Da tempo desideravo poter riprendere il racconto dei sandalini di Celestina con il lieto e sospirato fine del suo ritorno a casa. Difatti, ieri pomeriggio, Celestina è stata dimessa dall’ospedale, quasi completamente ristabilita, con una grande debolezza fisica (è calata molto di peso) e con il riscontro della tubercolosi miliare (non so bene cosa significhi e quale sia la sua traduzione esatta in italiano).
Sono passati 45 giorni difficili, di terapie dure in ospedale, con tante preoccupazioni nostre, del papà che –dobbiamo proprio dirlo- è stato sempre generosamente al suo fianco, e dei medici. Giorni di grande silenzio e dolore anche per Celestina che sa modulare sotto voce i suoi “sì-sì” e i suoi “no-no” e non una sillaba in più. Celestina è un incanto di bimba, che mai dimostra i misteri, i desideri e i sogni del suo cuore.
Celestina questo pomeriggio è rientrata al suo villaggio, a Karpani, con il permesso nostro e dei medici. Domenica tornerà da noi insieme al suo fratellino. La tubercolosi deve stare sempre sotto controllo e non si può interrompere in nessun modo il trattamento, per questo motivo la bimba si fermerà da noi per un buon tempo. Qui l’accompagnerà pure il fratellino, per non farle perdere il vincolo familiare e perché non senta tanta nostalgia. E poi lei non parla mai in spagnolo per cui le farà bene chiacchierare, quando vuole, di nascosto in quechua con il fratellino.
Mi viene da dire che questa volta siamo arrivati in tempo... Ringraziamo chi ci ha indirizzati sin lassù al suo villaggio quel sabato pomeriggio di gennaio.
I sandalini di Celestina sono già al villaggio, insieme ai suoi vestitini lavati. Lei è partita con i vestiti che le abbiamo dato e un bel paio di scarpe nuove. Al ritorno inizierà qui la scuola pure per lei, insieme i nostri bimbi del villaggio arcobaleno, coi vestiti di città. Chissà come la tratteranno i compagni... Chissà come si sentirà lei... Sarà una sfida nuova, dura come gli esami di ospedale, ma Dio ce l’ha affidata e noi ci affideremo solo alla nostra debolezza e incompentenza per farci aiutare da chi senza dubbio ne sa più di noi.
Di nuovo ci ringraziamo reciprocamente per aver visto un sorriso ammiccare furtivo sul volto della nostra bimba in questi giorni.
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