Noi che ci crediamo, o ci vantiamo, di essere cattolici/credenti ogni giorno leggiamo il Vangelo per farci aiutare a trovare una luce e per cercare appigli solidi nel nostro cammino quotidiano.
Il vangelo di ieri, venerdì, era quello di Marco, nel capitolo 11, versetti dall’11 al 25. Ecco il testo:
11 Ed entrò a Gerusalemme, nel tempio. E dopo aver guardato ogni cosa attorno, essendo ormai l'ora tarda, uscì con i Dodici verso Betània.
12 La mattina seguente, mentre uscivano da Betània, ebbe fame. 13 Avendo visto da lontano un albero di fichi che aveva delle foglie, si avvicinò per vedere se per caso vi trovasse qualcosa ma, quando vi giunse vicino, non trovò altro che foglie. Non era infatti la stagione dei fichi. 14 Rivolto all'albero, disse: "Nessuno mai più in eterno mangi i tuoi frutti!". E i suoi discepoli l'udirono.
15 Giunsero a Gerusalemme. Entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano e quelli che compravano nel tempio; rovesciò i tavoli dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombe 16 e non permetteva che si trasportassero cose attraverso il tempio. 17 E insegnava loro dicendo: "Non sta forse scritto:
La mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutte le nazioni?
Voi invece ne avete fatto un covo di ladri". 18 Lo udirono i capi dei sacerdoti e gli scribi e cercavano il modo di farlo morire. Avevano infatti paura di lui, perché tutta la folla era stupita del suo insegnamento. 19 Quando venne la sera, uscirono fuori dalla città. 20 La mattina seguente, passando, videro l'albero di fichi seccato fin dalle radici. 21 Pietro si ricordò e gli disse: "Maestro, guarda: l'albero di fichi che hai maledetto è seccato". 22 Rispose loro Gesù: "Abbiate fede in Dio! 23 In verità io vi dico: se uno dicesse a questo monte: "Lèvati e gèttati nel mare", senza dubitare in cuor suo, ma credendo che quanto dice avviene, ciò gli avverrà. 24 Per questo vi dico: tutto quello che chiederete nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi accadrà. 25 Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate, perché anche il Padre vostro che è nei cieli perdoni a voi le vostre colpe".
Si tratta di un Vangelo strano, difficile da interpretare. Io penso che Marco, l’evangelista che lo scrive, fosse una persona semplice. Il suo Vangelo non è complicato per cui ci si può permettere di leggerlo letteralmente e cercar di capirlo così come viene scritto.
Gesù è da poco arrivato a Gerusalemme. La prima cosa che fa è quella di andare al tempio. Vede come vanno le cose lì dentro, non sembra molto soddisfatto, ma è sera e rimanda al giorno seguente le sue decisioni.
Va a dormire a Betania, vuol dire che deve fare un bel pezzo di strada a piedi prima di riposare, ma è l’unico posto dove ha amici che l’accolgono volentieri.
Si alza presto al mattino, non fa colazione perché ha fretta di arrivare a Gerusalemme dove ha in mente un certo progetto la cui esecuzione ha probabilmente occupato la sua mente durante la notte. Forse anche per questo non ha dormito bene. Ha fame sia per il lungo viaggio dei giorni addietro sia per la fretta di arrivare a Gerusalemme.
Di fianco alla strada intravede un albero di fichi. Si avvicina con la speranza di trovare qualche frutto, ma l’esperienza gli ricorda che siamo fuori stagione e i frutti non sono ancora maturi.
Gesù si arrabbia lo stesso e maledice quel povero albero che ha avuto la sfortuna di trovarsi sulla strada di un Gesù stanco e affamato.
Gesù segue il suo cammino e finalmente arriva al tempio. Ed ecco che mette in atto il suo piano: scaccia dal tempio tutti i venditori, mettendo sottosopra i loro banchetti, con una violenza insospettata in lui.
Sembra che non ci sia nessuna reazione dei presenti se non la solita dei sacerdoti fifoni e dei poveri che assentono stupiti, in silenzio.
Bene.
Dopo questa lettura, ci permettiamo di dire che anche Gesù si sbaglia e si arrabbia. E’ un pensiero un po’ azzardato e fuori schema, ma forse è aderente al testo appena letto. Un Gesù che commette un errore e che si irrita fuori modo non è così lontano né da noi né dalla verità.
Gesù si arrabbia con una pianta che non aveva nessuna colpa al non portare frutti fuori stagione! E poi Gesù si arrabbia con i commercianti del tempio e li scaccia via con violenza. E’ verosimile pensare che Gesù non abbia dormito bene quella notte e che fosse veramente molto irritato quel giorno.
In questo testo, Marco sottolinea dunque l’errore e la rabbia di Gesù. E la gente ha paura di Gesù. Solo Pietro, che tra l’altro ha condiviso parte della sua vita con l’evangelista Marco, il giorno dopo si azzarda a rivolgergli la parola costatando che l’albero di fichi si è seccato.
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Oggi pomeriggio è morta la piccola Laureana...
L’avevamo conosciuta da pochi giorni quando ci era stato chiesto aiuto dai genitori, gente umile, di campagna, per poterla far dimettere dall’ospedale. La diagnosi non lasciava nessuno scampo: leucemia acuta. La malattia si era manifestata tre settimane prima con una improvvisa emorragia.
Noi siamo intervenuti con la speranza di trovare qualche cura alternativa e soprattutto con la speranza di un miracolo. Infatti, l’abbiamo portata subito da medici amici che purtroppo hanno confermato le poche speranze per lei. Ed abbiamo cominciato a ricordarla con trepidazione nelle preghiera.
Laureana, comunque, era felice di essere uscita dall’ospedale, spossata da tante punture e trasfusioni, ed era felice quando veniva alla casa de los niños. E’ ritornata a scuola per un paio di giorni e sembrava non mostrare segni della terribile malattia. Una violentissima emorragia, questo pomeriggio, invece, ha interrotto la sua vita, a soli 11 anni.
Questa sera siamo riusciti ad arrivare a casa sua, sperduta tra le colline, per darle un saluto. Non avevamo mai visto una casa così povera e una situazione di miseria così assoluta. Domani ci saranno i funerali.
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Con timore ho ricordato l’albero di fichi del vangelo di ieri, seccatosi ingiustamente.
Ragiono in silenzio dentro di me e mi viene da pensare che sia un errore questa morte di Laureana. Non era il suo momento. Tanti frutti poteva dare ancora. Viene da arrabbiarsi... Cala il silenzio e l’incredulità.
Si secca la vita per errore. Si spegne la vita per una improvvisa malattia.
Si usa la violenza, a volte, per difendere la verità. Si reagisce con violenza davanti al dolore assurdo.
E possiamo chiedere una spiegazione a Gesù, come Pietro.
E Gesù risponde che possiamo ottenere tutto con la preghiera fiduciosa.
L’albero di fichi può tornare a fiorire a suo tempo e la vita può rientrare in un ritmo ordinato e rispettoso nella casa di Dio, cioè, nella nostra comunità.
Però c’è bisogno della preghiera e c’è bisogno del perdono. Per tutte le nazioni, come dice Marco.
Ci azzardiamo ad affermare che anche Gesù ha bisogno del nostro perdono perché pure lui ha sbagliato: ha condannato, ha seccato, è stato violento. E poi non ci spiega il senso della morte innocente. E non fa niente per evitarla.
Ma bisogna imparare a stare con lui senza giudicarlo, senza pretendere, anzi perdonandolo, andando oltre la dura verità. Allora tutti sperimenteremo il perdono di Dio e la vita, la speranza tornerà a fiorire.
Una vita reale dove è possibile ricominciare. E dove è necessario dare frutto.
Accarezzavo il volto di Laureana stasera, sotto quelle povere coperte sporche che lo coprivano.
Volevo ricorrere alla preghiera fiduciosa, alla richiesta del miracolo per la sua salute, per la sua vita, come tutte le sere precedenti, quando ancora era in vita: “Tutto quello che chiederete nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi accadrà. Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate...”
Ho pensato che la mia, la nostra vita, la vita per tutte le nazioni è povera di spirito, povera di preghiera ed è per questo che è povera di miracoli, povera di frutti evidenti soprattutto perché ci manca il perdono, la capacità di perdonare.
Mi/ci irritiamo tanto e perdoniamo poco.
Con qualcuno mi azzardavo a dire che questo è l’anno dei miracoli per noi, ma ora penso che deve essere soprattutto l’anno del perdono e della preghiera, del chiederci continuamente perdono l’un l’altro, del pregare continuamente gli uni per gli altri.
Vedo di nuovo Laureana: vedo il suo volto luminoso e sorridente che mi ricorda che è proprio inutile perdere tempo sui nostri problemi, sui nostri dolori, su ciò che non capiamo, sui nostri errori e sugli errori degli altri.
Perdonaci, Laureana, perché la nostra povertà ha impedito il miracolo per la tua vita.
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