domenica 10 dicembre 2006

la vita qui (e sono convinto che é cosí da tutte le parti!) é solamente condividere

Ciao! Stasera pensavo che la vita qui (e sono convinto che é cosí da tutte le parti!) é solamente condividere. Tornavo dall'ospedale dove Remi é ricoverato di nuovo da alcuni giorni. Lui sará sempre un bambino molto debole, come Mariano. E' pure molto triste quando non sta con noi... Non si sa bene cos'abbia, questa volta. Fuori dall'ospedale c'erano i genitori con gli altri due fratellini. Abbiamo parlato un po' e poi mi sono accorto che la sorella non sta bene cosí ho chiamato subito per cellulare la dottoressa per vedere cosa fare. E lí bisogna usare il tempo, quel poco tempo che abbiamo visto che MRené ha degli orari molto rigidi e non si puó affidare a qualsiasi persona. Ma sono rimasto lí finché non abbiamo fatto tutti gli esami possibili, scocciando tutti i dottori possibili. Ha gli stessi sintomi di tutti gli altri bambini ammalati di tubercolosi, ma se non si interviene subito...

Poco prima mi ero incontrato con il dottore che vive per periodi nella tribú degli Yuqui. Era disperato, disilluso perché non vede nessun miglioramento lá. E poi non lo pagano da alcuni mesi cosí non puó nemmeno andare a fare il suo lavoro. E ho dovuto dargli dei soldi io, immaginiamoci...

Avevo lasciato i 5 fratellini (di Edson) a casa a guardare un video pensando di tornare presto. Ma era giá di notte quando sono rientrato cosí ho preparato anche la cena per loro visto che non dicono mai di no a niente e a casa loro di sera trovano solo té con pane. E alla fine ho chiesto loro di scrivere su un foglio che regalo desiderano per il prossimo Natale, cosí magari possiamo aiutarli a realizzare qualche loro sogno. Piú tardi leggeró quanto scritto su quei bigliettini. Poi é arrivato pure Antonio, che era fuori ad aiutare alcuni suoi amici, ma ha avuto un attacco di epilessia molto forte e voleva arrampicarsi sulla porta a vetri della cucina... María René si é messa a piangere quando l'ha visto cosí strano... Anche lei era agitata perché eravamo fuori orario con tutto, ma poi ha fatto la bravina e si é addormentata tranquilla.

Ora in casa c'é silenzio e scrivo quello che penso: che sono fortunato a poter condividere la vita di tanti, soprattutto piccoli, ma che si soffre tanto e tante volte non si puó fare niente. Non si tratta di aiutare, si tratta di stare lí, di farsi prendere il cuore dal dolore degli altri, dalle gioie degli altri, dai desideri degli altri, dalle disillusioni degli altri. Siamo fortunati ad avere un cuore che ancora puó palpitare....

mercoledì 15 novembre 2006

ogni volta che devo aiutare qualcuna delle nostre famiglie a fare trasloco mi piange il cuore

... ogni volta che devo aiutare qualcuna delle nostre famiglie a fare trasloco mi piange il cuore, dentro, anche se nessuno lo vede. Noi abbiamo tutto... Loro non hanno quasi niente... Non c'è un limite alla povertà che è continuamente sotto i miei occhi...


E siamo nell'anno 2006 dell'era cristiana! Quando arrivo alla casa di qualcuno dei nostri e mi azzardo a chiedere ai bimbi: "Cosa avete mangiato oggi?" E sento la risposta, quasi serena: "Niente perché non avevamo niente da cucinare"..., mi sembra impossibile...


Ieri sera è venuta Antonietta con la sua sorellina Marcela a chiedere viveri perché da tempo il datore di lavoro non paga il papà... Loro sono 6 figli piccoli e probabilmente sono abituati a mangiare quello che c'è, ma non credo che sia umanamente (e cristianamente!) possibile accettare questo...


E' il senso della fraternità che manca. Non posso certo pensare di risolvere i problemi di tutti, ma neanche rimanere indifferente. La povertà qui è un po' nascosta ed è soprattutto velata dalla frustrazione e impotenza che vivono tante famiglie. Noi vorremmo dare speranza e offrire uno spazio di condivisione di tutto quello che abbiamo, poco o tanto che sia..., partendo sempre dal cuore...