domenica 26 giugno 2011

fermarsi ad ammirare

Casa de los Niños, 26 giugno 2011

Appena possono, María René e Sebastián chiedono permesso nelle loro famiglie e scappano alla loro “antica casa”, la casa de los niños, per venire giocare, per farsi una bella merenda ma soprattutto per approfittare di qualche coccola in un po’. Così è successo pure questo pomeriggio della nostra prima domenica di inverno, con una temperatura esterna invidiabile di 25º.

Mentre facevamo pulizie in cucina, loro giocavano tranquilli, insieme a Dennis, con i lego. A un certo punto, María René si è fermata ed ha esclamato con felice ammirazione: “Non pensavo, Sebas, che tu sapessi costruire case così belle!” E glielo ha detto proprio contenta.
Mi ha colpito questa semplice espressione di sorpresa di bimba, questo mettere in luce la capacità dell’altro.

E ho pensato ad alcune cose che sono passate davanti ai miei occhi o alla mia mente in queste settimane o anche prima. Ho pensato che è opportuno fermarsi ogni tanto per ammirare e soprendersi felicemente per ciò che altri fanno.

In questo periodo, infatti, ho ricevuto delle foto molto significative di un suggestivo e sudato festival paesano. Mi immagino quanti sforzi è costato!

Ho goduto della vicinanza, che si trasforma in generosità concreta, di persone conosciute ed anche non conosciute che credono fortemente in quello che fanno: pensionati, imprenditori, mamme, parenti, amici/che, politici, medici e tanti altri.

Ho partecipato, da lontano, della vita e delle attività di gruppi missionari che in qualche modo sono legati a noi e ci vogliono bene.

Ho visto con commozione due persone che hanno visitato la nostra cittadella e che tra le “tante meraviglie” si sono soffermate a lungo a contemplare gli occhioni neri di Selena, una delle bimbe appena arrivate da noi e poi, vista la situazione di povertà della sua famiglia, sono tornate a casa loro e da lì ci hanno fatto avere immediatamente una cucina a gas, una bombola piena e delle coperte.

Ho letto con piacere messaggi di adesione in cui amici ed amiche comunicano la loro vita in altri gruppi disposti a “moltiplicare il desiderio di fraternità, di pace, affetto e di cose buone per molti...”

E così pure mi hanno reso partecipe di una Comunità che vuole fare un gemellaggio di fraternità con noi. Ho saputo di giornate intense con altre Associazioni che si danno da fare per diffondere il bene e che si danno il tempo per fare spazio pure a noi.

E si potrebbe continuare con tanti esempi ancora.

María René e Sebastían questo pomeriggio mi hanno insegnato che fa bene fermarsi un attimo per mettere in luce gli altri, facendo sì che il nostro cuore possa sorprendersi di qualcosa di piccolo o grande che scorre proprio davanti ai nostri occhi e se siamo “occupati, pigri, sopra pensiero, sicuri di noi”, cioè, se non siamo come bambini, non riusciamo a cogliere.
Credo che questo significhi sentirsi meno protagonisti e sentirsi parte di un circolo più grande dove non siamo noi al centro dell’attenzione bensí il cuore disteso di una umanità che sa palpitare ancora per gli altri e mette insieme pezzi di vita vera.

Fa bene soffermarsi un attimo per godere dell’impegno di tanti che credono in quello che fanno e sono disposti a giocarsi per questo la loro vita e a regalare felicità e sorrisi.

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