Ciao!
Abbiamo creduto insieme al sogno bello di poter avere un centro dove ospitare i nostri bambini e dove poter alloggiare tante delle nostre famiglie. Tanta generositá ci ha sostenuti e ha reso tangibile questo sogno, che non abbiamo certo inventato noi ma che é venuto delineandosi piano piano, come cresce nel silenzio un bimbo nel seno della madre.
Questo periodo, tra l’altro é marcato da una grande stanchezza, alleviata dalla presenza preziosa di tanti amici e tante amiche che sono venuti personalmente a condividere le nostre semplici giornate. La stanchezza si traduce spesso in un certo rilassamento e in una non chiara visione del futuro, specie nelle decisioni da prendere o nelle prioritá da tener presenti. Ma siccome siamo in tanti, e in tanti cerchiamo di avere un cuore pulito, é un giogo soave sopportare la durezza di questi giorni e la fatica. Cerchiamo di andare avanti con serenitá. I bimbi ci spronano, ci danno animo. Gli amici ci sostengono.
E la casa si riempie di nuovi volti. Da due giorni, infatti, sono arrivate Roxana e Miriam, due sorelline, di 9 e 12 anni, della stessa tribú di Giovanna e che i genitori vorrebbere salvare dagli stessi gravi problemi che Giovanna ha vissuto. E poi c’é Marianita che ieri mattina é tornata a casa dall’ospedale. Cosí sono 4 le bambine della tribú Yuqui che vivono con noi. Probabilmente la venuta di Mariana ha provocato un po’ di scombussolamento nella salute di tutti noi, visto che ci siamo improvvisamente raffreddati e riempiti di tosse, ma valeva la pena riprendere con noi questa bambina che oggi/domani compie 3 anni e da quando aveva 7 mesi ci é stata affidata.
Scopro ogni giorno di piú che la bellezza di questa casa sono i volti dei nostri bimbi. Dietro questi volti si nascondono storie belle che ogni giorno si arricchiscono di particolari gioiosi e commoventi. Non si puóimmaginare cosa significa per noi, per esempio, vedere il piccolo e gracile Manuel che ha imparato ad avvitare l’indice sulla sua guancina per segnalare che la ministra é buona (ho scritto ministra, per errore, invece di minestra), lui che non sa ancora dire una parola. O María René che, nonostante i suoi capricci, si sveglia al mattino e viene ad abbracciarmi con un “Te quielo mucho, Ali (te quiero mucho, Ari,)”. O Sebastian che oltre alla “T” ora sa sbiascicare pure la “B”. O Evita che vuole dare un bacino a tutti, proprio a tutti, prima di andare a dormire e con questo semplice gesto sbollisce le tensioni interpersonali che magari sono sorte durante il giorno. E Marianita che piano piano impara a giocare di nuovo insieme ad altri bambini, e sorride. O Franco (é il nome nuovo di Antonio che é stato coniato nelle settimane scorse da alcuni dei nostri amici italiani qui presenti) che é qui che mi fa da angelo custode, con tante domande su ogni parola che scrivo in italiano (in questo preciso momento la domanda é: Que es eso, Parola?). E mi confessa che gli piacerebbe imparare ad usare il computer per potersi sentire piú utile qui in casa. E magari un giorno imparerá davvero! O tutte le bimbe piú grandine che prima di andare a letto, stasera, mi hanno detto che vorrebbero fare un regalino a Marianita per la sua festa.
La vita scorre vera dentro di noi grazie a questi particolari semplici, e riusciamo ad andare avanti con rinnovato entusiasmo, nonostante le poche forze.
E mi nasce spontanea questa costatazione: quante cose belle potremmo continuare a fare tutti insieme! Un giorno abbiamo gridato di gioia per il cielo che era stato fatto nella stanza dei nostri bimbi. Speriamo di poter gridare presto la nostra gioia per la prima casetta che sará fatta per una delle nostre famiglie. Oggi – tra l’altro- sono venute due di loro per comunicarmi che erano state cacciate via di casa e che non sapevano dove rifugiarsi (con tanti figli sulle spalle, nessuno le vuole!).
Probabilmente una verrá qui da noi, nei prossimi giorni, quella di Carlito ed Hilda, visto che il fratellino piú piccolo non ha neanche un mese di vita e le possibilitá di proteggerlo sono limitate. La cosa bella é che proprio in questi giorni si sono avvicinati alcuni papá dei nostri bimbi dicendo che vorrebbero offrirsi per la costruzione delle case proprio in questo periodo
in cui c’é grande scarsitá di mano d’opera.
Un’altra cosa bella é che oggi abbiamo finito di scavare il pozzo. A 86 metri di profonditá abbiamo acqua sufficiente per poter dar da bere a piú di 1.000 persone.C’é uno scritto bello di Martin Luter King sui sogni. Tanti senza dubbio lo conoscono. Il nostro sogno é maturato dal cuore e forse per questo coinvolge tanti. Teniamo gli occhi fissi lí e siamo sicuri che presto fioriranno casette nel terreno bello che ci circonda. Dentro la casa fioriscono volti di bimbi e fuori fioriranno casette: mi sembra logico!
Un abbraccio grande a tutti e un saluto speciale a chi ha lasciato il suo cuore e il suo affetto qui, dopo la partenza.
Ari
Nessun commento:
Posta un commento