Questo è un periodo di silenzio…
C’è silenzio intorno, ed è logico perché è notte fonda. Nella cittadella tutto è spento per il riposo della notte. Solo qualche cane abbaia in lontananza. Le luci della città riflettono un giallo pallido sulle nuvole che da alcuni giorni nascondono l’azzurro del cielo.
C’è silenzio pure nel mio cuore: da tante settimane vivo nel silenzio incapace di vedere e di cogliere gli aspetti semplici della vita che continua a scorrere davanti a me, incapace di comunicare.
Ma stanotte mi ha colpito il silenzio e questo silenzio mi ha spinto a riprendere la comunicazione perché il silenzio è un aspetto della vita che scorre e bisogna saper cogliere pure quello.
Improvvisamente, infatti, capisco che non è necessario che tutto sia luminoso e chiaro, che tutto sia risposta ai nostri sogni e desideri; non è necessario che le parole riescano ad aprire gli orizzonti del cuore e delle emozioni per farci partecipi della vita che scorre e che ci lega da tempo, da tante parti diverse, in tante situazioni diverse.
Nel silenzio di questa notte, nel silenzio di questo periodo possiamo continuare a comunicare, possiamo continuare a partecipare di una vita bella, possiamo rendere più salda la nostra amicizia e i nostri sogni di bene.
Probabilmente il silenzio nasconde dolore, incertezze, disillusioni, sconforto e pure pene profonde.
Ma non possiamo allontanare il silenzio che è parte della nostra vita, che raccoglie tanti momenti della giornata di ognuno di noi.
Cogliere il silenzio significa rendersi conto della necessità di uno sforzo maggiore perché le nostre mani e i nostri cuori si incontrino in un abbraccio di affetto di cui forse abbiamo maggior bisogno in questo momento della notte. E ci devono essere tutte le nostre mani e ci devono essere tutti i nostri cuori perché sembrano aumentare le distanze in certi momenti della vita ed è necessario serrare le fila finché sia un solo cuore che palpiti.
Quando il piccolo Luciano, della tribú degli Yuquis, partì per il cielo, quasi 4 anni fa, rimasi per tanto tempo in silenzio, incapace di risolvere dentro di me il dolore assurdo della morte di un bimbo innocente...
Poi apparve María René nella nostra vita e dovetti uscire dal silenzio perché insieme accogliessimo lei che dalla morte era stata strappata come per miracolo: sere prima ci eravamo riuniti tutti insieme, con la nostra comunità, in silenzio, in preghiera, concordi, per chiedere il ristabilimento della sua salute. E così fu.
In questo nostro centro, in questa nostra cittadella, in questi nostri cuori, in questo nostro sogno stanotte accogliamo un nuovo compagno di viaggio: il silenzio.
E lui ci sorride perché non è più silenzio muto. Siamo, infatti, qui a mettere giù parole e a comunicare di nuovo prendendo spunto proprio da lui.
Ecco, dunque, il silenzio che ci accompagna e ci regala un tesoro di misteri che possiamo scoprire ognuno per conto proprio.
Ecco, dunque, il silenzio che viene stanotte ad arricchire la nostra storia e che ci strappa come per miracolo dalle nostre pene, riaprendo le porte della comunicazione che fa palpitare concordi i nostri sogni di bene.
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lunedì 25 gennaio 2010
martedì 13 ottobre 2009
Dalla finestra dei sogni realizzati...
Ogni tanto trovo il tempo di fermare gli occhi e il cuore per dare un'occhiata dalla finestra magica, quella che dalla nostra casetta si proietta fuori e vede scorrere davanti a sè il volo dei nostri sogni che come per incanto si materializzano. E' proprio vera quella frase che usiamo spesso: l'essenziale - i sogni realizzati - si vede solo con gli occhi del cuore.
Giorni fa, per esempio, godevo al vedere -qui sotto la nostra finestra magica- il salterellare gioioso in giardino della nostra piccola Eva. Giocava felice insieme ai suoi cuginetti, e il suo volto brillava per la spontaneità e la fantasia che fa inventare ai bambini, dal nulla, ogni sorta di divertimento. Quel volto sereno di bimba felice e spensierata ha allontanato per sempre il ricordo della tristezza e del dramma delle bruciature sulle sue guance, dolore vissuto dentro la sua famiglia, e che l'ha portata qui da noi per curarla e ritrovare il senso di una vita che prima - assurdamente- era considerata sprecata per lei.
Vedo salterellare giocosa la piccola Evita, e allontanarsi dalla nostra finestra, dal nostro giardino, e correre incontro alla sua mamma, che l'aspetta un poco più in là. Evita non alza lo sguardo verso la finestra magica. Lei ora ha il suo orizzonte: un casa, una famiglia, una mamma, dei nonni, dei cuginetti, degli zii a cui rivolgere il suo sguardo e il suo cuore. E non ha certo rimpianti. Evita è l'immagine della serenità conquistata che passa sotto la nostra finestra. E io, ingenuamente come i bimbi, ringrazio l'asino che le salvò la vita, anni fa..., e la portò qui. E questo mi fa felice, immensamente.
Con una certa commozione, invece, e quasi con un nodo in gola, dalla finestra dei sogni realizzati fisso spesso il mio sguardo, in questi giorni, sul piccolo Manuel (lo conoscemmo in ospedale proprio quando andavamo a trovare Eva, ricoverata là per oltre un mese appena arrivò da noi). Ogni fine settimana, ed anche a metà settimana, la mamma Wilma, insieme agli altri due fratellini, Carla e Martín, lo viene a prendere per portarselo a casa, la casetta nuova, lá fuori, nel villaggio arcobaleno, una casa con finestre, con letti, con cucina, con la luce e l'acqua calda, con un bagno nuovo, una casa vera, insomma, mica il tetto di lamiere all'aperto sotto cui vivevano prima. E Manuel applaude felice e grida: »Mami, mami!«, e poi si lancia con le sue gambette curve verso la sua mamma che l'aggiusta, come tutti i bimbi poveri boliviani, nel suo aguayo (tela) colorato, e se lo mette a tracolla. E Manuel ci saluta e se ne va felice, barcollando sulle spalle della mamma, verso la sua casetta in compagnia della sua famiglia, quella vera. Piano piano Manuel si stacca da noi, dalla nostra casetta... L'abbiamo pensato così e così si sta realizzando... La famiglia di Manuel è la più povera del nostro villaggio arcobaleno, ma è la sua famiglia, è il suo tesoro, e questo non ha prezzo, e questo supera qualsiasi povertà materiale. E poi la sua famiglia è qui con noi! Manuel ha imparato a camminare, sta imparando a parlare, e sta riprendendo vita dentro la sua famiglia e sta dando vita alla sua famiglia.
Il nodo in gola è perché il duro Ari, che non piange mai, vede uno dei suoi angioletti sparire piano piano dietro l'angolo del giardino e la separazione si sente... Dalla finestra dei sogni realizzati oggi abbiamo salutato Lisa che è partita per rientrare in Italia, dopo questi bei mesi della sua vita che ha voluto regalarci. Anche lei ha voltato l'angolo e non la vediamo più qua fuori, come non vediamo più tutti gli amici e le amiche che quest'anno e gli anni scorsi hanno condiviso con noi la loro vita: e con tutti abbiamo costruito un rapporto molto, molto bello! E anche qui si sente lo strappo, la separazione, perchè non abbiamo vissuto invano questi mesi insieme!
Ma dalla nostra finestra magica continuiamo a vedere Lisa, e continuiamo a vedere tutti. Vediamo i bimbi che si fanno abbracciare, vediamo i bimbi che si fanno chiamare, vediamo i bimbi che si fanno coccolare e viziare, vediamo i bimbi che si fanno lavare, vediamo i bimbi che si fanno raccontare una favola prima di addormentarsi, vediamo i bimbi che hanno adesso un cuore grande che abbraccia tutti gli amici e le amiche che li hanno curati in questo tempo. Vediamo l'amore, l'affetto e la simpatia di tutti che riempiono il cuore dei bimbi e il nostro cuore.
Da questa finestra contempliamo il senso della nostra casa e del nostro villaggio che danno vita, danno significato a tutti i piccoli gesti, e seminano speranza e gioia, e un po' di bene. Dalla nostra finestra vediamo tante rondini portare in cielo il grazie di tutti noi per chi è volato fin qui a condividere la sua vita e a farsi contagiare dalla bellezza e simpatia dei nostri piccoli...
Giorni fa, per esempio, godevo al vedere -qui sotto la nostra finestra magica- il salterellare gioioso in giardino della nostra piccola Eva. Giocava felice insieme ai suoi cuginetti, e il suo volto brillava per la spontaneità e la fantasia che fa inventare ai bambini, dal nulla, ogni sorta di divertimento. Quel volto sereno di bimba felice e spensierata ha allontanato per sempre il ricordo della tristezza e del dramma delle bruciature sulle sue guance, dolore vissuto dentro la sua famiglia, e che l'ha portata qui da noi per curarla e ritrovare il senso di una vita che prima - assurdamente- era considerata sprecata per lei.
Vedo salterellare giocosa la piccola Evita, e allontanarsi dalla nostra finestra, dal nostro giardino, e correre incontro alla sua mamma, che l'aspetta un poco più in là. Evita non alza lo sguardo verso la finestra magica. Lei ora ha il suo orizzonte: un casa, una famiglia, una mamma, dei nonni, dei cuginetti, degli zii a cui rivolgere il suo sguardo e il suo cuore. E non ha certo rimpianti. Evita è l'immagine della serenità conquistata che passa sotto la nostra finestra. E io, ingenuamente come i bimbi, ringrazio l'asino che le salvò la vita, anni fa..., e la portò qui. E questo mi fa felice, immensamente.
Con una certa commozione, invece, e quasi con un nodo in gola, dalla finestra dei sogni realizzati fisso spesso il mio sguardo, in questi giorni, sul piccolo Manuel (lo conoscemmo in ospedale proprio quando andavamo a trovare Eva, ricoverata là per oltre un mese appena arrivò da noi). Ogni fine settimana, ed anche a metà settimana, la mamma Wilma, insieme agli altri due fratellini, Carla e Martín, lo viene a prendere per portarselo a casa, la casetta nuova, lá fuori, nel villaggio arcobaleno, una casa con finestre, con letti, con cucina, con la luce e l'acqua calda, con un bagno nuovo, una casa vera, insomma, mica il tetto di lamiere all'aperto sotto cui vivevano prima. E Manuel applaude felice e grida: »Mami, mami!«, e poi si lancia con le sue gambette curve verso la sua mamma che l'aggiusta, come tutti i bimbi poveri boliviani, nel suo aguayo (tela) colorato, e se lo mette a tracolla. E Manuel ci saluta e se ne va felice, barcollando sulle spalle della mamma, verso la sua casetta in compagnia della sua famiglia, quella vera. Piano piano Manuel si stacca da noi, dalla nostra casetta... L'abbiamo pensato così e così si sta realizzando... La famiglia di Manuel è la più povera del nostro villaggio arcobaleno, ma è la sua famiglia, è il suo tesoro, e questo non ha prezzo, e questo supera qualsiasi povertà materiale. E poi la sua famiglia è qui con noi! Manuel ha imparato a camminare, sta imparando a parlare, e sta riprendendo vita dentro la sua famiglia e sta dando vita alla sua famiglia.
Il nodo in gola è perché il duro Ari, che non piange mai, vede uno dei suoi angioletti sparire piano piano dietro l'angolo del giardino e la separazione si sente... Dalla finestra dei sogni realizzati oggi abbiamo salutato Lisa che è partita per rientrare in Italia, dopo questi bei mesi della sua vita che ha voluto regalarci. Anche lei ha voltato l'angolo e non la vediamo più qua fuori, come non vediamo più tutti gli amici e le amiche che quest'anno e gli anni scorsi hanno condiviso con noi la loro vita: e con tutti abbiamo costruito un rapporto molto, molto bello! E anche qui si sente lo strappo, la separazione, perchè non abbiamo vissuto invano questi mesi insieme!
Ma dalla nostra finestra magica continuiamo a vedere Lisa, e continuiamo a vedere tutti. Vediamo i bimbi che si fanno abbracciare, vediamo i bimbi che si fanno chiamare, vediamo i bimbi che si fanno coccolare e viziare, vediamo i bimbi che si fanno lavare, vediamo i bimbi che si fanno raccontare una favola prima di addormentarsi, vediamo i bimbi che hanno adesso un cuore grande che abbraccia tutti gli amici e le amiche che li hanno curati in questo tempo. Vediamo l'amore, l'affetto e la simpatia di tutti che riempiono il cuore dei bimbi e il nostro cuore.
Da questa finestra contempliamo il senso della nostra casa e del nostro villaggio che danno vita, danno significato a tutti i piccoli gesti, e seminano speranza e gioia, e un po' di bene. Dalla nostra finestra vediamo tante rondini portare in cielo il grazie di tutti noi per chi è volato fin qui a condividere la sua vita e a farsi contagiare dalla bellezza e simpatia dei nostri piccoli...
lunedì 8 dicembre 2008
Casa de los Niños, 8 dicembre 2008
Le nostre casette sono piene di finestre: piccole, grandi, di tutte e dimensioni. Ci piace che entri tanta luce nelle stanze e che siano inondate dai riflessi del cielo e dal calore del sole.
Nella casetta dei bambini, quella dove viviamo noi, ce n’è una che non so se sia frutto della mia fantasia o esista davvero. La chiamo: la finestra dei sogni, o anche, dei sogni realizzati.
Da quella finestra io vedo scorrere la vita attorno e la contemplo con stupore e spesso con commozione. Infatti, a volte mi metto alla finestra, in silenzio, senza farmi vedere, per godere o riflettere su quando accade nel palcoscenico della vita in cui siamo immersi.
Da lì, per esempio, vedo María René che prende la mano della mamma Cristina, e insieme passeggiano felici in giardino. La bimba guarda la mamma dal basso in alto, e le chiacchiera, le sorride, e poi si lancia a dirle: “Mami, ti voglio bene!”. E alla mamma Cristina, che è seria e composta, cominciano ad illuminarsi gli occhi, e poi la solleva e la spinge sull’altalena.
Quattro anni fa, María René era stata sottratta alla mamma perché era considerata incapace di darle le cure necessarie per far fronte alla sua malattia. E la bimba fu affidata agli zii, prima di entrare in ospedale. Due anni e mezzo fa, quando noi conoscemmo la bimba, proprio in ospedale, l’Ente locale per i minorenni decise che –superata la fase critica della malattia- María René doveva entrare in un orfanatrofio, pensando sempre nell’incapacità della madre di farsene carico. Lí sarebbe rimasta fino alla maggior età. E la madre avrebbe potuto vederla solo durante i fine settimana, con un permesso scritto. Fu allora quando noi offrimmo la nostra disponibilità affinché la bimba fosse ospite della nostra casetta e la madre potesse vivere vicino a lei. I giudici accettarono la nostra proposta e il giovedì 4 maggio 2006 María René varcó le soglie di casa nostra!
Che emozione quel giorno! Anche l’altra sorella di María René era stata sottratta alla mamma e così, arrivati nella nuova casa, all’inizio dell’anno scorso, usufruendo di spazi più ampi, mamma e figlie vennero a formar parte delle nostra casetta, anche se i medici ci chiesero di continuare ad avere un occhio speciale per la salute di María René. La bimba, infatti, dormiva nelle stanzette con gli altri bimbi della casetta in modo da poterle somministrare noi, alle ore indicate, anche di notte, le medicine necessarie per frenare gli attacchi del suo virus.
In questi ultimi tempi, siamo riusciti a sistemare alcuni ambienti più adatti e questa sera, María René si è trasferita definitivamente, anche a dormire, con la mamma e la sorella maggiore. Non è mica andata lontano, semplicemente nella casa qui di fronte, e possiamo controllare in ogni istante il suo stato di salute.
Stasera si è ricomposta, anche negli spazi fisici, la famiglia di María René. Questo avevamo pensato e sognato per lei e per la sua mamma sin dal primo momento e questo si è realizzato oggi. Dalla mia finestra dei sogni vedo una bimba allontanarsi un po’ da me, e non posso negare la mia commozione perché lei è un frutto bello e speciale della nostra casetta, e l’abbiamo sentita sin dall’inizio come una figlioletta. Con commozione ricordo quando quel primo giovedì di maggio del 2006 la ricevemmo a casa insieme a Luciana, appena arrivata in Bolivia per darci una mano. O quando, all’inizio di agosto dello stesso anno, quasi per
scherzo, Tania e Ilenia mi chiamarono in corridoio per mostarmi una sorpresa, e tolsero improvvisamente le loro mani che sostenevano María René e lei incominció a camminare.
Oggi dalla mia finestra contemplo commosso il distacco di questa bimba dalla nostra casetta. Noi l’abbiamo portata per mano il tempo che Dio ha voluto. Ora sembra che sia lei che porta per mano la sua mamma, considerata sempre incapace e sottovalutata, e sogniamo che insieme potranno continuare a camminare felici nel giardino della vita.
Dalla famosa finestra dei sogni, noi continueremo a seguirle con occhi attenti e premurosi, pensando e sognando ció che è bene per loro. Dalla finestra dei sogni, in questi giorni vedo pure Evita che si muove come una trottola per il giardino. Lei é sempre piena di energie e
questo suo scodinzolare frettoloso non dovrebbe stupirmi piú di tanto. Ma anche per lei si sta realizzando un sogno. Domenica prossima arriverá la sua mamma a prenderla per portarsela con sé... E Evita sa di questo arrivo e non vede l’ora di incontrarsi con la sua mamma, che lei non ha mai visto...
Abbiamo preparato una festa speciale per questo giorno. Ci sará, infatti, l’inaugurazione della casetta dei 7 nani, cosí chiamiamo la casetta che abbiamo costruito qui fuori in giardino, con dimensioni e spazi adatti per i bimbi, su due piani, e che avrá la funzione di asilo il prossimo anno scolastico, e che servirá pure come luogo di gioco al coperto per i nostri bimbi piú piccoli in tempo di piogge. In queste settimane gli amici della Comunitá l’hanno sistemata a puntino e dipinta come una piccola nave, con tanto di mare, pesci, timone e vele dentro. Spero che dalle foto si possa vedere quanto é bella e simpatica! Domenica pomeriggio, Evita sará invitata a entrare da sola in questa casetta, per inaugurarla, e dentro troverá un regalo: ci sará la sua mamma ad abbracciarla, senza che lei se lo aspetti. Quell’abbraccio sará tra loro due sole... E poi faremo una grande festa di saluto per la nostra Evita, arrivata qui a casa, denutrita e col volto spento e bruciato, il primo marzo dell’anno scorso. Ed ora é cosí bella e vispa!
Ma anche Evita non se andrá troppo lontano da noi. Per lei, la sua mamma i suoi nonni é giá pronta una casetta di due piani nella nostra cittadella a 4 passi da qui. Dalla nostra finestra dei sogni godremo commossi le passeggiate per la cittadella di un’altra famiglia ricomposta. E’ proprio bella e speciale la nostra finestra dei sogni realizzati!
... Questo fine settimana, come si sa, sono venuti a farci visita i vicini, preoccupati e spesso contrariati per i supposti misteri che circondano la nostra casetta... I bimbi, i ragazzi, i giovani e le nostre famiglie hanno preparato una bella festa per loro, con balli tipici e racconti di esperienze di vita. Poi la visita guidata agli ambienti della casa, ai progetti in corso, e alla cittadella. Alla fine, un senso profondo di meraviglia, stupore e incredulitá oltre che di ringraziamento per quanto sta nascendo qui attorno e di cui si beneficeranno anche i bimbi poveri del quartiere.
Da parte mia, un altrettanto profondo ringraziamento alle ragazze e ai giovani della Comunitá che sono qui con noi a lavorare sodo, con idee,visioni di bene e proposte concrete che ogni giorno prendono corpo, econvertono i cuori increduli. Ieri pomeriggio sono venuti pure Anna e Maurizio, coppia amica di Udine in visita alla figlia sposata qui a Cochabamba, con cui abbiamo avuto la fortuna di conoscerci anni fa. Arrivati alla cancellata della cittadella pure loro hanno contemplato commossi il sorgere delle casette e l’animarsi della vita, con una infinitá di panni stessi attorno alle case, e grida di bimbi. Abbiamo in archivio una foto fatta insieme dallo stesso angolo, quando vennero a trovarci in settembre dell’anno scorso: non c’era niente, solo una grande distesa di campi coltivati a granoturco.
Dalla finestra dei sogni della nostra casetta, sempre con tanta commozione e gratitudine, riesco pure a vedere e a riconoscere i nomi e quasi tutti i volti degli amici e delle amiche, sparsi in tanti angoli del mondo, che con il loro amore, la loro amicizia, il loro impegno, la loro fiducia, la loro competenza, la loro generositá, i loro suggerimenti, le loro preghiere, gli incoraggiamenti e la vicinanza, rendono possibile, giorno dopo giorno, la realizzazione di questo sogno. Grazie davvero a tutti, grazie di cuore e spero proprio che tanti possano venire qui e vedere.
In queste parole é anche il senso del Natale che si avvicina. E sará il primo Natale che passeremo con le nostre famiglie, e i nostri bimbi, quinella cittadella arcobaleno. Vediamo, infatti, il volto di Gesú, povero e piccolo, che viene tra noi, e a cui abbiamo cercato di dare ospitalitá e calore, condividendo la nostra vita e i nostri sogni. Noi siamo contenti e ci sentiamo veramente fortunati al poter riceverlo, nella sua casetta, nella sua cittadella!
Nella casetta dei bambini, quella dove viviamo noi, ce n’è una che non so se sia frutto della mia fantasia o esista davvero. La chiamo: la finestra dei sogni, o anche, dei sogni realizzati.
Da quella finestra io vedo scorrere la vita attorno e la contemplo con stupore e spesso con commozione. Infatti, a volte mi metto alla finestra, in silenzio, senza farmi vedere, per godere o riflettere su quando accade nel palcoscenico della vita in cui siamo immersi.
Da lì, per esempio, vedo María René che prende la mano della mamma Cristina, e insieme passeggiano felici in giardino. La bimba guarda la mamma dal basso in alto, e le chiacchiera, le sorride, e poi si lancia a dirle: “Mami, ti voglio bene!”. E alla mamma Cristina, che è seria e composta, cominciano ad illuminarsi gli occhi, e poi la solleva e la spinge sull’altalena.
Quattro anni fa, María René era stata sottratta alla mamma perché era considerata incapace di darle le cure necessarie per far fronte alla sua malattia. E la bimba fu affidata agli zii, prima di entrare in ospedale. Due anni e mezzo fa, quando noi conoscemmo la bimba, proprio in ospedale, l’Ente locale per i minorenni decise che –superata la fase critica della malattia- María René doveva entrare in un orfanatrofio, pensando sempre nell’incapacità della madre di farsene carico. Lí sarebbe rimasta fino alla maggior età. E la madre avrebbe potuto vederla solo durante i fine settimana, con un permesso scritto. Fu allora quando noi offrimmo la nostra disponibilità affinché la bimba fosse ospite della nostra casetta e la madre potesse vivere vicino a lei. I giudici accettarono la nostra proposta e il giovedì 4 maggio 2006 María René varcó le soglie di casa nostra!
Che emozione quel giorno! Anche l’altra sorella di María René era stata sottratta alla mamma e così, arrivati nella nuova casa, all’inizio dell’anno scorso, usufruendo di spazi più ampi, mamma e figlie vennero a formar parte delle nostra casetta, anche se i medici ci chiesero di continuare ad avere un occhio speciale per la salute di María René. La bimba, infatti, dormiva nelle stanzette con gli altri bimbi della casetta in modo da poterle somministrare noi, alle ore indicate, anche di notte, le medicine necessarie per frenare gli attacchi del suo virus.
In questi ultimi tempi, siamo riusciti a sistemare alcuni ambienti più adatti e questa sera, María René si è trasferita definitivamente, anche a dormire, con la mamma e la sorella maggiore. Non è mica andata lontano, semplicemente nella casa qui di fronte, e possiamo controllare in ogni istante il suo stato di salute.
Stasera si è ricomposta, anche negli spazi fisici, la famiglia di María René. Questo avevamo pensato e sognato per lei e per la sua mamma sin dal primo momento e questo si è realizzato oggi. Dalla mia finestra dei sogni vedo una bimba allontanarsi un po’ da me, e non posso negare la mia commozione perché lei è un frutto bello e speciale della nostra casetta, e l’abbiamo sentita sin dall’inizio come una figlioletta. Con commozione ricordo quando quel primo giovedì di maggio del 2006 la ricevemmo a casa insieme a Luciana, appena arrivata in Bolivia per darci una mano. O quando, all’inizio di agosto dello stesso anno, quasi per
scherzo, Tania e Ilenia mi chiamarono in corridoio per mostarmi una sorpresa, e tolsero improvvisamente le loro mani che sostenevano María René e lei incominció a camminare.
Oggi dalla mia finestra contemplo commosso il distacco di questa bimba dalla nostra casetta. Noi l’abbiamo portata per mano il tempo che Dio ha voluto. Ora sembra che sia lei che porta per mano la sua mamma, considerata sempre incapace e sottovalutata, e sogniamo che insieme potranno continuare a camminare felici nel giardino della vita.
Dalla famosa finestra dei sogni, noi continueremo a seguirle con occhi attenti e premurosi, pensando e sognando ció che è bene per loro. Dalla finestra dei sogni, in questi giorni vedo pure Evita che si muove come una trottola per il giardino. Lei é sempre piena di energie e
questo suo scodinzolare frettoloso non dovrebbe stupirmi piú di tanto. Ma anche per lei si sta realizzando un sogno. Domenica prossima arriverá la sua mamma a prenderla per portarsela con sé... E Evita sa di questo arrivo e non vede l’ora di incontrarsi con la sua mamma, che lei non ha mai visto...
Abbiamo preparato una festa speciale per questo giorno. Ci sará, infatti, l’inaugurazione della casetta dei 7 nani, cosí chiamiamo la casetta che abbiamo costruito qui fuori in giardino, con dimensioni e spazi adatti per i bimbi, su due piani, e che avrá la funzione di asilo il prossimo anno scolastico, e che servirá pure come luogo di gioco al coperto per i nostri bimbi piú piccoli in tempo di piogge. In queste settimane gli amici della Comunitá l’hanno sistemata a puntino e dipinta come una piccola nave, con tanto di mare, pesci, timone e vele dentro. Spero che dalle foto si possa vedere quanto é bella e simpatica! Domenica pomeriggio, Evita sará invitata a entrare da sola in questa casetta, per inaugurarla, e dentro troverá un regalo: ci sará la sua mamma ad abbracciarla, senza che lei se lo aspetti. Quell’abbraccio sará tra loro due sole... E poi faremo una grande festa di saluto per la nostra Evita, arrivata qui a casa, denutrita e col volto spento e bruciato, il primo marzo dell’anno scorso. Ed ora é cosí bella e vispa!
Ma anche Evita non se andrá troppo lontano da noi. Per lei, la sua mamma i suoi nonni é giá pronta una casetta di due piani nella nostra cittadella a 4 passi da qui. Dalla nostra finestra dei sogni godremo commossi le passeggiate per la cittadella di un’altra famiglia ricomposta. E’ proprio bella e speciale la nostra finestra dei sogni realizzati!
... Questo fine settimana, come si sa, sono venuti a farci visita i vicini, preoccupati e spesso contrariati per i supposti misteri che circondano la nostra casetta... I bimbi, i ragazzi, i giovani e le nostre famiglie hanno preparato una bella festa per loro, con balli tipici e racconti di esperienze di vita. Poi la visita guidata agli ambienti della casa, ai progetti in corso, e alla cittadella. Alla fine, un senso profondo di meraviglia, stupore e incredulitá oltre che di ringraziamento per quanto sta nascendo qui attorno e di cui si beneficeranno anche i bimbi poveri del quartiere.
Da parte mia, un altrettanto profondo ringraziamento alle ragazze e ai giovani della Comunitá che sono qui con noi a lavorare sodo, con idee,visioni di bene e proposte concrete che ogni giorno prendono corpo, econvertono i cuori increduli. Ieri pomeriggio sono venuti pure Anna e Maurizio, coppia amica di Udine in visita alla figlia sposata qui a Cochabamba, con cui abbiamo avuto la fortuna di conoscerci anni fa. Arrivati alla cancellata della cittadella pure loro hanno contemplato commossi il sorgere delle casette e l’animarsi della vita, con una infinitá di panni stessi attorno alle case, e grida di bimbi. Abbiamo in archivio una foto fatta insieme dallo stesso angolo, quando vennero a trovarci in settembre dell’anno scorso: non c’era niente, solo una grande distesa di campi coltivati a granoturco.
Dalla finestra dei sogni della nostra casetta, sempre con tanta commozione e gratitudine, riesco pure a vedere e a riconoscere i nomi e quasi tutti i volti degli amici e delle amiche, sparsi in tanti angoli del mondo, che con il loro amore, la loro amicizia, il loro impegno, la loro fiducia, la loro competenza, la loro generositá, i loro suggerimenti, le loro preghiere, gli incoraggiamenti e la vicinanza, rendono possibile, giorno dopo giorno, la realizzazione di questo sogno. Grazie davvero a tutti, grazie di cuore e spero proprio che tanti possano venire qui e vedere.
In queste parole é anche il senso del Natale che si avvicina. E sará il primo Natale che passeremo con le nostre famiglie, e i nostri bimbi, quinella cittadella arcobaleno. Vediamo, infatti, il volto di Gesú, povero e piccolo, che viene tra noi, e a cui abbiamo cercato di dare ospitalitá e calore, condividendo la nostra vita e i nostri sogni. Noi siamo contenti e ci sentiamo veramente fortunati al poter riceverlo, nella sua casetta, nella sua cittadella!
giovedì 25 settembre 2008
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