Un anno fa se ne andava improvvisamente al cielo Sandra...
Lei, per prima, dalla nostra comunità, che ci lasciava. Stasera l’abbiamo ricordata con una messa nella cappella nuova, finalmente terminata, della cittadella.
Un ambiente molto bello,preparato con cura da parte di tutti. Sul fondo, le foto di tanti nostri che l’hanno preceduta in cielo. Cornici di fiori freschi alle pareti.
I bambini della cittadella, inquieti, si erano riuniti lì nel pomeriggio, all’uscita della scuola, per pregare per Sandra, mentre si stavano ultimando i lavori. Il tetto della cappella, fatta di legno e pietre, lascia appositamente intravedere il cielo.
E così stasera abbiamo goduto dello splendore della luna piena.
Elementi della natura e della vita che abbiamo cercato di mettere insieme in questo spazio comune e aperto della cittadella. Abbiamo la pretesa, inoltre, che la cappellina possa dischiudere a tanti la storia sottesa nel sogno della casa de los niños.
Nella cappella ci stanno, strette strette, 120 persone sedute, ma è fatta in modo che ce ne possano stare anche tante altre fuori.
Mi colpiva stasera la presenza di molti bimbi piccoli in braccio alle mamme. Ne sono arrivati circa una decina,quest’anno, e ne siamo in attesa di altrettanti. Adesso che non c’è più posto per case nuove nella cittadella, si cresce con nuovi arrivi.
Sandra è madre spirituale per tutti noi.
E’ così che intuiamo la sua vita, ed è così che intuiamo come cresce lo spirito della cittadella: con il dono della vita, del consumarsi per gli altri. I volti di questi bimbi appena nati, insieme ai volti dei bimbi che hanno spiccato volo al cielo costituiscono l’arco di speranza, di vita e di mistero in cui ci muoviamo. Torniamo a ripeterlo: sono,infatti, i bimbi l’energia di questa esperienza originale che porta proprio il nome di “casa de los niños”.
Stasera, in questa cornice di preghiera, di bellezza, di ricordo, ed anche di fatica e di sforzo, ho scoperto che la cittadella è madre.
Ed è così che stanotte è arrivata da noi la piccola Karen. Ha un anno e mezzo. La mamma della tribù degli Yuqui, gravemente ammalata, ha voluto che venisse a vivere qui con noi, trasferendola da un altro centro dove era ricoverata per denutrizione, trasferita qui con noi per condividere la sorte del suo fratellino di 2 mesi, Gianluca che ora ci sembra un gigante rispetto ai primi giorni dal suo arrivo.
Karen è una bimba bellissima, come del resto il suo fratellino, adesso, certo, che si è ricuperato dalla sua nascita prematura.
Oggi Karen ha passeggiato per quasi tutte le braccia della cittadella, credo. Ed è un po’ spaesata. Vedremo se riuscirà a dormire. Ma oggi inizia per lei il suo frammento di storia nella casa de los niños. E’ un frammento perché i nostri bimbi prima o poi ritornano in famiglia. Noi vogliamo essere solo un ponte.
Allora ci affidiamo in questo cammino e in questo sogno proprio a Sandra perché anche lei ha voluto essere madre di una delle nostre bimbe più amate: Evita. Ripetiamo: Evita è una bimba amatissima perché la sua storia è stata marcata da una incredibile sofferenza.
Ma questo ci fa pensare che i nostri bimbi hanno una forza incredibile proprio perché forgiati dal dolore. Ed è così che ora ci sorprende Evita col suo volto sempre sorridente, proprio quel volto che noi conoscemmo 5 anni fa piagato dal rifiuto.
Sandra è ancor più mamma dal cielo.
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