venerdì 4 gennaio 2008

ben arrivati!

Casa dei bambini, 04 gennaio 2008

Carissima Luciana, carissimo Gianni, carissima Grazia, carissime Lara e Martina!

Oggi siete partiti per rientrare a casa... Non credo che sia stato facile-anche se abbiamo cercato di non farci prendere dalle emozioni-, come non é facile per noi muoverci per la nostra casetta e non incrociare i vostri sguardi,il vostro agire libero e operoso come quello delle api in un alveare. E non é facile per i bimbi rinunciare alle coccole straordinarie di queste settimane,prima di dormire..., e rendersi conto che anche domani non sarete qui fisicamente...
C'é un velo di tristezza che opaca il nostro cuore, la nostra casa e il nostro giardino... E piú silenzio dentro...

Sono stati 20 giorni intensi, tirati, condizionati da tanti imprevisti,imposti dai programmi natalizi. Il tempo, piuttosto piovoso, ci ha accompagnati nei momenti piú importanti ed abbiamo potuto realizzare quasti tutti gli incontri e le attivitá previsti/e.

I bimbi dell' altipiano lasciano un'impressione di grande dignitá e tenerezza. Tutto lassú é maestoso, forse perché piú vicino al cielo, come dignitosa é la povertá di questi nostri amici. Ma oggi ? e questo per noi é motivo di grande gioia- sono partite le porte e le finestre delle nuove casette di Karpani e alla nostra colonia sono arrivati 10 bambini di lassú, con i loro vestitini colorati, i loro volti feriti dal sole e dal freddo, e i loro piedini piagati, specchio di sofferenze ataviche. Gli altri bimbi li hanno accolti con molto stupore, ma con grande simpatia, chiedendo con affetto sincero i loro nomi, e accompagnandoli ai loro letti che li aspettavano con tanto di materasso e lenzuola! Non parlano la stessa lingua, ma i bambini non hanno bisogno di interpreti per capirsi tra di loro.

I bimbi della foresta fanno piangere il cuore, purtroppo... La circostanza e il poco tempo a disposizione non ci hanno permesso di stare di piú con loro,per sentire le loro voci, per giocare insieme, per accarezzarli, per capirli e per renderci conto del loro reale stato di salute. Quasi tutti erano in fase di convalescenza dal morbillo e dalla varicella. Per questo motivo non abbiamo potuto portare nessuno a Cochabamba per la colonia, onde evitare rischi di contagio.

Sembrano bimbi senza futuro perché troppe amarezze, false promesse e surrogati di affetto contagiano il loro presente. Non sappiamo bene cosa fare di buono per loro perché non riusciamo a capirci con le loro famiglie... Oggi,peró, é venuto un papá, come ci aveva promesso, per far vedere dal medico il figlioletto di 5 anni che ha problemi al cuore.

L'idea di costruire un centro, qui sul nostro terreno, solo per i bambini yuqui, é tutta da maturare, ma qualche idea buona dobbiamo pur tirarla fuori per riuscire salvare questi piccoli.
Gli altri bambini, quelli che vivono qui in casa e quelli che la frequentano, sono ognuno un tesoro speciale, che ci riempie il cuore disoddisfazione e orgoglio, anche se non mancano le sofferenze. Questo pomeriggio, per esempio, sono venuti Edson e Joel per chiedere da mangiare visto che la mamma non era andata a lavorare e non era rimasto niente in casa. Meno male che nella nostra c'é sempre di piú..., e siamo vicini... Certo, che c'é tanto da fare per sostenere e accompagnare le famiglie dei bimbi, come ci siamo resi ben conto il primo dell'anno, quando siamo andati dalla polizia per tirare fuori dai pasticci due dei nostri genitori, arrivati a picchiarsi a sangue mentre i loro figlioletti erano abbandonati in casa. Un primo dell' anno segnato anche dall'incontro drammatico con María e Agustín, e i loro due bimbi piccoli, nei giardini della cittá, genitori pieni di colla e alcool, ma abbracciati a noi in cerca di una luce per un futuro che non sembra dare piú loro nessuna chance...

Il senso di questi giorni, vissuti bene insieme?

A me sembra di aver capito che questa casa respira con due polmoni: uno qui in Bolivia, sui campi di battaglia, ed uno sul versante del Secchia. E non ci sono piú distanze: questa avventura la costruiamo insieme giorno per giorno,con i sogni che devono farsi realtá, con le idee che devono prendere forma, con i progetti concreti che si stanno sviluppando, ma soprattutto con tanta simpatia e tanto amore per questi nostri bimbi. Qui tutto é nostro: sono nostri i bambini, sono nostre le famiglie, é nostro il terreno, sono nostre le casette, sono nostre le gioie e le aspettative, sono nostri gli impegni e le attivitá. E sono nostre le utopie e pure gli errori. Intanto, il giorno 20 inaugureremo le prime 4 casette! Evviva! Sono venuti gli amici di Habitat perdarcene l'annuncio e per dare una mossa ai nostri muratori.
Ho capito che é un piccolo bozzetto di un mondo diverso quello che vorremmo sorgesse attorno a noi, un mondo piú umano, piú degno, piú bello, piu gestibile perché ha per protagonisti tanti bambini.

E' il nostro mondo, é la nostra famiglia che ci tengono uniti e che ci fanno gioire e che tengono legati per sempre e che danno senso alla nostravita.

Partire, restare, lacrime, affetti, nodi alla gola, rimpianti, idee condivise, parole di ringraziamento, silenzi altrettanto veri, stanchezze e sbadigli, e chissá quante altre cose ancora, sono momenti di una storia bella che vediamo scorrere davanti ai nostri occhi e che ci fa protagonisti di una avventura, magari piccola, ma che é sotto le braccia dall'arcobaleno. Un segno propizio e foriero di speranza.

Ben arrivati a casa! Ma ogni giorno sarete qui con noi, perché il cuore ce lo dice!

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