Apro una parentesi. Dove abbiamo costruito il salone, le suore a cui abbiamo comprato il terreno –e che sono Francescane!- avevano un luogo chiamato “La Porziuncola”. Tutti noi che abbiamo avuto la fortuna di essere stati ad Assisi conosciamo quel bellissimo angolo di cielo che si chiama Porziuncola, dentro la Basilica di Santa Maria degli Angeli, dove si ritirava Francesco. In quel piccolo angolo, Francesco comprende chiaramente la sua vocazione a servire i poveri e sempre lì Chiara viene accolta nella famiglia di Francesco. A quel piccolo tempio è legata il perdono di Assisi (parola importante per me, in questi giorni!). Nella Porziuncola, Francesco raduna ogni anno i suoi frati nelle riunioni generali, per discutere le regole del suo gruppo, per ritrovare di nuovo l’entusiasmo e per andare avanti a servire i poveri, secondo il Vangelo di Cristo. Vicino a quel luogo, Francesco se ne andò in Cielo la notte del 3 ottobre 1226.
L’ambiente dove è situato il nostro nuovo salone, grande, e capace di ospitare 400 persone, si chiama “Paola Marasa”, la mamma di Teresita e Víctor Manuel, a ricordo suo, dei suoi 50 giorni passati insieme a noi.
Felice casualità: ieri sera, sabato, per la prima volta, con tutte le famiglie –grandi e piccoli- della cittadella Arcobaleno ci siamo ritrovati per decire insieme le regole della cittadella. Eravamo in tanti e tanti hanno parlato e detto la loro opinione, liberamente. E ne sono venute fuori tante belle proposte. Come le metteremo in pratica, sarà tutto da vedere e da studiare insieme, nella prossima riunione.
Stamattina, approfittando della bella giornata di sole, sono andato in giro per la cittadella a fare foto. Da tempo volevo ringraziare visivamente tutti gli amici e le amiche che sono stati/e con noi durante questi mesi! Lo faccio perché mi nasce dal cuore! Già una volta l’ho scritto, ma lo volevo pure far vedere. E mi piace ripetere i nomi perchè è importante e bello poter tenere ognuno nel cuore, perché ognuno ha curato un particolare: Martina e Giovanni di Genova; Matteo e Lisa (che è ancor qui, per fortuna) di Casina e Leguigno; Elisa e Massimo di San Michele di Sassuolo; Elisa di Treviso; Mario della Sardegna; Sara e Gianluca di Salerno; Marcella di Modena; Eleonora di Roma; Coralba di Rimini; non sarebbe necessario ricordare Nicola di Castellarano perché tra qualche settimana sarà di nuovo qui, ma un bel segno l’ha lasciato pure lui! E qualche mese prima erano state con noi: Nicole di Reggio e Sara di Tressano, oltre all’amico Fabrizio dei Castelli Romani. E come non ricordare i 7 mesi di Isa di Brescia! Sono stati con noi anche alcuni ragazzi della Spagna, legati al Focolare, che ricordiamo con molto affetto per i progressi medici che riscontriamo ogni giorno di più in Manuel e David. Giuliana, Tullio e Bianca, la famiglia di Chiara, di Parma -amici di Giulia-, hanno vissuto in una delle nostre casette e al loro talento dobbiamo tanti particolari di colore e di bellezza che ci accolgono appena si entra alla proprietà.
Le foto probabilmente non rendono la spontanea simpatia creatasi e il contributo concreto di ognuno che rende più bello e accogliente il nostro centro... Ognuno dirà. E ognuno ha lasciato il proprio tocco e il proprio “sigillo”: nei fiori davanti alle case, nei doni, nella minuziosa cura degli ambienti, dentro e fuori, e nell’ordine dei vestiti e degli armadi, nelle idee e nelle proposte, nelle fantasie culinarie, nello stupore e nella difficoltà ad agire di fronte agli imprevisti (leggi certi scoppi della pancina e del sederino di Sebas, Evelin, Manuel ed altri che senza dubbio non potranno mai dimenticare Marcella, Lisa ed Elisa!), nei momenti condivisi con i bimbi e nei sogni per ciascuno di loro.
... Lo voglio ripetere perchè questi 20 anni che ho passato in Latino America mi hanno insegnato l’importanza della riconoscenza, la riconoscenza che costruisce una vita e lascia un sigillo forte nel cuore. La nostra casetta, il nostro cuore, i nostri bimbi, le nostre famiglie, il nostro villaggio –che ora si può vedere bene anche dal satellite!- vivono e sono marcati dall’amore di tanti: giovani, famiglie, coppie, mamme, nonne... Sono tanti quelli che sono venuti qui a dare una mano, a farsi conoscere e a conoscere, ad amare concretamente e a farsi voler bene...
Sono tanti quelli che continuano a credere e a spingerci a sognare pur non essendo mai venuti: giovani, famiglie, coppie, mamme, nonne e pure bimbi (difficile per loro viaggiare)...
Sono tanti quelli che vivono qui: giovani, ragazzi, famiglie, coppie, mamme, nonni, nonne e soprattutto bimbi. Sono loro la ragione d’essere della nostra cittadella, dei nostri sogni e dei nostri sforzi, sono loro il regalo del nostro cuore.
Sono tanti quelli che lavorano qui, dentro queste mura: soprattutto ragazze, ma anche giovani e persone mature. Da dentro si vedono pure gli errori, che sono tanti, ma nessuno si tira indietro.
A tutti vorrei chiedere una cosa importante, che non è un favore ma un desiderio forte per poter andare avanti bene, insieme, e costruire ogni giorno di più il nostro sogno: un arcobaleno che abbraccia tanti e che fa fiorire il sorriso e la felicità sul volto di chi è piccolo, debole, dimenticato, soffre abbandonato ed emerginato.
Come alcuni sanno, è iniziato un altro processo contro di me, di nuovo sulla base di prove e argomenti falsi. E già venuta la polizia, più volte, anche di notte, a cercare di spaventarci, mandata da gente senza scrupoli che crede e si muove solo per soldi e non certo per seguire la verità.
E’ già stato chiesto l’arresto preventivo per me perchè sono italiano e sono un tipo pericoloso che inganna la gente...
Lasciamo da parte la rabbia, manteniamo questa incredulità di fronte a gesti di persone e istituzioni che dovrebbero difendere il bene, ma non giudichiamo nessuno.
Non lasciamo che distruggano il nostro cuore e i nostri sogni.
Per questo, vorrei rileggere insieme a voi questo bellissimo testo di Martin Luther King che parla del suo sogno (ho aggiunto qualche correzione mia). Così ci faremo guidare nel nostro agire e nei nostri pensieri:
“...In questo nostro procedere verso la giusta meta non dobbiamo macchiarci di azioni ingiuste... Cerchiamo di non soddisfare la nostra sete di libertà bevendo alla coppa dell'odio e del risentimento. Dovremo per sempre condurre la nostra lotta al piano alto della dignità e della disciplina. Non dovremo permettere che la nostra protesta creativa degeneri in violenza... Dovremo continuamente elevarci alle maestose vette di chi risponde alla forza della menzogna con la forza dell'anima... Non possiamo camminare da soli...
E mentre avanziamo, dovremo impegnarci a marciare per sempre insieme, in avanti. Non possiamo tornare indietro...No, non siamo ancora soddisfatti, e non lo saremo finché la giustizia, la verità e il bene non scorreranno come l'acqua, e il diritto come un fiume possente...
...In qualche modo questa situazione può cambiare, e cambierà. Non lasciamoci sprofondare nella valle della disperazione… Con questa fede saremo in grado di strappare alla montagna della disperazione una pietra di speranza. Con questa fede saremo in grado di trasformare le stridenti discordie e i problemi che ci circondano in una bellissima sinfonia di fratellanza... Con questa fede saremo in grado di lavorare insieme, di pregare insieme, di lottare insieme, di andare insieme in carcere, di difendere insieme la libertà, sapendo che un giorno saremo liberi. Quello sarà il giorno in cui tutti i figli di Dio, i figli di questo nostro sogno sapranno cantare con significati nuovi: villaggio mio, di te, dolce terra di libertà e di bene, di te io canto; terra dove morirono i nostri bimbi e le nostre mamme, terra orgoglio di chi ci visita, da ogni casa risuoni la libertà e il bene.
...Laggiù nell’Alabamba, con i suoi razzisti rabbiosi, con il suo governatore dalle cui labbra sgorgano parole di interferenza e annullamento, proprio lì in Alabama, un giorno bambine e bambini neri prenderanno per mani i bambini bianchi come fratelli e sorelle. Oggi ho un sogno. Quando lo faremo echeggiare di villaggio in villaggio, di casa in casa, di cuore in cuore, saremo in grado di far avvicinare il giorno in cui tutti i figli di Dio, neri e bianchi, ebrei e pagani, protestanti e cattolici, credenti ed atei, potranno prendersi per mano e cantare il vecchio spiritual: Finalmente liberi! Grazie a Dio onnipotente, grazie all’amore siamo finalmente liberi.”
Il mio desiderio è quello di liberare il nostro cuore, di renderlo libero, di purificarlo ogni momento di più .
C’è nel Vangelo una frase che mi ha sempre colpito ed è sempre stata il mio sogno e il mio anelo: “Felici i puri di cuore, perchè vedranno Dio”, che vuol dire; vedranno il bene, vedranno le cose buone. Io ho il sogno di veder trionfare questo bene per tanti. E’un sogno che mi è stato comunicato e che vorrei comunicare.
Tutti noi abbiamo bisogno di rendere puro il nostro cuore e le nostre intenzioni, se no non ha senso quello che facciamo e non resterà pietra su pietra di quello che stiamo costruendo.
Solo così trionferanno la serenità piena e la felicità piena per la nostra vita, per le nostre vite, per la vita del nostro villaggio, dei nostri fratelli e delle nostre sorelle.
Tutto è bello qui attorno, in questa natura verde e rigogliosa.
Tutto è bello nel volto e nel cuore dei nostri bimbi, anche di quelli più ammalati, come Daniel che, con i suoi 7 mesi di vita, in ospedale, lotta istante per istante per farcela. Lui ha bisogno del nostro cuore puro, a lui devono andare le nostre attenzioni e le intenzioni del nostro cuore in questo momento.
E’ troppo grande quello che abbiamo tra le mani per farci distrarre. Aiutiamoci, dunque, a tener il nostro cuore fisso e diritto verso il bene.
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