venerdì 24 maggio 2013

Una piccola nota per ringraziare tutti/e!

Giovedì mattina, 24 maggio.

In tanti mi avete scritto, chiamato, e sono sicuro che tutti mi/ci siete vicini.

Questo vale più di qualsiasi denuncia!

Certo, non si dorme molto, ma passerà anche questa.

Ieri, come anticipato, non mi sono presentato all'interrogatorio. Il mio avvocato era d'accordo con me. Mi arriverà nei prossimi giorni un avviso del Ministero Pubblico. Ma anche il quel caso, non mi presenterò.

Ieri sera ho mandato un paio di amiche a parlare con il Direttore dei Servizi Sociali. Abbiamo chiesto che si ritiri la denuncia. Lui è d'accordo ma il suo avvocato no. Se non lo faranno, da lunedì cominciamo a fare scuola davanti ai Servizi Sociali, insieme a tutti i nostri bimbi e a tutte le nostre mamme, tutto ben organizzato!: non si può sporcare stupidamente la memoria di uno dei nostri piccoli!

L'abbiamo già fatto anni fa ed è stato un successone! Sarà divertente e molto istruttivo!

Chiederemo le dimissioni del Direttore! Ed anche del suo inetto avvocato.

Il Direttore ha un figlio piccolo ammalato di diabete. Le medicine smesse di mia madre, che aveva la stessa malattia e prendeva le stesse medicine, tramite mia sorella, le facemmo avere l'anno scorso per questo bambino ... Chissà perché la memoria è corta!

Come alcuni sanno, da alcuni mesi i Servizi Sociali hanno trasferito al nostro Centro una bimba cieca, Teresa. Non sappiamo bene la sua età, ma avrà 6, 7 anni. Teresa non vede, non parla e non cammina.

Noi abbiamo fatto delle analisi e l'abbiamo portata più volte da specialisti. Il risultato è che probabilmente Teresa riacquisterà parte della vista dell'occhio sinistro. Un passo importante per la sua salute e per la sua vita!

Stiamo, infatti, cercando una lente speciale da inserire sotto l'iride e poi si farà l'operazione. Qui è ancora di notte e Teresità è di là sveglia, nel suo lettino: lei non dorme molto di notte. è stata per tutta la sua breve vita in un Centro la cui direzione dipende direttamente dai Servizi Sociali, quegli stessi Servizi Sociali che nella loro denuncia affermano e sottolineano che è loro dovere tutelare in ogni momento la salute dei bambini orfani o abbandonati. In 6 anni non si sono mai accorti che Teresita potrebbe vedere? Cosa facevano per lei in ogni momento?

E quando vedrà, noi siamo sicuri che Teresita potrà pure camminare. E magari dormirà meglio di notte. E forse anche noi!

Siamo profondamente arrabbiati, ma non nutriamo cattiveria contro nessuno.

Ringrazio di cuore!

mercoledì 22 maggio 2013

Da non credere!

Chi conosce dall’inizio la nostra storia conosce anche le difficoltà che abbiamo vissuto in momenti bui, con indagini, processi, minacce e accuse assurde da parte di chi ci vendette il terreno su cui abbiamo costruito la nostra cittadella e il nostro centro. Volevano soldi, volevano distruggerci, volevano toglierci un sogno.

Finalmente, nei giorni scorsi, si è conclusa la faccenda dell’acquisto del terreno e si sono firmate le condizioni definitive della vendita con le Suore, che ci hanno pure restituito i soldi delle spese giudiziarie che abbiamo dovuto sostenere negli anni scorsi. Ripeto: anni duri e difficili. Ma tutto è andato a buon fine. Abbiamo resistito, come ci aveva incoraggiato più di un amico!

Ma questo pomeriggio, improvvisamente, un altro secchio d’acqua gelata ci è piovuto addosso.

Infatti, i Servizi Sociali di Cochabamba hanno aperto contro di me un’indagine per delitto colposo in merito alla morte del piccolo Mateo, accaduta l’11 marzo e di cui abbiamo riferito nei nostri messaggi di quei giorni.

Veramente da non credere!

Quando nel marzo del 2010 gli stessi Servizi Sociali ci affidarano Mateito, di due mesi, abbandonato dalla madre nell’ospedale pubblico, ci avvisarono che non c’erano molte speranze di vita per lui vista la gravità della sua situazione di salute. Pensavano quello che pensano sempre: che non avrebbe resistito oltre le due settimane!

Noi non facciamo miracoli, cerchiamo semplicemente di essere vicini ai bimbi, con affetto, con disponibilità, impegno e con quel poco che sappiamo di tutto il resto. Ma Mateo ha vissuto tre anni, e li vissuti bene quei tre anni, circondato dall’amore di tutti. In questi tre anni, i Servizi Sociali di Cochabamba non si sono mai interessati di Mateo, e lo capiamo, con tanti bimbi che hanno da seguire. Ma ci sembra assurdo che ci accusino di omicidio colposo per non aver curato dovutamente uno dei nostri bimbi più ammalato e più amato.

L’abbiamo seguito giorno e notte, grazie soprattutto alla dedizione delle nostre mamme.

Era un bimbo privilegiato per noi! E per tutti gli altri bimbi della cittadella!

Cosa ancor più assurda se si pensa che la settimana scorsa mi hanno chiamato dai Servizi Sociali per chiedermi se Mateo era ancora accolto nel nostro Centro perché si voleva iniziare per lui la pratica di affido. Io mi sono stupito. Noi abbiamo avvisato subito i Servizi Sociali al momento del suo decesso e abbiamo inviato una relazione di quanto era successo nelle ultime ore di vita, di come siamo stati con lui in ospedale sino a mezzanotte, di come l’abbiamo vegliato tutta la notte per la sua difficoltà respiratoria, e di come si è spento in silenzio alle 9 del mattino, quando gli altri bimbi finivano di fare colazione. Ho risposto al telefono titubante che, sì, Mateo era ancora nel nostro Centro, ma accolto dalla terra e protetto dai fiori freschi che le famiglie si incaricano di rinnovare ogni giorno.

Stupisce nella denuncia che i Servizi Sociali affermino che, come Istanza Governativa, hanno l’obbligo di velare in ogni momento per l’interesse superiore, i diritti e le garanzie costituzionali di ogni bambino!

Quando mai i Servizi Sociali ci hanno chiesto come stava Mateo le volte che venivano in ispezione al nostro Centro?

Cos’hanno velato? Che diritti superiori? Che garanzie?

E poi, perché non ci hanno avvisato che volevano un chiarimento ulteriore sulla situazione di salute di Mateo e sul suo decesso? E’ del primo aprile la denuncia nei miei confronti! Oltre un mese di silenzio e di accuse nascoste! Lavoriamo insieme con i Servizi Sociali, siamo in contatto costante, anche ieri ci hanno chiesto di ricevere una bimba con una grave malattia.

Perché improvvisamente arriva l’ordine dei presentarmi, domattina alle 10, davanti al Pubblico Ministero per offrire chiarimenti sul decesso di Mateito con la chiara sottolineatura della sanzione da 1 a 5 anni di carcere secondo l’articolo 260 del codice penale (Omicidio Colposo) per vulnerazione di doveri inerenti al carico professionale?

Veramente da non credere!

I nostri bimbi sono tutti bambini a rischio.

Quante ore dormiamo noi di notte? Chi veglia su di loro? Quante volte corriamo di notte all’ospedale?

Tutti ci conoscono e ci stimano nell’Ospedale Pubblico di Cochabamba. E’ logico: disturbiamo sempre con tanti bambini che abbiamo! Quasi 200!

Devo ammettere che mi sono molto arrabbiato questo pomeriggio negli uffici dei Servizi Sociali. Ho espresso chiaramente che questa denuncia è una “maldad”, non so come tradurre in italiano, una “cattiveria” pura e semplice! Premeditata e sporca!

Non ho intenzione di rispondere, domani, a nessun interrogatorio: non ne ho il tempo! Conosco questa trafila stupida e assurda.

E’ un’ingiuria al piccolo Mateo che riposa in pace nel giardino della cittadella.

E’ un’ingiuria per tutti i nostri bimbi che ci sono affidati da quegli stessi Servizi Sociali.

E’ un’ingiuria alla verità che è molto facile da scoprire quando si vive in mezzo ai piccoli, in mezzo ai deboli, in mezzo a chi soffre e non in mezzo alla scartoffie.

Non andrò a nessun interrogatorio. Che sia chiaro! Alle dieci del mattino è l'ora di cominciare a far da mangiare per i bimbi che rimangono a casa e non vanno a scuola.

lunedì 13 maggio 2013

Brayan e Nayeli

Sono passato quasi tre mesi dal giorno in cui abbiamo avuto l’incidente in Cile. Ieri abbiamo riconsegnato il pulmino alle suore che in febbraio ce l’avevano prestato per una settimana. Sembrava nuovo di fabbrica! E poi queste “sorelle” ci sorprendono sempre: siccome la nostra camionetta in questi giorni è dal meccanico, nel frattempo ci hanno prestato un’altra macchina che ci serve soprattutto per le necessità giornaliere della scuola.

Anche le persone lesionate nell’incidente sono quasi totalmente ristabilite.

Nessuna conseguenza a livello giudiziario.

Ogni tanto il pensiero ritorno a quel pomeriggio, quando stavamo per arrivare al mare, con l’ultimo gruppo dei bambini della nostra scuola, ed improvvisamente ci siamo trovati al bordo di un precipizio con il pulmino, tra l’altro nuovo, scaravoltato, con dentro 15 bambini. Siamo stati fortunati, molto fortunati.

Fortunati anche nei giorni successivi per la solidarietà che ci ha coinvolti a tutti i livelli, e i nostri bimbi hanno potuto dimenticare in fretta quei brutti e terribili istanti.

Ma ora è venuto il momento di cercare, in qualche modo, di restituire tanta generosità.

Alcune settimane fa, infatti, ci è stato comunicato che due bimbi di 4 anni, che frequentavano l’asilo della scuola che ci ospitava ogni volta che andavamo ad Arica, in Cile, lasciati soli nella cucina della scuola, improvvisamente si sono rovesciati addosso 25 litri di acqua bollente che serviva per la colazione di quel giorno. I due bimbi sono stati subito trasferiti in un aereo speciale, con prognosi molto riservata, nell’ ospedale per ustionati di Santiago, capitale del Cile, che dista più di duemila chilometri da Arica. Le ustioni sono dell’80% sul loro corpicino!

Anna e Sofia, due amiche di Reggio che sono state qui da noi per alcuni giorni e sono passate per Santiago, prima di rientrare in Italia hanno avuto modo di recarsi in quell’ospedale. Hanno intravisto i due bimbi attraverso le vetrate della degenza di terapia intensiva. Hanno pure avuto modo di parlare con le mamme dei due bimbi: Brayan, di origine peruviana e Nayeli, di origine boliviana. Infatti, la loro scuola, dove noi allogiavamo, è soprattutto per i bimbi delle famiglie dei lavoratori stagionali della Bolivia e del Perù che vanno in Cile per i raccolti agricoli. Famiglie povere, famiglie umili, costrette ad emigrare per sopravvivere. Anna e Sofia ci hanno comunicato la pena e il dolore di queste due mamme che hanno messo in comune con loro anche piccole necessità, come quella dei vestiti pesanti per gli altri loro figlioletti più piccoli visto che ora a Santiago incomincia il freddo dell’autunno e presto arriverà quello più duro ancora dell’inverno. Lì il clima non è come ad Arica dove fa sempre caldo. Anna e Sofia ci hanno lasciato i numeri di telefono delle due mamme che dovranno passare tanti mesi in quell’ospedale di Santiago così pure noi avremo modo di farci sentire personalmente.

Stasera, nella cittadella, ci siamo trovati con le nostre famiglie è abbiamo comunicato questa notizia. Ci siamo detti che noi siamo stati fortunati perché abbiamo goduto della generosità e premura degli amici cileni nel momento dell’incidente dei nostri figli, e che ora è il momento di fare qualcosa per le famiglie di questi due bambini che noi sentiamo come figli, pur senza conoscerli.

Nei prossimi giorni raccoglieremo le idee e analizzeremo le proposte per poi intraprendere qualche iniziativa concreta. Anche le nostre famiglie sono povere ed umili, ma sono pure generose. Una, infatti, è già venuta e ha messo a disposizione un piccolo risparmio da poter inviare in Cile.

Bolivia e Cile vivono un momento difficile e molto teso a livello di relazioni bilaterali.

Il Cile è un Paese molto ricco. La Bolivia, invece, è molto povera. Ma siamo Paesi vicini e fratelli! I nostri bimbi ne hanno fatto l’esperienza!

Noi vogliamo e possiamo vivere e testimoniare questa fraternità soprattutto in questi momenti di difficoltà.

Ogni sera, qui nella cittadella, preghiamo con insistenza per la salute di Brayan e Nayeli. Preghiamo per le loro famiglie.

Noi siamo fortunati perché viviamo in una comunità, una comunità grande che supera di lungo i confini della Bolivia e la necessità di uno è subito condivisa e superata grazie al contributo di tanti. L’abbraccio di una comunità è garanzia di sicurezza e protezione!

Oggi aggiungiamo alla lista delle nostre famiglie anche le famiglie di Brayan e Nayeli perché sono già entrate nel profondo del nostro cuore. E ci apriamo insieme alla speranza e al bene anche per loro, soprattutto per i loro piccoli innocenti e così provati.

mercoledì 1 maggio 2013

Il mio primo sorriso

Il mio primo sorriso “Sono qui sul letto in attesa che mi cambino il pannolino... Non mi sporco tanto, sono un bimbo bravo e non dò problemi in questo senso. Ci tengo ad essere ben pulito e in ordine. E tutti mi coccolano in questo senso.

La mia mamma, quando sono nato e vivevo con lei in strada, mi ha messo come nome Juansito e questo nome è rimasto anche qui, nella casa de los niños e con questo nome sono stato battezzato qualche mese fa anche se, a dire vero, tanti, qui, mi chiamano Buà o Kalén. Buà perché quando ero piccolino piangevo tanto e facevo una mescolina ripetendo sconsolato: Buà, buà! Adesso piango molto meno, ma mi è rimasto questo nomignolo, che è carino. Il nome Kalén è di una lingua indigena cilena e mi hanno spiegato che vuol dire: “Bimbo speciale, unico!”. Ed è vero: sono un bimbo speciale, unico. Sento che sono un bimbo speciale per tutti quelli che ho attorno.

...

Sono disteso e guardo il soffitto, ma so che più sopra c’è il cielo. Devo confessare che mi piacerebbe che mi chiamassero: Juansito del cielo perché mi sento come un regalo del cielo, come del resto lo sono tutti i bimbi. Non riesco a controllare i miei movimenti e le mie reazioni. Infatti, ho una malattia difficile, con un nome difficile: idranancefalìa. In poche parole, dalle spiegazioni dei medici che hanno analizzato la mia ecografia cerebrale, significa che ho un cervello molto ridotto che nuota in una vasta distesa di liquido. I medici sono bravi e mi hanno messo una valvola, sotto il cranio, proprio dietro l’orecchio destro, che aiuta a scaricare l’eccesso di questo liquido se no la mia testina crescerebbe fuori misura. Purtroppo, questa malattia mi provoca forti crisi epilettiche, che mi fanno tanto male, ma da quando sono andato al mare, ho notato un miglioramento e le scosse sono diminuite. Si vede che l’aria del mare mi ha fatto proprio bene. L’acqua dell’Oceano Pacifico è molto fredda ed io non la sopportavo proprio: mi dava i brividi. E così mi facevano bagni di sabbia. Quella sì che era bella caldina e tutto il mio corpo si rilassava. Mi piace tanto stare al caldo!

...

Dicono che in questi mesi sono migliorato tanto, ma io non so cosa voglia dire e rispetto a chi o a cosa sono migliorato. Io non ci vedo molto, ed ho l’esperienza di appena 14 mesi di vita, ma intuisco che gli altri bimbi a questa età incominciano a pronunciare le prime parole, a prendere in mano oggetti e persino a muovere i primi passi. Io non me ne faccio un problema se non parlo e se non riesco a muovermi . D’altra parte, io ci sento bene, anzi, mi spavento quando percepisco rumori dai toni troppo alti, come, per esempio, quando sbattono una porta, quando starnutiscono o quando si fa troppo chiasso. Non so perché, ma le mie manine non rispondono a stimoli e sono sempre rigide, lo stesso vale per le mie gambine. “Sono sintomi di chi è spastico”, dice la mia fisioterapista. Mi accorgo che a volte stringo con forza i vestiti di chi mi tiene in braccio. Mi piace molto stare in braccio: mi sento sicuro! Solo quando dormo percepisco i miei muscoli rilassati. Dicono che sono migliorato forse perché adesso riesco a fissare gli occhi in direzione delle voci che mi parlano o forse perché piango di meno. Ed è vero che faccio uno sforzo grande dentro di me per fare cose semplici: per reagire, per ascoltare e per prestare attenzione, e mi rendo conto che le persone attorno a me ne soffrono. E’ che la gente mi vuole bene e tiene accese tante speranze su di me. Ma io non so come, quando e in che misura potrò migliorare. In tutti i modi, questo non è un problema per me perché tutti fanno un grande tifo per me e nutrono una infinita fiducia nelle mie scarse possibilità. Lo ripeto: io mi sento sicuro e ben protetto!

...

Ho 4 dentini di sopra e due dentini e mezzo di sotto. Non è che mi servano molto perché riesco a deglutire solo pappine, ma esteticamente risaltano proprio bene nella mia bocchina di bimbo troppo bello. Mi hanno comprato persino uno spazzolino da dito e così luccicano sempre di bianco splendente i miei dentini. Ho sempre la bocca aperta come quella di un passerottino e così tutti possono ammirare i miei 6 dentini e mezzo.

...

Mi hanno regalato un libro e in ogni pagina posso ascoltare il cinguettìo di un uccello diverso. Mi diverto un sacco ad ascoltare questi suoni ma soprattutto mi piace da matti il cinguettìo dell’usignolo: è dolce. Mi hanno anche regalato un libro di fiabe ed ogni sera, prima di addormentarmi, mi leggono un racconto. Sto molto attento e faccio tesoro di ogni fiaba. Noi bimbi siamo come i protagonisti speciali di un infinito racconto di fiabe per le nostre famiglie. Alla fine del racconto, mi addormento sereno. L’altra sera, invece, mi sono addormentato mentre mi facevano il bagnetto. Disteso sull’acqua ben calda, sognavo di volare come un usignolo nel cielo azzurro, sulle casette della nostra cittadella, contemplando le corse e i giochi di tanti bimbi, e con gli occhi ancor chiusi mi è fiorito un sorriso sulle labbra. In questi 14 mesi di vita si tratta del mio primo sorriso. Poi mi sono svegliato e ho visto occhi di fronte a me che luccicavano di commozione e di gioia mentre braccia amiche mi sostenevano nell’acqua della vaschina. Qualcuno pensa che sia un miracolo. Forse. Ma era così bello volare!

Sogno spesso, ma non mi era mai capitato di volare, di sentirmi così bene, lassù nel cielo.
Mi piacerebbe davvero che mi chiamassero: Juansito del Cielo.”