“Quando arriva Natale?”, chiede più volte ansioso Sebastian nei giorni che precedono questa festa così speciale per i bimbi e per i grandi.
Natale arriva così, nella Casa de los Niños di Cochabamba: è proprio Sebastian che mi sveglia in pianto alle 4 del mattino perché vuole andare in bagno e in stanza non c’è luce. Mentre lui è in bagno, guardo fuori dalla finestra, dalla stanza dei bimbi, per vedere come sarà il tempo. Le nuvole stanno riempiendo il cielo, mi dispiace proprio: ieri era una giornata bellissima, piena di sole ed anche a sera dominavano le stelle. Avverto i primi tuoni in lontananza. Prego, dentro di me, affinché non piova. In genere, a Natale, piove dopo le 4 del pomeriggio, quando la nostra festa è finita. Invece, quest’anno, la pioggia arriva sin dal mattino, rendendo la giornata triste e uggiosa: come faremo con i preparativi se la pioggia ci disturba?
A dire il vero, la sera prima, ci eravamo trovati tutti insieme per la messa e per scambiarci i regali a sorpresa. Ogni famiglia doveva pensare qualcosa di speciale per un’altra famiglia, senza farsi scoprire e senza spendere soldi: un regalo della fantasia e dell’amore. Una sorpresa molto riuscita e gradita da parte di tutti, con un abbraccio e un brindisi a suggellare questo primo momento di festa. Anche qui una sorpresa fuori programma: al momento del brindisi, spariscono 7 bottiglie di spumante. Non sapremo mai che fine hanno fatto, ma è Natale e non tempo di investigazione.
Alle 6 del mattino, chiamano per telefono: non è per fare gli auguri dall’Italia, come sempre succede a chi non tiene in conto la differenza di fuso orario. E’ una famiglia dell’altipiano che deve ricoverare d’urgenza una giovane mamma. Indichiamo che devono rivolgersi all’ospedale e non alla “Casa de los Niños”. Un’ora dopo, richiamano per dirci che nell’ospedale non ne vogliono sapere di loro. E’ sempre la solita storia: sono poveri, sporchi, non parlano lo spagnolo ed è Natale. “Non c’è posto per voi!”.
Così, alle 8, sotto la pioggia, cambio di piani: prendo un taxi e vado in ospedale. La cosa si risolve in una decina di minuti. Questa famiglia dell’altipiano sarà la prima a prenotarsi per il nostro pranzo. E’ al completo: bimba appena nata, mamma, papà e nonna. Hanno il vestito per la festa: sono poveri e sono dei nostri, magari imprevisti, ma ben accolti, in tutti i modi.
Quest’anno, il giorno di Natale lo festeggeremo in due posti diversi: qui nella cittadella e nella scuoletta della zona sud, Huayrak’asa. Prevediamo le presenza di 500 persone qui da noi e 200 a Huyrak’asa.
Siccome piove, altro cambio di piani: invece di usare gli ambienti della scuola, grande, appena terminata, ma in mezzo al campo e con tanto rischio di fango, sarà meglio prepare i tavoli nel salone grande, qui vicino a tutti. Facciamo la prova e ci stanno 65 tavoli da 8.
Alle 9 ognuno è ai posti di combattimento! Le mamme si incaricano del riso, delle patate, dei pomodori e dell’insalata. Del pollo si incaricherà un altro gruppo “specializzato”. Io mi incarico di comprare i 700 gelati! Nei giorni precedenti, sempre le nostre mamme hanne preparato 300 panettoni per ognuna delle famiglie invitate. Le Suore del Rosario (Suor Bruna) ci hanno da poco regalato gli apparecchi completi di un forno industriale per cui li spianiamo a tutto fuoco per le feste di Natale! Sempre le Suore ci hanno regalato 35 polli, giusto quelli che servono per la cena di Natale delle nostre famiglie della cittadella. Qui tutto arriva al momento giusto!
L’invito è per le 12, ma a mezzogiorno non è arrivato ancora nessuno: si saranno spaventati per il maltempo? Ma non piove più per cui possiamo terminare di decorare il salone di ultimare per bene gli ultimi dettagli. I bimbi e le bimbe della cittadella, guidati da Lucero (una mamma del focolare), hanno pronta la loro rappresentazione natalizia. Si sono ben preparati, coi loro vestitini, e fervono nell’attesa. Siccome le domeniche precedenti siamo andati a chiedere aiuto nelle chiese, sono arrivati tanti volontari, giovani e famiglie, per dare una mano. Io sono in cucina a lavare le pentole. All’una mi avvisano che nel salone non c’è più posto: è tutto pieno! E ci sono tante altre famiglie in arrivo. Come facciamo? L’idea viene dai nostri. Andiamo in falegnameria, qui fuori, a preparare, con i materiali da costruzione, tavoli e panche. Siccome non piove più, possiamo usare il giardino qui davanti al salone. Detto e fatto: in una mezz’oretta si improvvisano e si moltiplicano i tavoli e le seggiole, come si sono moltiplicati gli ospiti.
Alla fine, infatti, contiamo la presenza di quasi 700 persone qui da noi! Mai successo prima. Sono venuti proprio tutti! Di riso ce n’è abbastanza, ma il pollo dobbiamo dividerlo e dare pezzi piccoli ai bimbi. I gelati non li possiamo moltiplicare e alcuni rimangono senza, ma non se ne fanno un problema, tanto è bello e fraterno il clima che si vive tra tutti. Non distribuiamo neppure i panettoni perché non ne avremmo a sufficienza e qualcuno rimarrebbe male. Lo faremo nei prossimi giorni, così avremo una scusa per visitare di nuovo le famiglie.
La pioggia se ne è andata, un timido sole chi accompagna, i volontari che la prima volta arrivano da noi, sono molto felici: “E il più bel Natale della mia vita” ci confessa una ragazza. Un gruppo di giovani di una parrocchia ha portato 140 regali per i bambini. Ma i bambini sono oltre 300 e allora dobbiamo tirar fuori le nostre scorte. E ce n’è per ognuno.
Viene pure il Padre Antonio e lui si incarica della benedizione e del ringraziamento finale.
Con un applauso, verso le quattro, finisce questa festa di Natale. Un Natale sereno, in cui non ci sentiamo stanchi, in cui tutti hanno potuto dare una mano e sentirsi felici e accolti. Un Natale con la nostra famiglia, quasi al completo. Una famiglia grande ma bella. E anch’io mi commuovo un po’...
Abbiamo il tempo di pulire e mettere in ordine tutto, con calma e con l’appoggio di tanti. Lasciamo il salone ordinato così magari servirà anche per l’ultimo dell’anno. Anche il parco è ordinato, senza cartacce per terra.
Ci ritroviamo in una quarantina per la preghiera, alle 5 del pomeriggio, fuori, in giardino, davanti a Gesù e davanti ai fratelli.
Natale è la festa del ringraziamento e possiamo ringraziarci reciprocamente per una giornata tutta prioettata verso gli altri, verso gli ultimi, verso i nostri fratelli e le nostre sorelle. Non ricordiamo niente delle cose tristi dei giorni precedenti..., non ne abbiamo nè la forza nè il tempo.
Solo possiamo dire grazie e scoprire che il nostro cuore è più grande.
E la nostra cittadella sempre più bella!
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