Anche quest’anno, la prima domenica di settembe, che corrisponde al giorno “verde” per tutti in Bolivia (si circola solamente a piedi), abbiamo festeggiato la festa della primavera, nel nostro villaggio. E’ una scusa per tenere unite tutte le nostre famiglie ed evitare che si disperdano in altre attività che non fanno bene a nessuno.
E’ un’occasione bella per respirare insieme il senso di vivere in comunità e di farlo in un clima di festa e di giochi. Ci siamo preparati pensando in una grande caccia al tesoro che doveva essere percorsa da tutti i membri di una famiglia al completo. Il tesoro era la scoperta della “comunità”, rappresentata con lettere e con un mosaico di pezzi ritagliati della mappa della cittadella.
Quasi tutte la famiglie erano presenti al completo e solamente due non hanno partecipato, purtroppo.
La giornata molto calda ha tolto un poco di slancio all’entusiasmo generale, anche perchè tutto si è svolto attorno al mezzogiorno, ed eravamo in tanti a gareggiare, ma alla fine il risultato è stato molto positivo. Per ogni famiglia c’è stato un regalo e per le famiglie al completo un regalo ulteriore, così come per le famiglie che le cui case si sono rivelate le più ordinate.
La famiglia di Chiara e Sandra ha lavorato giorni interi e tutta la notte del sabato per preparare con dettaglio ogni tappa.
Anche le famiglie dei nostri bambini ammalati hanno partecipato accompagnate da Giulia e Lisa. Coralba faceva parte della giuria. Padre José ha celebrato la messa così pure lui ha fatto la sua parte in questo giorno comunitario.
Era bello contemplare il via vai festoso della nostra gente, così diversa e così bella, unita sotto un unico arcobaleno di pace e solidarietà.
Siamo una famiglia originale, composta da persone di tutte le estrazioni e di ogni sorta. Proprio una bella varietà di gente!
Bolviani, quechua, aymara e yuquis. Italiani, chileni e spagnoli. Gente povera, che mai ha avuto un tetto sotto cui proteggersi, ma anche gente più fortunata.
Persone cresciute in campagna, con la pelle striata dal freddo e dal sole; ragazze condannate per anni a vivere in carcere e ora finalmente libere, senza sentirsi giudicate da nessuno.
Bambini spinti su una carrozzella, altri colpiti da malattie dure.
Mamme giovani con i bimbi in spalla, appena nati, altre curve sotto il peso di tante gravidanze.
Persone che non hanno un fede religiosa, altre che magari vanno a messa tutti i giorni.
Nonni e nipoti accomunati in un grande gioco. Studenti dell’università con adulti che a mala pena sanno fare la loro firma.
Famiglie che riescono a risolvere internamente i loro problemi, ed altre che continuamente vivono il dramma dei loro ragazzi nella difficile tappa dell’adolescenza.
Persone sane ed altre che non riescono a sbarazzarsi dell’alcool.
Ma tutti di corsa e tutti felici, nonostante la stanchezza e il caldo in questa festa della primavera, in questo villaggio che non fa differenza di persone e che cerca di mettere in luce la bellezza del cuore che ognuno porta dentro.
Una festa bella e semplice che suscita nuovamente un grazie profondo per il fatto di vivere questa storia con volti così diversi che ora orgogliosamente sentiamo parte della nostra famiglia.
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