Sí, tutto è finito: la Superiora delle Suore Francescane di Hallein, Anna Schmidhuber, ha firmato il documento con cui vende all’Associazione “Casa de los Niños” il terreno al prezzo che già abbiamo pagato da oltre tre anni.
Non sembra vero, come diceva qualcuno, ma è proprio tutto finito!
Viene da chiedersi il senso di questa storia assurda, ma non è il caso di perdere altro tempo. Guardiamo fuori dalla nostra finestra, quella dei sogni realizzati, guardiamoci negli occhi o scriviamoci per dire solo: grazie! era ora! che bello!
Oggi è festa in Bolivia, festa della nazione che compie duecento anni di libertà.
Vorremmo pure noi fare festa con tutti per celebrare questo momento che significa sperimentare il senso profondo della libertà, della liberazione da pesi insopportabili, e speriamo davvero di fare festa con tutti, prima o poi.
Devo ammettere che sperimento un incredibile senso di sollievo e che la stessa sensazione desidero comunicare a tutti.
Vorrei pure chiedere a ognuno di leggere nel fondo del proprio cuore la storia di questi anni condivisi a distanza per ritrovare lì il seme della gioia, della speranza e del bene nonostante tutto. Infatti, come spesso abbiamo scritto, il bene ha vinto anche questa volta. Noi non siamo più bravi né migliori di nessuno. Ci interessa il bene, ci interessano le cose buone, ci interessa aiutarci a vedere insieme le cose buone e vere con gli occhi del cuore partendo proprio dalla nostra esperienza di debolezza.
Stamattina mi è venuta incontro María René (6 anni), tutta vestita a festa, per abbracciarmi.
Stamattina è stata dimessa dall’ospedale la piccola Emili (3 anni, quasi) dopo 10 giorni di cure per frenare la sua leucemia.
Stamattina, appena svegliato, mi ha salutato felice l’altra piccola, Carolina (4 anni), l’ultima arrivata che ha sempre il volto sorridente.
Stamattina ho baciato il piccolo David che mi stava aspettando nella sua culla, pronto per la colazione.
AIDS, leucemia, idrocefalia, ..., bimbi nostri, bimbe nostre che in qualche modo hanno vissuto il nostro dolore di questi anni, ma che senza dubbio hanno sperimentato molto più dolore del nostro nelle loro brevi vite mi riportano alla realtà della nostra casa e della nostra esperienza per non fermarci a giudicare, per riprendere insieme la storia bella che ci accomuna, per continuare a costruire insieme questo sogno che non è per noi, per la nostra realizzazione personale, ma per abbracciare chi incontriamo sul nostro cammino e per condividere la speranza.
... L’altro giorno, quando ci siamo ritrovati -dopo anni- con la Suora e io le ho chiesto scusa, lei ha voluto sapere del nostro Centro. Quando le ho detto che qui vivevamo quasi 300 persone, lei ha commentato: “Allora, il sogno va avanti”.
Sí, il sogno va avanti, ed anche la gioia...
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