mercoledì 24 giugno 2009

24 giugno auguri a tutti i Giovanni!

Della vita di questi giorni, credo che valga la pena fare un riassunto dei cambiamenti, dei trasferimenti e dei nuovi arrivi perché se no perdiamo il conto. Ora, infatti, è quasi completata la casa di fronte alla nostra, e a cui abbiamo dato il nome di "Paola Marasa", visto che accoglie mamme e bimbi ammalati, come la nostra Paola di cui, il 13 giugno, abbiamo ricordato l’anniversario della partenza al cielo.

Si tratta di 7 appartamentini, più un settore di docce e bagni, con lavatrice comune per le mamme del villaggio che –per sostenersi- si dedicano a fare le lavandaie (e non vogliamo proprio che si riempiano le mani di artrosi). E’ già coperto anche il piano superiore di oltre 300 m2, che servirà come ambiente multiuso.

Negli appartamentini vivono per il momento: Matilde con la figlia Wara di 6 anni; Cristina, con le figlie Anahí e María René; Beatriz con il figlio Jhonatan; i tre fratelli colpiti da distrofia muscolare: Jhonni di 14 anni, Ronal che venerdí compirá 12 e Vidal di 16. I primi due sono già in seggiola a rotelle, mentre Vidal riesce ancora a reggersi in piedi anche se ieri pomeriggio è caduto due volte. Tutti e tre hanno un sorriso splendido, anche se la loro malattia é durissima.

Sempre ieri pomeriggio abbiamo parlato con il papà di Sebastián e gli abbiamo proposto di ricongiungersi con suo figlio. Lui è disposto a venire insieme alla sua nuova compagna, che ci sembra abbastanza legata a Sebastián. In un altro appartamentino si trasferirà la mamma di Rosita e Madelene, che non sta tanto bene. E nel settimo appartamento verrà nei prossimi giorni una amica spagnola che è stata in carcere durante due anni e che in questo momento è la professoressa di ginnastica della nostra scuola. Lei é molto capace e ci aiuta in varie attività con i giovani e con le famiglie del villaggio.

Gli appartamentini sono ben ammobiliati, con semplicità, e con un buon gusto. Queste persone e queste famiglie saranno sempre più indipendenti per il bene loro e nostro. Candy, Ivanna e Marcela, ragazze della Comunità che lavorano qui, si incaricheranno di seguire le mamme e i bimbi dal punto di vista medico, psicologico e sociale visto che Candy è infermiera, Ivanna è psicopedagoga e Marcela è assistente sociale. Ivanna ha già la sua casetta nel villaggio mentre che Candy, insieme a Matías, si trasferirà nei prossimi giorni.

Da alcuni mesi, Candy vive nell’appartamentino sopra il Padre José, nella casetta a due piani in cui vivevano le suore. Il Padre José continua a vivere sotto, nelle sue due stanzette. Ora lui è ammalato, a letto con l’influenza, ma speriamo possa riprendersi presto. Non parliamo spesso del Padre José, ma conviene aprire una parentesi per raccontare qualche aneddoto suo di questo periodo. Infatti, ora che è a letto, cerchiamo di essergli vicini anche se a lui piace molto l’indipendenza e il silenzio, nonostante i suoi 84 anni. Al mattino ci chiede la colazione, che è al puro stile americano: un sandwich, come dice lui, tipo toast, con prosciutto, formaggio, maionese o mostarda, e una tazzona di caffé latte bollente. A mezzogiorno, invece, siccome è ammalato, vuole un brodino da ospedale: una zuppa leggerina di pollo con cotoletta. A noi ci fa sorridere e ci sorprende il suo modo di indicare la dieta per la sua malattia.

E poi lui è un po’ sordo e ci fa ripetere spesso quello che gli diciamo. L’altra notte, Matías è rimasto chiuso in bagno e Nicola è dovuto andare con il trapano e gli attrezzi per sfondare la serratura del bagno visto che non avevamo una chiave di scorta. Dopo oltre un’ora di trapano e scalpellate, è riuscito a tirar fuori Matías dal bagno che piagnucolava giustamente a piú non posso. Verso le 11 di notte, il Padre José, ci ha chiamati per telefono un po’ indispettito e ci ha chiesto se avevamo aperto una falegnameria al piano di sopra e se non potevamo aspettare sino al mattino dopo per tirar fuori dal bagno il povero Matías. Ci siamo messi a ridere, anche questa volta!

Interessante il suo modo di concepire la vita, i bimbi in difficoltá, i rumori e gli orari, nonostante la sorditá!!! Ma gli vogliamo molto bene e siamo contenti di averlo tra noi. Nella casa grande, abbiamo aperto il nuovo dormitorio dei bimbi, sopra la cucina, dove sto io (o qualche ragazza che mi sostituisce quando si fanno i turni) con Manuel, Sebastián, David, Celestina, Mariano e sua sorella Fabiola.

Nelle stanze piú sopra stanno la Giulia, che ora é ammalata pure lei, piú in lá Nicola e Milton, un amico cileno che si é trasferito in Bolivia da alcuni mesi, Agustina con la piccola Evelin che ieri ha iniziato a fare i primi passi, grazie alla Celestina, e Gustavo con Jhonatan. Lí sopra, fino a poco fa, c’erano pure Nicole, Silvia e Isabella, che hanno lasciato la loro bella impronta in tutti i bimbi e in tutti noi.... Un abbraccio forte!!!

Oggi abbiamo sentito Isa, mentre nei giorni scorsi hanno scritto Nicole e Silvia. Loro stesse possono dire quello che hanno vissuto con noi... Non so se ho dimenticato qualcuno...

Facendo le somme, per adesso siamo un totale di: 27! Una bella famigliola, non c’é che dire. E poi non bisogna dimenticare Iver, il piccolo Matteo (Benjamín), Evita e Marianita che sono sempre con noi, ma che hanno avuto il dono di avere una famiglia che li accoglie e li cura con amore.

Dall’altra parte, per ora vivono 22 famiglie. Tra queste c’é pure l’amico Jorge che ha la stessa malattia delle nostre mamme. Da due mesi si é trasferito con i fratelli in una delle nuove casette. Quando é uscito dall’ospedale pesava 36 chili (ha 35 anni). Ora che viene tutti i giorni a pranzo e a cena da noi, ne pesa giá 52. E’ un bel segno. E il suo volto e la sua gioia sono un regalo per tutti noi!

Sempre di lá, in mezzo alle nuove casette, nelle due casette piú grandi, funziona la scuola. La scuola vera e propria è in fase di costruzione. Stiamo mettendo il soffitto. Ora siamo tutti in vacanza perché c’é freddo e le scuole si sospendono in tutto il Paese per un paio di settimane. Noi ne approfitteremo per fare le vacanze, a turno, tipo colonia, con i bimbi che vengono all’appoggio scolastico la domenica mattina, cosí non perdiamo il ritmo.

... sono numeri, ma dietro questi numeri c’é il volto e il cuore di tanti. E ci sono pure il cuore e la generositá di tanti. E ci sono pure la sofferenza e la preghiera che ognuno in silenzio puó offrire.

Al rispetto, mi torna alla mente una cosa che abbiamo vissuto nei mesi che conoscemmo María René in ospedale, cosa che ho giá scritto, ma che vale la pena ricordare insieme. Lei stava molto male e i medici avevano fatto un pronostico molto negativo. Una sera ci trovammo con i ragazzi della Comunitá e ci mettemmo d’accordo (ricordo che vivevamo qualche tensione e qualche attrito) e ci affidammo alla preghiera perché quando si é concordi, come dice Gesú nel Vangelo, si possono ottenere miracoli. E tutti insieme chiedemmo il miracolo della salute per María René.

Dopo 15 giorni María René fu accolta nella nostra casa, con grande gioia e commozione.
Questo ricordo mi aiuta a riprendere il senso del nostro agire e magari a correggere dentro di me alcuni giudizi. Tutti siamo al corrente delle difficoltá che viviamo qui a casa, per i problemi che sono insorti e per le correnti contrarie alla nostra esperienza. Ma non abbiamo il tempo di soffermarci a giudicare o a criticare perché é troppo bella la nostra vita e l’amicizia che ci unisce e che ci fa resistere e vincere ogni ostacolo e superare ogni sciocchezza.

E’ l’essere concordi tra di noi che ha dato vita a tutto quello che noi vediamo sbocciare e di cui possiamo scrivere perché anche voi che siete dall’altra parte dell’oceano e delle montagne lo possiate vedere e sognare con noi! E magari vi viene la voglia di fare un salto sin qui.
Sono la sofferenza e la preghiera di ognuno (si prega anche senza avere una fede cristiana, basta aggangiarsi ai sogni di una vita buona per tanti) che rendono possibile questa utopia ogni giorno più concreta.

Con questa concordia andiamo avanti (magari anche a piedi, come in questo momento in cui abbiamo dovuto rinunciare alla nostra gloriosa camioneta azul, 725 PIT: un minuto di silenzio, per favore....!!!) nella piena serenità e nel menefreghismo più assoluto davanti ai problemi, agli ostacoli, alle difficoltà e alle stupidaggini. E ci mandiamo un abbraccio forte forte che un giorno piegherà pure l’ostracismo dei nostri oppositori.

E come sempre, ci ringraziamo, che di questo non possiamo fare a meno, mai.

lunedì 15 giugno 2009

Oggi abbiamo sospeso i lavori di costruzione per poter riposare un po'

Oggi abbiamo sospeso i lavori di costruzione per poter riposare un po', dopo il ritmo davvero intenso dell'anno e mezzo trascorso. Conviene tener presente che in questi mesi è come se avessimo costruito quasi 70 casette di 60 metri quadrati ognuna.

Siamo rimasti solo con gli operai che vivono qui nel villaggio con le loro famiglie, per non far perdere loro una buona possibilità di lavoro e per poter concludere i lavori più urgenti, come i collegamenti dell'acqua e della luce, nella nuova fila di casette.

Questo è stato anche un periodo di rientri: prima Sara e poi Isabella... che ci hanno regalato la loro vita durante settimane e mesi, facendo contenti noi e i bimbi...

Questo è pure il periodo dell'influenza, dato il freddo di questi giorni: gli altri amici italiani, Nicola e Giulia sono a letto con la febbre e l'influenza. Con il ritmo di vita di questo periodo, non è semplice poterli rimpiazzare qui in casa! Anche perché la casa si sta popolando: dopo Matilde con la figlia Wara è stata la volta di Agustina con la figlioletta Evelin.

E oggi sono arrivati Mariano, Ari e Fabiola, i tre fratellini della tribú Yuqui che venerdì hanno perso la mamma. Vittoria era da tempo malata, ma aveva resistito a lungo pensando di poter proteggere meglio i suoi figli... Ci stava aspettando in ospedale a Santa Cruz, ma in questo periodo non abbiamo potuto viaggiare molto anche perché la famosa camionetta blu è stata venduta per raggiunti limiti di età.

Molti conoscono di persona questi bimbi (sto pensando soprattutto alla carissima Mirella e all'amico Roberto!) e sanno che sono molto carini. Abbiamo pensato di tenerli tra di noi per sostenerli in questo duro momento e per alleggerire la responsabilità del papà Andrés che non riesce a curarli molto bene. Abbiamo proposto al papà di trasferirsi pure lui qui per farsi carico insieme a noi della sua famigliola. Oggi è rientrato al suo villagio per alcune questioni in sospeso, ma dovrebbe tornare a Cochabamba il prossimo giovedì.

E sempre oggi, nel pomeriggio, sono arrivati altri 3 fratelli: Jhonny, Ronal e Vidal. Loro vivono una situazione fisica difficile: due sono in seggiola a rotelle e l'altro, più grandini, è il loro sostegno. La famiglia li ha praticamente abbandonati e se non fosse stato per l'appoggio, in tutti questi anni, delle Suore del Rosario (di Udine), chissà se sarebbero ancora vivi. Noi li abbiamo conosciuti oggi e siamo contenti di tenerli anche perché ci unisce una bella amicizia con le Suore del Rosario e insieme sarà più facile portare avanti un vero rapporto di solidarietà con questi ragazzi. Noi sentiamo queste Suore come vere sorelle, senza tante schiocchezze in testa, e tante volte siamo stati aiutati, sostenuti e incoraggiati da loro.

La coincidenza ha voluto che proprio in questi giorni si sono conclusi i lavori di sistemazione dei 7 appartamentini qui di fronte a casa, dove si stanno trasferendo le mamme ammalate e uno lo abbiamo destinato a loro. E poi, una di queste mamme, Matilde, ha mostrato piena disponibilità nell'occuparsi della cura di questi tre fratelli, quindi avrà un lavoro proprio di fianco a casa, e lei ci sa fare. E il suo stipendio, che è buono, è garantito.

Certo, stasera, a cena, la casa si è riempita improvvisamente di volti nuovi che si incrociavano per la prima volta, ma tutto si è svolto in un clima di grande serenità. E la cenetta improvvisata è bastata per tutti. Era bello vedere Anahí e Celestina che facevano festa a Fabiola, che ha praticamente la loro età.

Ora tutti i bimbi sono su che dormono e speriamo che dormano tutta la notte così anche noi siamo più sereni, perché di forze non ce ne avanzano mica, come si potrà immaginare.

... Questa è anche la settimana che ricorda i nostri amici che ci hanno lasciato proprio un anno fa. Sabato abbiamo ricordato Paola e venerdì ricorderemo Antonio... Loro sono sempre qui con noi, non solamente nelle foto che sono su in cappellina, sono proprio nel nostro cuore e nel cuore di tanti, e ci incoraggiano ad andare avanti con fiducia affinché l'amore abbia il sopravvento sul dolore e la malattia.

E' proprio una settimana bella che ci piace condividere con tanti che fanno parte della nostra famiglia e che rendono possibile il sogno non solo di una casa ma di una vita degna per tanti.

venerdì 12 giugno 2009

Stasera è partita Isabella

Stasera è partita Isabella ... Dopo 7 mesi non è facile nè per lei, nè per noi.... I bambini del villaggio e della scuola hanno preparato un momento molto bello ed emozionante per lei, questo pomeriggio... Abbiamo concluso i festeggiamenti con un momento di preghiera che significa tanto, credo, per l'esperienza che abbiamo vissuto insieme...

Grazie, Isabella, per essere entrata nella nostra vita, con semplicità e normalità, lasciandoti coinvolgere dai nostri sogni e dalle nostre debolezze!

Questo pomeriggio è arrivata pure Evelin, insieme alla mamma Agustina. Evelin è nata il 14 aprile del 2007. Non parla e non cammina ancora e la sua storia mi ricorda molto quella di María René: tanto dolore e tanti mesi in ospedale prima di sapere il motivo dei suoi malesseri.

La mamma è una ragazzina di quasi 19 anni che il marito ha lasciato quando ha saputo della malattia... Non sta tanto bene ed era molto preoccupata oggi quando le è stata offerta dalla dottoressa dei nostri bimbi la possibilità di trasferirsi da noi. Lei non ha nessuno e non ha niente e ha molta paura del futuro... Ora sono su che dormono e domani si trasferiranno pure loro negli appartamentini che abbiamo preparato per le mamme e le bimbe ammalate, qui di fronte a casa. Dovremo arredarli un po'...

Siamo felici di averle tra noi.

martedì 2 giugno 2009

Auguri agli italiani!!!

2 giugno 09 ... dopo il silenzio di queste settimane, mi rifaccio vivo...


Oggi è tornata a casa dall’ospedale Celestina, la nostra bimba di Karpani, che ha vissuto un grave problema polmonare dall’inizio dell’anno e che ora sembra definitivamente sotto controllo.


In ospedale è rimasta Wara, la bimba con AIDS, di 6 anni, che pochi conoscono perché solo da alcune settimane vive con noi insieme alla mamma Matilde. Anche Wara ha un grave problema polmonare, oltre ad un braccio rotto, ma i medici non riescono ancora a saltarcene fuori.


Celestina e Wara erano nella stessa stanzetta di ospedale, meno male, e si facevano compagnia, pur condividendo da poco tempo la loro amicizia. I primi giorni di ospedale sono stati duri per tutte e due: silenzio e dolore, rabbia e sconforto; non ne volevano proprio sapere di essere ritornate là perché, coincidenza non certo piacevole, entrambe erano state in ospedale nel mese di gennaio e febbraio. In quella occasione conoscemmo a Wara e sua madre. Altra coincidenza, ma questa volta piacevole: Wara significa Luna, nella lingua di qua, e Celestina è bella come il cielo azzurro che accoglie la luna al mattino presto in queste splendide giornate di fine autunno.


Wara ha passato gran parte della sua breve vita in ospedale, ripetendo un poco la storia di María René. Solo dagli accertamenti sulla morte del padre, i medici si sono resi conto della profonda radice della malattia ... Celestina, fino a qualche mese fa, ha vissuto come Heidi, spensierata sulle sue silenziose montagne, a 4.000 metri, in mezzo a una povertà estrema, curando felice le sue pecore e correndo a mozza fiato con i suoi amichetti.


In ospedale, Wara e Celestina si sono fatte amiche e ognuna curava l’altra, nonostante i tubi delle flebo che martoriavano i loro corpicini, sulle mani, sulle braccia, sul collo e sui piedini. Avevamo regalato un innocente giocattolo da dottori e tutte le volte che passavamo a visitarle erano sempre lì a misurarsi la pressione, a farsi punture, eccetera. Come dicevo, passati i primi giorni di sconcerto e rabbia, le sentivamo ridere felici appena arrivati nel loro corridoio. Sara ha potuto fare foto furtive nel reparto e spero proprio possano circolare perché ognuno possa rendersi conto di queste impressioni mie.


I volti di Wara e Celestina sono l’espressione dell’incantesimo dell’amore che riesce a far tacere il dolore più grande. E’ stato difficile separare oggi le due bimbe, le due amichette... Speriamo davvero che domani dimettano pure Wara...


Nella stanza di ospedale, insieme a loro, c’è pure un bimbetto di circa due anni, Cristian, che sta veramente male. Una meningite lo ha ridotto quasi a uno stato vegetale nel suo lettino, non sappiamo se sarà per tutta la vita... Non dice una parola, non si muove e si lamenta sempre... Era commovente vedere Celestina –come una perfetta infermiera-dargli il latte con una siringa, e asciugargli la bocchina con un tovagliolo... Ci sono esperienze della vita che non si possono raccontare e dire bene con le parole ma che si colgono solo con gli occhi del cuore, come ben sappiamo... Oggi, quando Celestina gli ha dato un bacio per salutarlo, lui si è messo a piangere sconsolato...


Adesso ho una riunione e poi continuo.... Un abbraccio!