Undici anni fa, il 9 febbraio del 1999, atterrai a Cochabamba, più o meno a quest'ora: le nove di sera. Alcuni amici erano ad aspettarmi all'aeroporto. Arrivavo da Santiago del Cile. Ricordo che ero felice di questo nuovo destino per la mia vita e l'avevo desiderato.
La Bolivia è diventata la mia patria e in questi giorni ho chiesto la nazionalità boliviana. Da quando li ho conosciuti, mi sono sempre piaciuti questo popolo e questa terra. Mi sono sempre sentito molto accolto e non ci è voluto molto per sentirsi parte di una famiglia di amici.
Il percorso di questi anni mi ha condotto qui nel nostro villaggio che oggi ha accolto di nuovo Ramona, delle tribú degli Yuquis, e probabilmente un bimbo nuovo, figlio di Martha e Candido, fratellino di Carlos, Hilda, Lidia e Juanito (qualche ora fa, infatti, abbiamo portato in ospedale la mamma che deve subire un parto cesareo, ma non sappiamo se è già stata operata). Loro sono la prima famiglia che si è trasferita nel villaggio arcobaleno, in febbraio di due anni fa. Loro sono i soggetti del racconto sul buon samaritano che mandai l'anno scorso, e credo che Hilda è il soggetto della bellissima favola che ha fatto il giro di tante scuole nel reggiano.
Oggi siamo in 245 a vivere nel nostro villaggio!
Io mi sento fortunato a vivere qui. Ho avuto la fortuna di veder spuntare ogni casa, di cogliere l'emozione di ogni arrivo, di condividere la sorpresa di ognuno che veniva a visitarci o a stare con noi.
Pure io mi emoziono e mi stupisco quando passeggio per il villaggio, verso sera o al mattino presto, e sento i bimbi che mi chiamano o le famiglie che mi salutano, e poi rientrano dentro casa per la cena o per la colazione.
Mi emoziono e mi scervello pensando ai nuovi passi che ogni giorno ci attendono.
Mi commuovo quando vedo che la nostra gente è felice, che i nostri bimbi scorrazzano contenti, che le mamme si aiutano l'un l'altra, che insieme troviamo il tempo per pensare a chi ha meno di noi, che non ci facciamo scoraggiare dagli inconvenienti e dai nostri errori.
E che ogni giorno sperimentiamo nuove conquiste.
E provo pure un sottile orgoglio interiore quando guardo dalla nostra finestra magica, quella dei sogni realizzati, e scopro che il bene coinvolge e trascina tanti.
Il mio desiderio pazzo, dopo 11 anni, è quello di vedere atterrare il famoso aereo che porta qui tutti quelli che hanno contribuito alla realizzazione di questo sogno. Magari, anche più di un aereo, o forse aerei diversi in anni diversi per via delle ferie e degli impegni personali di ognuno. Ma credo che ci sia davvero un bisogno per tutti di stringerci in un abbraccio di ringraziamento muto per quello che i nostri occhi contemplano.
Sí, siamo in 245! Siamo appena andati con Candido all'ospedale e abbiamo trovato Martha insieme alla figlioletta appena nata. Evviva! Benarrivata, piccola senza nome!
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