Questo è un periodo di silenzio…
C’è silenzio intorno, ed è logico perché è notte fonda. Nella cittadella tutto è spento per il riposo della notte. Solo qualche cane abbaia in lontananza. Le luci della città riflettono un giallo pallido sulle nuvole che da alcuni giorni nascondono l’azzurro del cielo.
C’è silenzio pure nel mio cuore: da tante settimane vivo nel silenzio incapace di vedere e di cogliere gli aspetti semplici della vita che continua a scorrere davanti a me, incapace di comunicare.
Ma stanotte mi ha colpito il silenzio e questo silenzio mi ha spinto a riprendere la comunicazione perché il silenzio è un aspetto della vita che scorre e bisogna saper cogliere pure quello.
Improvvisamente, infatti, capisco che non è necessario che tutto sia luminoso e chiaro, che tutto sia risposta ai nostri sogni e desideri; non è necessario che le parole riescano ad aprire gli orizzonti del cuore e delle emozioni per farci partecipi della vita che scorre e che ci lega da tempo, da tante parti diverse, in tante situazioni diverse.
Nel silenzio di questa notte, nel silenzio di questo periodo possiamo continuare a comunicare, possiamo continuare a partecipare di una vita bella, possiamo rendere più salda la nostra amicizia e i nostri sogni di bene.
Probabilmente il silenzio nasconde dolore, incertezze, disillusioni, sconforto e pure pene profonde.
Ma non possiamo allontanare il silenzio che è parte della nostra vita, che raccoglie tanti momenti della giornata di ognuno di noi.
Cogliere il silenzio significa rendersi conto della necessità di uno sforzo maggiore perché le nostre mani e i nostri cuori si incontrino in un abbraccio di affetto di cui forse abbiamo maggior bisogno in questo momento della notte. E ci devono essere tutte le nostre mani e ci devono essere tutti i nostri cuori perché sembrano aumentare le distanze in certi momenti della vita ed è necessario serrare le fila finché sia un solo cuore che palpiti.
Quando il piccolo Luciano, della tribú degli Yuquis, partì per il cielo, quasi 4 anni fa, rimasi per tanto tempo in silenzio, incapace di risolvere dentro di me il dolore assurdo della morte di un bimbo innocente...
Poi apparve María René nella nostra vita e dovetti uscire dal silenzio perché insieme accogliessimo lei che dalla morte era stata strappata come per miracolo: sere prima ci eravamo riuniti tutti insieme, con la nostra comunità, in silenzio, in preghiera, concordi, per chiedere il ristabilimento della sua salute. E così fu.
In questo nostro centro, in questa nostra cittadella, in questi nostri cuori, in questo nostro sogno stanotte accogliamo un nuovo compagno di viaggio: il silenzio.
E lui ci sorride perché non è più silenzio muto. Siamo, infatti, qui a mettere giù parole e a comunicare di nuovo prendendo spunto proprio da lui.
Ecco, dunque, il silenzio che ci accompagna e ci regala un tesoro di misteri che possiamo scoprire ognuno per conto proprio.
Ecco, dunque, il silenzio che viene stanotte ad arricchire la nostra storia e che ci strappa come per miracolo dalle nostre pene, riaprendo le porte della comunicazione che fa palpitare concordi i nostri sogni di bene.
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