioletto di simpatia sempre in movimento, che mette sottosopra tutto quello che la circonda. Nicol, come ricordiamo, è stata da poco operata al cuore, ed ora sta bene. La giustizia boliviana non permette l’affido di minorenni a chi ha avuto problemi con la giustizia, ma noi stiamo appoggiando e sostenendo con tutte le nostre forze la domanda di affido di Nicol perché tutti abbiamo il diritto a una nuova opportunità, il diritto e il dovere di poterci rifare la vita nonostante i nostri errori. La giudice dei minorenni deciderà nei prossimi giorni sull’ affido di Nicol alla famiglia di doña C, ma noi siamo fiduciosi: la giustizia dell’amore è più forte e più vera!

Non c’è tempo di entrare nelle case di tutti, ma come sappiamo o non sappiamo ancora, in questi ultimi mesi anche il piccolo Gianluca, Karen, Dennis, Maité, Jesús, Josué, Jade, David e Juansito sono stati affidati ad altre famiglie, ad altre persone legate alla nostra Cittadella.

... Natale è l’occasione per rivedere la nostra storia, il nostro camminare di questi anni, il nostro sogno comune, nell’ ottica delle parole del Papa riportate all’ inizio. Abbiamo offerto insieme una casa a tante famiglie povere o con storie travagliate alle spalle. Non le migliori famiglie, non le più perfette, come del resto non sono perfette le nostre case. L’abbiamo fatto con tanta ingenuità e poca esperienza. Un cammino intrapreso insieme (penso con riconoscenza a voi, amici/amiche dell’Italia, della Bolivia e delle altre parti del mondo!) con impegno, generosità, rinunce e sforzo silenzioso, insieme all’ immensità dell’affetto e della simpatia.

Ma chiudiamo gli occhi e spalanchiamo il cuore, e facciamo oggi lo sforzo di immaginare questi nostri bimbi (e non solo quelli citati qui sopra, ma anche le altre centinaia di bimbi/e della nostra estesa famiglia) che si sveglieranno il giorno di Natale in una casa, e per tutti loro ci sarà preparato un regalino di Natale, ma soprattutto che hanno ricevuto il regalo di una famiglia.

Ce ne rendiamo conto? L’essenziale non si vede con gli occhi, ma col cuore.

Auguri di cuore, David!

E con questo messaggio, ne approfittiamo per fare a tutti i nostri auguri di Buon Natale.