Chi conosce dall’inizio la nostra storia conosce anche le difficoltà che abbiamo vissuto in momenti bui, con indagini, processi, minacce e accuse assurde da parte di chi ci vendette il terreno su cui abbiamo costruito la nostra cittadella e il nostro centro. Volevano soldi, volevano distruggerci, volevano toglierci un sogno.
Finalmente, nei giorni scorsi, si è conclusa la faccenda dell’acquisto del terreno e si sono firmate le condizioni definitive della vendita con le Suore, che ci hanno pure restituito i soldi delle spese giudiziarie che abbiamo dovuto sostenere negli anni scorsi. Ripeto: anni duri e difficili. Ma tutto è andato a buon fine. Abbiamo resistito, come ci aveva incoraggiato più di un amico!
Ma questo pomeriggio, improvvisamente, un altro secchio d’acqua gelata ci è piovuto addosso.
Infatti, i Servizi Sociali di Cochabamba hanno aperto contro di me un’indagine per delitto colposo in merito alla morte del piccolo Mateo, accaduta l’11 marzo e di cui abbiamo riferito nei nostri messaggi di quei giorni.
Veramente da non credere!
Quando nel marzo del 2010 gli stessi Servizi Sociali ci affidarano Mateito, di due mesi, abbandonato dalla madre nell’ospedale pubblico, ci avvisarono che non c’erano molte speranze di vita per lui vista la gravità della sua situazione di salute. Pensavano quello che pensano sempre: che non avrebbe resistito oltre le due settimane!
Noi non facciamo miracoli, cerchiamo semplicemente di essere vicini ai bimbi, con affetto, con disponibilità, impegno e con quel poco che sappiamo di tutto il resto. Ma Mateo ha vissuto tre anni, e li vissuti bene quei tre anni, circondato dall’amore di tutti. In questi tre anni, i Servizi Sociali di Cochabamba non si sono mai interessati di Mateo, e lo capiamo, con tanti bimbi che hanno da seguire. Ma ci sembra assurdo che ci accusino di omicidio colposo per non aver curato dovutamente uno dei nostri bimbi più ammalato e più amato.
L’abbiamo seguito giorno e notte, grazie soprattutto alla dedizione delle nostre mamme.
Era un bimbo privilegiato per noi! E per tutti gli altri bimbi della cittadella!
Cosa ancor più assurda se si pensa che la settimana scorsa mi hanno chiamato dai Servizi Sociali per chiedermi se Mateo era ancora accolto nel nostro Centro perché si voleva iniziare per lui la pratica di affido. Io mi sono stupito. Noi abbiamo avvisato subito i Servizi Sociali al momento del suo decesso e abbiamo inviato una relazione di quanto era successo nelle ultime ore di vita, di come siamo stati con lui in ospedale sino a mezzanotte, di come l’abbiamo vegliato tutta la notte per la sua difficoltà respiratoria, e di come si è spento in silenzio alle 9 del mattino, quando gli altri bimbi finivano di fare colazione.
Ho risposto al telefono titubante che, sì, Mateo era ancora nel nostro Centro, ma accolto dalla terra e protetto dai fiori freschi che le famiglie si incaricano di rinnovare ogni giorno.
Stupisce nella denuncia che i Servizi Sociali affermino che, come Istanza Governativa, hanno l’obbligo di velare in ogni momento per l’interesse superiore, i diritti e le garanzie costituzionali di ogni bambino!
Quando mai i Servizi Sociali ci hanno chiesto come stava Mateo le volte che venivano in ispezione al nostro Centro?
Cos’hanno velato? Che diritti superiori? Che garanzie?
E poi, perché non ci hanno avvisato che volevano un chiarimento ulteriore sulla situazione di salute di Mateo e sul suo decesso? E’ del primo aprile la denuncia nei miei confronti! Oltre un mese di silenzio e di accuse nascoste! Lavoriamo insieme con i Servizi Sociali, siamo in contatto costante, anche ieri ci hanno chiesto di ricevere una bimba con una grave malattia.
Perché improvvisamente arriva l’ordine dei presentarmi, domattina alle 10, davanti al Pubblico Ministero per offrire chiarimenti sul decesso di Mateito con la chiara sottolineatura della sanzione da 1 a 5 anni di carcere secondo l’articolo 260 del codice penale (Omicidio Colposo) per vulnerazione di doveri inerenti al carico professionale?
Veramente da non credere!
I nostri bimbi sono tutti bambini a rischio.
Quante ore dormiamo noi di notte? Chi veglia su di loro? Quante volte corriamo di notte all’ospedale?
Tutti ci conoscono e ci stimano nell’Ospedale Pubblico di Cochabamba. E’ logico: disturbiamo sempre con tanti bambini che abbiamo! Quasi 200!
Devo ammettere che mi sono molto arrabbiato questo pomeriggio negli uffici dei Servizi Sociali. Ho espresso chiaramente che questa denuncia è una “maldad”, non so come tradurre in italiano, una “cattiveria” pura e semplice! Premeditata e sporca!
Non ho intenzione di rispondere, domani, a nessun interrogatorio: non ne ho il tempo! Conosco questa trafila stupida e assurda.
E’ un’ingiuria al piccolo Mateo che riposa in pace nel giardino della cittadella.
E’ un’ingiuria per tutti i nostri bimbi che ci sono affidati da quegli stessi Servizi Sociali.
E’ un’ingiuria alla verità che è molto facile da scoprire quando si vive in mezzo ai piccoli, in mezzo ai deboli, in mezzo a chi soffre e non in mezzo alla scartoffie.
Non andrò a nessun interrogatorio. Che sia chiaro! Alle dieci del mattino è l'ora di cominciare a far da mangiare per i bimbi che rimangono a casa e non vanno a scuola.
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