mercoledì 15 novembre 2006

ogni volta che devo aiutare qualcuna delle nostre famiglie a fare trasloco mi piange il cuore

... ogni volta che devo aiutare qualcuna delle nostre famiglie a fare trasloco mi piange il cuore, dentro, anche se nessuno lo vede. Noi abbiamo tutto... Loro non hanno quasi niente... Non c'è un limite alla povertà che è continuamente sotto i miei occhi...


E siamo nell'anno 2006 dell'era cristiana! Quando arrivo alla casa di qualcuno dei nostri e mi azzardo a chiedere ai bimbi: "Cosa avete mangiato oggi?" E sento la risposta, quasi serena: "Niente perché non avevamo niente da cucinare"..., mi sembra impossibile...


Ieri sera è venuta Antonietta con la sua sorellina Marcela a chiedere viveri perché da tempo il datore di lavoro non paga il papà... Loro sono 6 figli piccoli e probabilmente sono abituati a mangiare quello che c'è, ma non credo che sia umanamente (e cristianamente!) possibile accettare questo...


E' il senso della fraternità che manca. Non posso certo pensare di risolvere i problemi di tutti, ma neanche rimanere indifferente. La povertà qui è un po' nascosta ed è soprattutto velata dalla frustrazione e impotenza che vivono tante famiglie. Noi vorremmo dare speranza e offrire uno spazio di condivisione di tutto quello che abbiamo, poco o tanto che sia..., partendo sempre dal cuore...