martedì 27 novembre 2007

e' passata una settimana da quando sono partito da Reggio

Ciao!

E’ passata una settimana da quando sono partito da Reggio. Avrei voluto registrare ogni tappa del lungo viaggio di rientro (51 ore da quando sono uscito da casa mia fino all’arrivo qui! e le impressioni commoventi e piene di gioia e stupore dell’incontro con ognuno dei bimbi quando, mercoledí mattina, al risveglio, si sono incrociati con il mio sguardo ed io con il loro... E poi gli amici che qui mi aspettavano, quasi a mezzanotte, con una bella pizza e una composizione di immagini sullo schermo del computer con le foto dei bimbi e un loro cartello di benvenuto, con disegnini e letterine...

Sono stati troppo belli e troppo importanti per me i giorni vissuti in Italia: ho incontrato tanti amici e amiche che vogliono un bene immenso alla nostra casetta e ai suoi bimbi, che seguono con simpatia le loro storie, spesso nell’anonimato. Devo ripassare i volti di ognuno con gli appunti presi alla fine delle giornate per poter veramente non confondere nessuno e associare bene i volti dei nostri bimbi ad ognuno di quei volti.

Una ricchezza, che non si puó dimenticare. Ora posso dire con orgoglio ai nostri bimbi: “Sai, ho incontrato in Italia qualcuno che ti vuole molto bene e ti manda un bacino e un abbraccio forte, forte!”. E i bimbi si stupiscono e si rallegrano. Anche a me si riempie il cuore di gioa per l’affetto sincero e profondo che ci é stato dimostrato, e il sostegno generoso che fa fiorire le casette nuove qui fuori. A qualcuno l’ho giá detto: solamente stamattina presto ho trovato il tempo e la forza per fare un giro a vedere come vanno le costruzioni. Bello e commovente anche qui vedere il profilarsi dei tetti sfavillanti sul fondo delle montagne lavate dalla pioggia. Le casette crescono, nelle prime si sta lavorando all’intonaco delle stanze. In altre siamo un po’ in ritardo per via della pioggia dei giorni scorsi e per via dei lavoratori che ogni tanto spariscono senza preavviso. Oggi ce n’eran solamente 5 a pranzo...

Ma l’impegno da quando sono stato in Italia, é quello di non far vincere lo sconforto, la delusione o la critica. La pace deve regnare sempre, nonostante i problemi, i dolori e le contrarietá. Cerco di prendere un po’ di sana distanza dalle difficoltá, che subito si sono presentate, senza farmi coinvolgere troppo o vincere dal panico. E cosí riesco a passare tanto tempo con i bimbi, giocando con loro nella loro stanzetta. E loro capiscono lo sforzo che si fa e sono molto piú tranquilli, e dormono serenamente, nonostante i raffreddori di stagione. Non mancano gli episodi meno fortunati, come stasera, quando Sebastián si é messo a piangere a
dirotto, per 20 minuti, quando al momento della tazza di latte prima di andare a letto, voleva tutta la ciotola di biscottini che María René, da brava mammina, stava distribuendo in parti uguali ad ognuo dei fratellini/sorelline. Prima una sgridata per lui, e poi doppia razione di biscotti e la pace era giá fatta, con ulteriore premio per aver fatto la cacchina nel vasino. E, simpatico, di fianco a lui, Manuel che si metteva l’indice sul nasino e sulla bocca per indicargli di smetterla.

E proprio per il piccolo Juan Manuel, ieri pomeriggio, abbiamo festeggiato il compleanno . Un festa bella con i bimbi e tanti amici che non nascondono la loro preferenza per il nostro piccolino, che ancora non parla e non cammina (tra l’altro, si sono sbagliati a fargli le scarpine ortopediche), ma sorride che é uno spettacolo. A dire il vero, lui non era molto attirato dal suo compleanno e neanche dalla torta, pur buona. Ma quando é arrivato il regalino, un camioncino da meno di un euro (poi, quando avremo tempo, gli compreremo una bella macchina a pedali), si é afferrato al regalo e non l’ha voluto piú mollare, né per mangiare, né per andare a letto: guai a chi glielo toccava!

Certo, le preoccupazioni ci sono, come quella per la salute del Padre José Heath, il sacerdote di 82 anni che vive con noi, in due stanzette della “depandance”, che é caduto dalla seggiola a rotelle, domenica l’altra, e che ha una forte infezione urinaria. Sabato, il medico che l’ha visto, era molto preoccupato, ed é stato necessario un intervento energico di antibiotici; ma oggi, il Padre sta molto meglio ed é tornato al suo ritmo confortante di patatine e coca cola, da buon nordamericano. Simpatica la sua preoccupata reazione, quando sabato a mezzogiorno, abbiamo sentito il rumore di una ruspa che entrava, senza preavviso, nella nostra proprietá:
“Sono le ruspe del Municipio che vengono a demolire le casette nuove! Ci vogliono cacciare via di qua: dove potremo alloggiare?” Erano, sí, le ruspe del municipio, ma che venivano a continuare i lavori di livellamente del futuro campo da calcio.

Preoccupazione piú seria quella che si vive nel Paese per la difficili situazione sociale di questi giorni, con morti e scontri per motivi veramente banali e che hanno obbligato i nostri due amici di Felina ad anticipare il loro rientro in Italia. Noi non abbiamo televisione per cui non sappiamo bene quello che sta succedendo nelle cittá in cui ci sono scontri.

Preoccupazione meno grave per il pranzo di oggi visto che, per la mancanza di operai al lavoro e a pranzo, era rimasta mezza pentola di cibo inutilizzato che non sapevo come fare a smaltire. Ma verso le otto di sera, suona il campanello ed eccoti una famiglia con tanti bambini che non avevano pronto niente da mangiare e cosí: festa per loro!, con tanto pollo e tanto riso, insieme ad altre buone cosette che ci erano arrivate in sovrappiú proprio nel pomeriggio, dono dell’allenatore della nazionale, venuto a farci visita.

Ora mi preparo per andare a letto e saluto di cuore ognuno e ad ognuno faccio gli auguri per questa settimana. Come ultimo pensiero, le parole del P. José, ieri, a chi gli voleva offrire una sistemazione piú comoda: “Non voglio andarmene da questa casa perché nessuno mi ha mai trattato cosí nella mia lunga vita, e ho sempre qualcuno accanto che mi accompagna”. E’ il nostro decimo bimbo, anche se pesa novanta chili e ci vuole una gru per tirarlo su dal letto... Tra il suo sorriso e quello di Manuel scorre il ritmo sereno della nostra famigliola, semplice e bella, originale e sorprendentemente normale.

Dimentico di dire che siamo molto contenti anche perché Antonio, in questi giorni sta molto bene e questo ci toglie una grossa preoccupazione.
Un abbraccio!
Ari a bimbi, grandi e piccoli

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