lunedì 26 marzo 2007

Alcune notizie di casa...

Ciao!

Oggi ho comprato 200 pannolini, 450 salviette profumate, 100 rotoli di carta igienica, vari chili di detersivo per lavatrice, 3 chili di detergente per i bagni, vari secchi per le immondizie, e non ricordo bene il resto..., oltre alla torta per il compleanno di Gabriel. I vasini li avevo comprato alcuni giorni fa... Forse dovremmo cercare uno sponsor....

Mi sembra che la casa cominci a prendere un certo "corpo". In realtá, sono i bambini che danno corpo a questa casa. Sarebbe bello poter riprendere i movimenti, gli sguardi, gli atteggiamenti, le manie, di ognuno di loro ora che pure noi impariamo a riconoscerli.

Juan Manuel ha poco piú di un anno, ma sembra un fuscello da quanto é piccolo e debole. Ieri gli abbiamo tolto il gesso dalle sue gambine per portarlo dal dottore. In maggio si opererá ad entrambe i piedini per poter camminare, un giorno. Ha un carattere pacifico. Sta tutto il giorno seduto sul materassino, nel salotto, giocando da solo con qualsiasi cosa gli si metta sotto le mani. Il suo giocattolo preferito é il camioncino che ci ha regalato Neco, il figlio di Massimo e Adelaide, prima di partire per l'Italia. Sorride come un matto ma si arrabbia se gli si porta via qualcosa dalle sue manine. Solo il biberon non é capace di tener stretto tra i suoi ditini. Piange quando é sporco, ma la sua vocina é cosí debole che pare un lamento preso a prestito da alcune della pagine delle foreste del "Signore degli Anelli". La sua mamma é giá venuta due volte a trovarlo. Sembra uno spaghetto cotto da una settimana, tanto é magra e consumata. Non dice una parola di spagnolo, ma é felice di vedere il suo piccolo cosí arzillo e pimpante.

Johan Sebastian (Bastian, lo chiama María René) compirá 3 anni in giugno. E' sdentato che fa paura, ma mangia come un lupetto. Sta imparando a dire le sue prime parole ripetendo quello che ascolta da María René. Cammina tutto traballante, ma dorme già in un letto grande perché ha paura della culla. Quando va a dormire vuole sempre qualcuno con lui, per alcuni minuti, per sicurezza. Tutto il giorno si diverte scarrozzando su una specie di auto senza pedali che hanno regalato tempo fa a María René. Sorride tanto pure lui, ma non c'è verso di farlo sedere sul vasino: sono pianti inconsolabili. Ha la diarrea quasi costante per cui si capisce l'acquisto abbondante di pannolini, ma il dottore dice di non preoccuparsi (forse il dottore è padrone della ditta che fabbrica i pannolini). E' continuamente soffocato dalle smancerie amorose (o fraterne, non saprei) di María René, per cui ogni tanto siamo costretti a dividerli, come fa l'arbitro nei duelli boxistici.

La mamma è venuta una volta a visitarlo ed è contenta che sia qui. Ci chiama, comunque, spesso per telefono per sapere come sta il bimbo. Isabel continua tranquilla in ospedale. Pesa già più di 10 chili e mezzo, e le sue scottature stanno sparendo. Anche i suoi capelli cominciano a cambiare colore e a infittirsi (segni della denutrizione che ha offerto per tanto tempo). Ha il suo caratterino pure lei. Se vuole qualcosa si fa capire a suon di pianti e strilli. I medici sono contenti del suo ricupero e presto tornerà a casa, da noi.

María René fa da padrona di casa. Grassa come un porcellino, vuole essere sempre lei al centro dell'attenzione. Ma è sempre bravina: rispetta gli orari, va al bagno regolarmente e quando fa qualcosa di buono, grida forte: "Bavo, bavo (bravo, bravo!)!". E' la nostra preferita, non possiamo negarlo, perché il suo carattere accalappia le simpatie di tutti. Certo, se si accorge che abbiamo un occhio speciale per gli altri bambini, subito corre a farsi coccolare. Ma poi, nei momenti tranquilli, è lei che gioca con Juan Manuel e che spinge l'auto di Bastian.

Di notte sono bravini. Si dorme un po' meno, ma nel fondo bisogna essere soddisfatti perché tutti e tre stanno alle regole di questa nuova casa. Ora abbiamo sistemato i lettini in un angolo ampio del corridoio del secondo piano, diviso con tende grosse, per evitare la luce e le correnti d'aria. Io sono caduto dalle scale, l'altra notte, e ho preso una bella botta sulla schiena e faccio un po' di fatica quando devo tossire, ma il dottore dice che tra due settimane passerà tutto.

Che bella la nostra vita, vero?

Un abbraccio forte dai bimbi che sono su che dormono, spero..., o forse staranno giocando a briscola nella sala giochi...

giovedì 22 marzo 2007

un po' di storia

Io, Aristide Gazzotti, sono in Bolivia da oltre 8 anni. I 10 anni precedenti li ho vissuti in Cile. Sono professore di teologia, part-time, all’Universitá. I primi anni, insieme ad alcuni amici, avevamo una casa in affitto nel centro della cittá di Cochabamba e lí ho conosciuto la realtá di tanti bambini che scappavano di strada e vivevano sotto i ponti o sotto i portici, favoriti anche dal clima sempre temperato di questa cittá. Molti di loro fuggivano da “hogar” (centri di accoglienza) perché preferivano la vita avventurosa e senza impegni offerta dalla strada. Nel novembre del 2000, per la prima volta, ho dato ospitalitá a un bambino di 9 anni, Juan Carlos, che era fuggito da casa e proveniva da un’altra cittá. Si rifugiava da noi di notte e di giorno lavorava come custode di automobili. Dopo 3 mesi, abbiamo rintracciato la famiglia e l’abbiamo accompagnato, con il suo consenso, presso i genitori. Da allora abbiamo mantenuto i contatti con Juan Carlos e la sua famiglia. Lui ora sta finendo gli studi ed é di aiuto per la famiglia molto povera.


Ragazzi di strada
Questa prima esperienza positiva mi ha spinto a provare con il reinserimento di altri bambini di strada che nel frattempo avevo conosciuto. Nel giro di due anni, ho ospitato nella mia casa, temporaneamente, oltre 100 bambini. La maggior parte é rientrata presso la propria famiglia. Con tutti é rimasto un rapporto bello e profondo. Il fatto di prendere contatto e di sostenere la famiglia di questi bambini mi sembrava la base necessaria per garantire la continuitá dei rapporti affettivi. Un fatto importante. All’inizio di agosto del 2003 sono venute a visitarmi in Bolivia Luciana ed Elisa, di Roteglia, che avevano sentito parlare della vita che facevo. Proprio in quel periodo avevo affittato una casa grande nella periferia di Cochabamba. Una casa bella, con tanto giardino e persino una piscina. Era un momento in cui, per il trasferimento, non viveva nessun bambino con me. Essendo la casa tutta vuota, a loro due é venuto in mente di aiutarmi a “mettere su casa”, curando ogni particolare con gusto e armonia.


Casa de los niños
Pensavano fermarsi da me solo alcuni giorni, ma alla fine sono state per piú di un mese. Possiamo dire che allora, e insieme a loro, é nata “la casa de los niños”. Con loro sono entrati nella nostra casa altri bambini/e anche piccoli. E hanno iniziato a frequentare la casa anche i bambini piú poveri del settore. Ogni domenica avevamo piú di 100 bambini che ci accompagnavano. La piscina era la scusa perché potessero, oltre che divertirsi, anche lavarsi. Abbiamo cosí allestito una stanza in cui c’erano 2 docce con acqua calda, e armadi con vestitini adatti per poter cambiare i bambini.


Inizi dell’Associazione
Di ritorno in Italia, Luciana ed Elisa hanno diffuso la nostra esperienza e da allora si é allargato il circolo di amici che ci conoscono a distanza e ci sostengono con tanto affetto e simpatia. Negli ultimi 3 anni, infatti, hanno continuato a venire a visitarci gruppetti di amici di Roteglia e di Tressano. In questo io vedo l’inizio della attuale Associazione Onlus.
Qui in Bolivia sono gli amici della Comunitá di Sant’Egidio quelli che ci accompagnano volontariamente e concretamente per la realizzazione delle nostre attivitá.


Bambini in carcere con la mamma
In questi anni, abbiamo pure preso contatto con i bambini che vivono in carcere con la loro mamma. Da allora, sono oltre 60 quelli che conosciamo e che partecipano alle nostre attivitá. Di tutti i bambini che frequentano la nostra casa conosciamo la famiglia e la situazione economica e sociale in cui vivono. In media, le famiglie sono composte da 6 figli e vivono in stanze di fango e paglia su una superficie totale di 15 m2. Con i bambini svolgiamo soprattutto attivitá educative (doposcuola), ricreative e seguiamo il loro stato di salute. La nostra casa dispone, infatti, di una piccola ma rifornita infermeria, curata da un medico amico. Ogni giorno funziona una piccola mensa per i bambini piú abbandonati.


Tribú Yuquis
Nell’ottobre del 2004 l’ospedale pubblico di Cochabamba ci ha chiesto aiuto nel caso di un bambino di 7 anni, proveniente da una tribú amazzonica (gli Yuquis), gravemente ammalato di tubercolosi e fortemente denutrito. Da allora lui é stato con noi finché la malattia ha vinto e ce lo ha strappato al cielo. David, cosí si chiamava, ci ha aperto le porte di questa tribú in estinzione, formata da un centinaio di famiglie, con tanti bambini ammalati. Continuamente vengono da noi (o noi andiamo da loro, dopo un avventuroso viaggio in canoa sul fiume): li alloggiamo e li accompagniamo nei tramiti ospedalieri. Siamo il loro punto di riferimento costante. Soprattutto, siamo loro amici. Due di questi bambini vivono attualmente con noi.


Villaggi dell’altipiano, a 4000 metri
Fin dall’inizio della nostra esperienza, le circostanze ci hanno messo in contatto con due villaggi dell’altipiano boliviano, tra i piú poveri e abbandonati del sudamerica, con un reddito annuo di meno di 300 euro. In uno di questi villaggi (Karpani) abbiamo messo su una scuoletta con un professore amico che parla la loro lingua e una mensa per i bambini piú piccoli. Quest’anno abbiamo costruito casette nuove per ognuna delle 26 famiglie del posto. Nell’altro, di nome Ñuñumayani, abbiamo costruito un asilo e stiamo rifacendo i tetti delle case per le 54 famiglie del luogo.


Centro Educativo sulla Collina di Buena Vista, nella periferia sud di Cochabamba
Da poco arrivato in Bolivia, ho conosciuto una zona molto abbandonata della periferia sud di Cochabamba e la gente del posto mi ha chiesto aiuto per potere costruire una scuola per i molti bambini del settore, lontani dal centro e le cui famiglie erano emigrate dai villaggi sperduti dell’altipiano. Sempre in quel periodo, ho avuto la fortuna di conoscere una signora boliviana residente negli Stati Uniti insieme al marito. Con loro é nata una bella amicizia e il frutto concreto di questa amicizia é stata la creazione, nel giro di pochi anni, di un centro integrale educativo per oltre 1.000 bambini e ragazzi di quel settore prima abbandonato: Buena Vista. Il Centro comprende una scuola, con 24 aule, un asilo, con 6 aule, un forno che gestiscono le mamme dei bambini, un consultorio medico in fase di allestimento e una chiesetta per tutta la zona. Dalla nostra casa riusciamo a mantenere i contatti con le autoritá della scuola per garantire una buona educazione di tutti quei bambini. L’amicizia con Emma e Benoit, gli amici che vivono negli Stati Uniti, continua ancora, bella e confortante, e grazie a loro abbiamo ricevuto anche tanti stimoli e aiuti concreti per poter portare avanti le iniziative delle nostra casetta.


Bambini con AIDS
In febbraio del 2006 l’Ente locale per i minorenni ci ha affidato una bambina di 2 anni colpita da AIDS visto che né la famiglia né altre istituzioni avevano il coraggio di farsene carico. Oggi, 19 marzo, María René sta bene e compie 3 anni, e per la prima volta potrá festeggiarlo in una casetta, in una famiglia, insieme a tanti altri bambini tra cui pure Sebastian, pure lui ammalato di AIDS, Juan Manuel di 1 anno, Isabel di 4 anni, entrambe abbandonati dai genitori, e che da alcuni giorni vivono nella nostra casetta.


Nascita ufficiale dell’Associzione “Casa de los Niños”
In maggio del 2006 é stata approvata ufficialmente la creazione della nostra Associazione Onlus, legata soprattutto alle persone che sono venute a farci visita in questi anni qui in Bolivia o che ci seguono dall’Italia con un affetto tutto speciale.


Terreno in proprietá
A ottobre del 2006, dopo anni di vagabondaggio da una casa all’altra, ci é stata offerta, nella periferia di Cochabamba, proprio dove agiamo con la maggior parte delle famiglie povere nostre amiche, una proprietá di oltre 45.000 m2, con due casette ed altri ambienti da restaurare. Da gennaio di siamo trasferiti in questa proprietá che da domani diventerá ufficialmente proprietá della nostra Associazione (il 20 marzo firmeremo il documento di trasferimento).


Il futuro: il villaggio arcobaleno
Uno dei sogni che ha suscitato l’esperienza di questi anni é il desiderio di poter dare una casa alle famiglie dei nostri bambini, le famiglie piú povere che abbiamo conosciuto. Nei mesi di inverno i bambini sono sempre ammalati perché le loro casette non hanno protezione, spesso senza vetri e a volte senza porte e i bambini sono senza alimentazione adeguata. Si tratta di oltre cento famiglie in grave necessitá. Questa nostra proprietá ci offre la possibilitá di costruire le casette per le nostre famiglie e allo stesso tempo ci permette di vivere accanto a loro con la “casa dei bambini” e tutti i servizi annessi. Infatti, ci sembra indispensabile poter crescere insieme, nello stesso habitat, per affrontare insieme i problemi di ogni giorno, condividendo l’esperienza di una famiglia grande.


L’idea é quella di costruire un villaggio, a cui abbiamo dato il nome per noi significativo di “villaggio arcobaleno”, con la casa de los niños al centro, e attorno 134 casette per i bambini e le loro famiglie conosciuti in questi anni, casette piccoline, di 60 metri quadrati, tutte uguali e belline, con gli ambienti necessari perché ognuno dei membri possa vivere lí degnamente. In un primo tempo, le famiglie riceverebbero le case in comodato, con un regolamento speciale per poterne usufruire, praticamente con un contributo minimo mensile (tema che stiamo definendo legalmente in questi giorni). Nello spazio della nuova proprietá vorremmo pure le casette per i bambini ammalati di AIDS e di tubercolosi, per ricomporre, nella misura del possibile, le loro famiglie, e per accoglierli bene. Vorremmo una casa-famiglia per i bambini abbandonati o in difficoltá che ci vengono affidati per un periodo. Vorremmo una casetta per le persone di passaggio, tanto dell’altipiano come della zona tropicale.


Abbiamo in mente una scuoletta per i bambini che sono costretti sin da piccoli a lavorare e che, senza istruzione, saranno emarginati per sempre. In questo senso, abbiamo giá iniziato in queste settimane una scuoletta per 15 ragazzini/e, che non sanno né leggere né scrivere. Vorremmo un piccolo consultorio medico, per le tante necessitá di salute che continuamente affrontiamo. Sogniamo un salone multiuso, per realizzare le attivitá principali di appoggio ai bambini nei giorni di maltempo. Vorremmo una piscina grande perché quando ne avevamo una piccolina l’abbiamo sfruttata a piú non posso, e bambini ne erano felicissimi. Vorremmo tanto spazio verde ben curato, con campetti e parco-giochi, per lo svago e il divertimento sano dei bambini. Pensiamo pure in laboratori, soprattutto per dare lavoro alle mamme dei nostri bambini, in modo che possano essere di sostegno per le loro famiglie. E non vogliamo dimenticare gli ambienti per tutti gli amici che continueranno a venire dall’Italia (o da altri Paesi!) a visitarci e a darci una mano.


L’idea di fondo é quella di mantenere l’amicizia concreta con tutte le persone conosciute in questi anni, tanto i bambini di strada, come i bambini ammalati o in carcere, e con tutte le loro famiglie, spesso prive di speranza. Con tutti vorremmo condividere la nostra vita e quello che abbiamo, in uno spirito di vera solidarietá umana.


C’é inoltre un aspetto importante da tener presente.


Noi non ci sentiamo bravi o soddisfatti per quello che facciamo.


Noi ci sentiamo contenti perché la condivisione e l’esperienza di questi anni hanno creato un circolo grande, grande di amici, soprattutto intorno a Roteglia, Toano e Tressano, Sassuolo e Casalgrande (incluso Houston ed altri paesi, non vorrei dimenticare nessuno, ma da troppi anni sono lontano dall’Italia e non ricordo bene i nomi). E l’amicizia costruita in questi anni vale molto piú delle azioni concrete che magari realizziamo o che abbiamo in mente perché quella veramente edifica il cuore di ognuno di noi e lo rende sveglio e capace di vibrare per sempre a favore di altri fratelli e sorelle piú piccoli e meno fortunati di noi, capace di riaccendere la speranza e il sorriso nel loro cuore. Credo che questa sia una luce bella che illumina per sempre la nostra vita.

lunedì 12 marzo 2007

un giorno bello

Nei giorni scorsi pensavo alla necessitá di avere qualche amichetta in casa sia per giocare, sia per condividere il suo tempo e la sua amicizia con Anaí, la sorella maggiore di María René. Lei ha 9 anni, é bravina, ma qui a casa ci sono soprattutto maschietti, o meglio, maschiacci, a parte la sua sorellina e la sua mamma.

Oggi sono stato esaudito. E' arrivata, infatti, Ramona! Dopo 9 mesi é rientrata da noi. Dopo 9 mesi di brutte esperienze che speriamo non segnino per sempre la sua vita, i responsabili della sua tribú (gli yuquis) hanno voluto che tornasse da noi per tirarla fuori dal brutto giro a cui l'aveva costretta la sua mamma. Sono passati 9 mesi da quando ci era stata strappata via. Guarda caso, da alcuni giorni avevo ritirato fuori e messa sul tavolino da notte la foto del suo fratellino Luciano...

Sono proprio contento che sia tornata.... Alcune ora prima ci avevano avvisati e ci avevano chiesto se eravamo disposti a tenerla con noi, visto che la giudice del posto non voleva rimandarla presso i suoi. E noi subito abbiamo detto di sí. Ed ora Ramona é su in stanza che si lava (si sgrassa!), poi si cambierá e andrá a dormire. Appena arrivata le abbiamo fatto festa e di nuovo -"guarda caso"- avevamo un bel un pezzo di torta avanzato dal compleanno-sorpresa di Adelaide, l'amica di Sassuolo che é venuta ad adottare un bambino. Ramona se ne era andata l'anno scorso dalla nostra casa proprio alcuni giorni prima del suo compleanno, a cui teneva tanto...

Domani le faremo avere pure il regalo (non sará difficile la scelta visto che é venuta di corsa, senza niente).

Durante la cena, Anaí era felicissima, e parlava come non é solita fare. E poi si é messa a mostrare la casa nuova a Ramona, a raccontarle delle cose che le piacciono, della musica, dei vestiti, dei cibi, eccetera... Uno spettacolo di dolcezza da ammirare sotto sotto con simpatia...

Nessuno, tranne la giudice, sa che Ramona é da noi... Meglio cosí...

Ma non é finita: domani arriverá a casa anche Juan Manuel. Non l'abbiamo ancora presentato perché é da poco che lo conosciamo, da quando abbiamo portato Isabel/Eva al centro per bambini denutriti. L'ospedale ci ha chiesto il favore di tenerlo per alcuni mesi. Lui ha poco piú di un anno e le sue gambe soffrono di una grave malformazione: per questo le ha completamente ingessate. Tra alcuni mesi dovrá subire una delicata operazione che dovrebbe risolvere il suo problema di salute. Intanto rimane da noi perché la sua mamma non puó tenerlo.

E' un bambino molto bello e dolce. Sempre sdraiato sul suo lettino, non l'abbiamo mai sentito piangere. Come dice bene qualcuno che se ne intende: i bambini che soffrono difficilmente fanno capricci, e sopportano le difficoltá con tanta fortezza. Domattina andremo a comprare una culla, come quella di MRené e vedremo dove sistemarlo. Purtroppo le stanze attuali sono belline, ma troppo piccole e non ci stanno due lettini, a meno che non siano letti a castello, ma non credo sia conveniente che inventiamo "culle a castello"!

E cosí la nostra casa si popola piano piano, con tutto quello che il cielo ci riserva, non solo pioggia...

A dire il vero, vorremmo conoscere la nuova casa, quella delle suore, visto che ieri sera loro si sono trasferite definitivamente, ma per adesso non ci hanno dato le chiavi perché vogliono finire di pulirla per bene...

Mercoledí dovremo vedere il caso di Sebastian, che non é potuto venire da noi perché il papá, senza permesso regolare, se l'é portato via dall'ospedale in cui era ricoverato. Abbiamo parlato spesso con il papá in queste sere . Pure lui é ammalato e la sua testa non é proprio a posto...
Siamo preoccupati perché il bambino ha la febbre e non sta prendendo le medicine per fronteggiare l'AIDS... Mercoledí, ci ha promesso il papá, lo porteremo a fare una visita medica... Ieri sera sono stato a trovare il papá e ho portato con me MRené. Tutta una strategia... Quando ha visto MRené, in forma e simpatica come sempre, il papá di Sebastian -prima sempre molto riservato e restío con me- si é stupito e mi ha chiesto immediatamente se eravamo disposti a curare il suo figlioletto...

Buon segno!

Certe cose tirano su, vero?

Ciao!!!
Ari

giovedì 1 marzo 2007

dopo le feste di compleanno

Ciao!

Dopo le "feste" di compleanno, con gli auguri belli e graditissimi che ho ricevuto da parte di tanti, la vita riprende intensa, con un temporale terribile, ieri pomeriggio che ha inondato tutto il corridoio del piano terra, arginato, come potevamo, con stracci e bidoni. Ma la casa ha resistito, ed anche noi! Mentre eravamo sotto la grandine, é arrivata una macchina piena di viveri per i nostri bimbi, come caduta anche quella inaspettata dal cielo. Cosí possiamo distribuire e condividere. In questo periodo é difficile il rifornimento visto che le strade per Santa Cruz sono interrotte e lo saranno per un buon tempo, e quella é la zona agricola del Paese.

Sempre ieri, é tornato Antonio, che sono andato a riprendere dopo le "vacanze" a casa sua. Non so se le vacanze lo ho fatte io o lui. Era contento di tornare e in questi due giorni é stato molto tranquillo. Oggi sono venuti dal Comune per darci una mano a sistemare il canale, una sistemazione provvisoria, ma necessaria. E poi, tutte le mani che arrivano sono sempre ben accette!

Stamattina siamo stati a trovare Moisés, un bambino di 6 anni che vive in un Hogar qui a Cochabamba. Lui é nato lo stesso giorno mio, e la sua storia é tanto commovente. Siamo stati per fargli gli auguri e per portare regalini a lui e ai 16 amichetti della sua casetta. Lo conosciamo da quando era appena nato e viveva in una culla di paglia nella piazza centrale della cittá, insieme alla nonna. Li vedevamo sempre quando adavamo a distribuire i cibi caldi, il giovedí sera. Poi é stato portato in un Hogar e lí l'abbiamo battezzato. Stupisce che abbia i capelli completamente rossi, qui, dove tutti hanno capelli nerissimi. La mamma vive una vita non bella, e da quel momento non ha piú visto il suo figlio (le autoritá non le danno il permesso). Noi e la nonna manteniamo i contatti con il bambino, che é sempre molto contento di vederci. Oggi ho chiesto se sará possibile,in futuro, prenderlo in casa con noi, appoggiando anche la nonna. Vedremo.

Sarebbe una bella cosa. Ma bisognerá superare tutti gli scogli burocratici.

Nel pomeriggio siamo andati al battesimo di Zaida, la bambina gravemente ammalata di cuore che qualche mese fa ci aveva affidato Suor Cherubina. Il battesimo era nel suo paesino, a due ore da Cochabamba. Nella chiesetta c'erano altri 80 bambini del posto ed é stata una festa molto bella. Zaida era contenta di vederci, lei che non sorride quasi mai, e ci ha presentato il suo papá. Purtroppo i medici dicono che non si puó fare niente per la sua salute... Cosí il battesimo é stata l'occasione per chiedere il miracolo della sua guarigione, magari trovando qualche medico che sappia inventare una soluzione per il suo cuore parzialmente atrofizzato.

Appena arrivati, Suor Cherubina ci ha detto: "Ho un altro regalo per voi!". E cosí abbiamo conosciuto Eva e qualcosina della sua storia. Eva é una bambina di 4 anni che pesa solamente 7 chili. I genitori l'hanno abbandonata in casa della nonna e due giorni fa é stata salvata da un asino. Sí, da un asino che é riuscito ad aprire la porta della sua capanna dove era rinchiusa da sola la bimba, mente la casa stava bruciando. La bimba é scappata fuori ed é stata ricevuta dalle suore che l'hanno conosciuta per la prima volta. Quando é venuta la nonna, si sono rese conto di quanto rifiuto viveva quella bambina e cosí hanno deciso di tenerla, anche perché presenta una forte denutrizione.

Stasera Eva é qui da noi: la suora ce l'ha "regalata" e noi ce la siamo portati a casa! E noi l'abbiamo presa volentieri, un fuscello di bimba, che ride da matti. Ora é su in stanza da sola che sta cercando di dormire, con il suo biberón. Domani la porteremo in ospedale per vedere bene il tema della sua salute. E cosí un altro angioletto, debole e piccolo, viene a dar vita alla nostra casa. Nelle mani di Dio il suo futuro, che sognamo pieno di speranza. Domani si conosceranno con MRené....

Un forte abbraccio!!!
Ari e bimbi

dopo le feste di compleanno

Ciao!

Dopo le "feste" di compleanno, con gli auguri belli e graditissimi che ho ricevuto da parte di tanti, la vita riprende intensa, con un temporale terribile, ieri pomeriggio che ha inondato tutto il corridoio del piano terra, arginato, come potevamo, con stracci e bidoni. Ma la casa ha resistito, ed anche noi! Mentre eravamo sotto la grandine, é arrivata una macchina piena di viveri per i nostri bimbi, come caduta anche quella inaspettata dal cielo. Cosí possiamo distribuire e condividere. In questo periodo é difficile il rifornimento visto che le strade per Santa Cruz sono interrotte e lo saranno per un buon tempo, e quella é la zona agricola del Paese.

Sempre ieri, é tornato Antonio, che sono andato a riprendere dopo le "vacanze" a casa sua. Non so se le vacanze lo ho fatte io o lui. Era contento di tornare e in questi due giorni é stato molto tranquillo. Oggi sono venuti dal Comune per darci una mano a sistemare il canale, una sistemazione provvisoria, ma necessaria. E poi, tutte le mani che arrivano sono sempre ben accette!

Stamattina siamo stati a trovare Moisés, un bambino di 6 anni che vive in un Hogar qui a Cochabamba. Lui é nato lo stesso giorno mio, e la sua storia é tanto commovente. Siamo stati per fargli gli auguri e per portare regalini a lui e ai 16 amichetti della sua casetta. Lo conosciamo da quando era appena nato e viveva in una culla di paglia nella piazza centrale della cittá, insieme alla nonna. Li vedevamo sempre quando adavamo a distribuire i cibi caldi, il giovedí sera. Poi é stato portato in un Hogar e lí l'abbiamo battezzato. Stupisce che abbia i capelli completamente rossi, qui, dove tutti hanno capelli nerissimi. La mamma vive una vita non bella, e da quel momento non ha piú visto il suo figlio (le autoritá non le danno il permesso). Noi e la nonna manteniamo i contatti con il bambino, che é sempre molto contento di vederci. Oggi ho chiesto se sará possibile,in futuro, prenderlo in casa con noi, appoggiando anche la nonna. Vedremo.

Sarebbe una bella cosa. Ma bisognerá superare tutti gli scogli burocratici.

Nel pomeriggio siamo andati al battesimo di Zaida, la bambina gravemente ammalata di cuore che qualche mese fa ci aveva affidato Suor Cherubina. Il battesimo era nel suo paesino, a due ore da Cochabamba. Nella chiesetta c'erano altri 80 bambini del posto ed é stata una festa molto bella. Zaida era contenta di vederci, lei che non sorride quasi mai, e ci ha presentato il suo papá. Purtroppo i medici dicono che non si puó fare niente per la sua salute... Cosí il battesimo é stata l'occasione per chiedere il miracolo della sua guarigione, magari trovando qualche medico che sappia inventare una soluzione per il suo cuore parzialmente atrofizzato.

Appena arrivati, Suor Cherubina ci ha detto: "Ho un altro regalo per voi!". E cosí abbiamo conosciuto Eva e qualcosina della sua storia. Eva é una bambina di 4 anni che pesa solamente 7 chili. I genitori l'hanno abbandonata in casa della nonna e due giorni fa é stata salvata da un asino. Sí, da un asino che é riuscito ad aprire la porta della sua capanna dove era rinchiusa da sola la bimba, mente la casa stava bruciando. La bimba é scappata fuori ed é stata ricevuta dalle suore che l'hanno conosciuta per la prima volta. Quando é venuta la nonna, si sono rese conto di quanto rifiuto viveva quella bambina e cosí hanno deciso di tenerla, anche perché presenta una forte denutrizione.

Stasera Eva é qui da noi: la suora ce l'ha "regalata" e noi ce la siamo portati a casa! E noi l'abbiamo presa volentieri, un fuscello di bimba, che ride da matti. Ora é su in stanza da sola che sta cercando di dormire, con il suo biberón. Domani la porteremo in ospedale per vedere bene il tema della sua salute. E cosí un altro angioletto, debole e piccolo, viene a dar vita alla nostra casa. Nelle mani di Dio il suo futuro, che sognamo pieno di speranza. Domani si conosceranno con MRené....

Un forte abbraccio!!!
Ari e bimbi